Le persone affette da disturbo da accumulo soffrono di una curiosa ossessione di accumulo di oggetti, con i quali finiscono per riempire la casa all’inverosimile, riducendo al minimo lo spazio percorribile fino a rendere difficile abitarci.
Il disturbo da accumulo (hoarding disorder) è una diagnosi relativamente recente, elaborata in USA da Randy Frost e il suo gruppo di ricerca clinica alla Smith University. Si tratta di un disturbo in qualche modo apparentato al disturbo ossessivo compulsivo ma non riducibile a esso. Le persone affette soffrono di una curiosa ossessione di accumulo di oggetti, con i quali finiscono per riempire la casa all’inverosimile, riducendo al minimo lo spazio percorribile fino a rendere difficile abitarci.
Negli Stati Uniti sembra esserci un’epidemia di questo disturbo, ma anche in Europa e in Italia si stanno moltiplicando i casi. La consapevolezza di questo disturbo iniziò col caso storico dei fratelli Collyer, che giunsero ad accumulare 103 tonnellate di oggetti vari (compresi 14 pianoforti) nella loro casa a Manhattan nel corso degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso, fino a rimanere sepolti vivi nel loro stesso appartamento e a morirci nel 1947.
Si tratta certamente di un tipico disturbo della società affluente e consumistica con la sua larga disponibilità di oggetti da usare e gettare. O da non gettare, ma da conservare e collezionare, come accade in maniera perversa nel disturbo da accumulo.
Insomma per alcune persone l’attaccamento agli oggetti diventa un vero disturbo mentale: buttare è così difficile che continuano ad accumulare cose di nessun valore anche quando questo compromette la qualità della vita, la vivibilità della casa, i rapporti con gli altri.
Dal 2013 l’accumulo patologico è stato riconosciuto come disturbo autonomo e inserito con il nome di disturbo da accumulo nel DSM-5. Si tratta di un disturbo molto diffuso: ne soffre tra il 2 e il 5 per cento della popolazione.
In Italia se ne stanno occupando Claudia Perdighe e Francesco Mancini e il loro gruppo clinico, da sempre impegnati nello studio e nella cura delle varie forme di sofferenza ossessiva. Ora Perdighe e Mancini escono con un volume edito da Cortina che tratta a fondo questo disturbo ancora nuovo per noi. Il libro tratta il modello cognitivo-comportamentale del disturbo, e la sua cura. Fornisce una descrizione accurata di come alcune persone possano sviluppare un comportamento così strano. In genere costoro accumulano oggetti per due ragioni principali: potrebbe servirmi e mi sono affezionato. Una ragione emotiva e l’altra in qualche modo razionale.
Il trattamento proposto è naturalmente di tipo cognitivo-comportamentale e parte dall’analisi delle idee che sono alla base del comportamento da accumulo e dalla loro messa in discussione, insieme alla dismissione dal comportamento di accumulo. Il volume è rivolto a tutti coloro che si occupano di salute mentale, ma si presta anche a essere letto da chi semplicemente vuole comprendere meglio il disturbo (i soggetti che ne soffrono o i loro parenti).
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DSM 5: Disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati
BIBLIOGRAFIA:
- Perdighe, C., Mancini, F. (2015). Il disturbo da accumulo. Milano, Raffaello Cortina Editore.