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Psicologia Giuridica, 13 variazioni sul tema – Intervista a Leonardo Abazia

Leonardo Abazia, psicologo giuridico e psicoterapeuta presso l’UOPC di Napoli, racconta a State of Mind l'ultimo lavoro sul tema della psicologia giuridica

Di Roberta De Martino

Pubblicato il 23 Gen. 2015

psicologia giuridica: 13 variazioni sul tema“Psicologia giuridica 13 variazioni sul tema”, è questo il titolo del nuovo testo di Leonardo Abazia, psicologo giuridico, psicoterapeuta presso l’UOPC dell’Asl Na1 Centro, che ha dedicato e dedica tuttora gran parte della sua competenza professionale alla psicologia giuridica, un settore scientifico molto complesso che, coniugando psicologia e diritto, privilegia un orientamento multidisciplinare.

Dopo un lavoro ultradecennale compiuto nell’Istituto Campano di Psicologia Giuridica, Abazia ha deciso di raccogliere nel suo libro le numerose esperienze di formazione professionale e di offrire, così, sintetici e chiari approfondimenti su argomenti di grande attualità che riguardano i minori, le famiglie problematiche, lo stalking, l’adozione, il gioco d’azzardo, il mobbing…  

“Le 13 variazioni sul tema”, come ci  spiega durante un’intervista lo stesso autore, nasce anche dalla preziosa collaborazione di professionisti in formazione che, insieme al curatore, hanno lavorato con passione alla redazione del testo.   

Come nasce l’idea di questo testo?

Il testo nasce da una “mancanza”, da un vuoto, che sentivo il bisogno di riempire… Il vuoto era costituito dagli argomenti che non avevo trattato nel testo precedente “La perizia psicologica in ambito civile e penale” dove erano stati sviscerati una serie di argomenti riguardanti il lavoro peritale dello psicologo. Il testo nasce però anche dall’ ”abbondanza”… dagli innumerevoli approfondimenti che i giovani professionisti, discenti del master, avevano prodotto. Un vero tesoro: sarebbe stato un sacrilego dissiparlo!

Come mai nella sua carriera ha dedicato tanta attenzione al complesso ambito della psicologia giuridica?

L’attenzione nasce per un forte interesse rivolto alle problematiche sociali, in particolare alla devianza minorile, che avevo impattato, da volontario, ai tempi dell’università. Successivamente, a tre mesi dalla laurea, fui chiamato a occuparmene professionalmente, per l’allora Ministero di Grazia e Giustizia. Tale passione/professione è durata ben ventotto anni negli Istituti penali per minorenni della Campania. In seguito l’interesse si è esteso a tutti gli altri ambiti della Psicologia Giuridica.

Quali sono le difficoltà più frequenti in cui s’imbatte uno psicologo in tale ambito professionale?

Le difficoltà nascono dalla peculiarità della materia che si nutre di un sapere interdisciplinare e si discosta dall’ideale clinico dal quale si è tradizionalmente affascinati, in quanto psicologi. L’errore più grande che viene commesso è quello di trasferire il sapere clinico nell’ambito giuridico, senza alcuna mediazione e senza tener conto degli altri attori e delle altre professionalità che intervengono sulla scena giudiziaria. Più dell’80% delle infrazioni degli psicologi, segnalate alla commissione deontologica, sono riferite all’ambito della psicologia giuridica. Vi è dunque un’esigenza di una forte formazione specialistica.

Collaborano alla stesura del suo testo professionisti in formazione, quanto è importante per lei il confronto generazionale?

Il confronto con i giovani professionisti è estremamente importante sia per tenersi “vivo” , sia per non mettere mai fine all’apprendimento: i giovani costituiscono uno stimolo continuo alla crescita e all’approfondimento. Mi reputo una persona fortunata nell’avere la possibilità di un confronto quotidiano con loro.

Quale futuro per la psicologia giuridica?

Intanto, il settore della psicologia giuridica è ancora in forte espansione, in quanto le professionalità limitrofe (magistrati, avvocati, formatori, mediatori), tendono a utilizzare sempre più il sapere psicologico. Esso è, inoltre, il primo settore ove sono state fornite linee guida e decaloghi per le “good practices”, e per il quale sono previste obbligatoriamente attività di aggiornamento professionale specifiche. A oggi, la professione di psicologo giuridico contribuisce a ben il 10% del fatturato complessivo della professione di psicologo. Le linee di sviluppo di questa professione si riconnettono a quelle che sono le questioni etico-sociali della società contemporanea tuttora aperte, quali l’integrazione culturale e religiosa, i diritti d’uguaglianza delle minoranze, le problematiche delle nuove famiglie, etc. da un lato, mentre dall’altro, alle esigenze di maggiori specializzazioni per alcuni ambiti quali ad esempio la neuropsicologia forense, le perizie sui simulatori etc.

 

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Roberta De Martino

Psicologa - Spec. in Psicoterapia Sistemico-Relazionale

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