Daniela Gusella. Studi Cognitivi Milano
SOPSI 2014
Report dal Corso ECM:
I disordini del comportamento alimentare nelle diverse età della vita:
aspetti psichici e fisici.
Interventi del Dott. Tortorella e della Dr.ssa Favaro
LEGGI IL REPORT SULLA PRIMA PARTE DELLA SESSIONE PLENARIA
Il funzionamento cognitivo nei termini di stile di pensiero di pazienti anoressiche è caratterizzato da scarsa flessibilità, bassa coerenza centrale (deficit che si riscontra anche nel disturbo autistico), scarsa memoria visiva ed eccessiva attenzione ai dettagli, tutte caratteristiche che sono alla base del disturbo dell’immagine corporea che insieme ad una rallentata inibizione delle risposte comportamentali determinano il comportamento impulsivo.
La sessione plenaria sui Disturbi Alimentari prosegue con l’intervento del Dott. Alfonso Tortorella, che affronta il tema dell’anoressia e dell’obesità. Un primo dato allarmante riguarda l’incidenza dell’obesità nella popolazione della Repubblica di Nauru, nel pacifico meridionale. Secondo le ultime stime infatti il 94,5% della popolazione è in sovrappeso e ben il 71,7% è affetto da obesità. Il sovrappeso e l’obesità sono una piaga che sta dilagando in varie zone del mondo e che i vari paesi cercano, con politiche e misure differenti tarate sulla base della cultura di appartenenza, di combattere.
In America, ad esempio, la compagnia area American United Airlines ha stabilito che le persone obese dovessero pagare per due.
Entrando nel vivo del simposio vengono analizzate le correlazioni tra l’obesità e l’abuso di sostanze e viene evidenziato come bassi livelli di dopamina portino ad una vulnerabilità nei confronti delle sostanze (drug and food) le quali a loro volta portano ad un adattamento delle aree dopaminergiche striatali incrementando la tolleranza alla sostanza e quindi una vulnerabilità alla stessa.
Nora Volkow in uno studio del 2002 analizza le relazioni presenti tra dopamina e obesità rilevando che la disponibilità dei recettori D2 è ridotta nei soggetti obesi; nello specifico si è rilevata una relazione inversamente proporzionale tra il BMI e il numero dei recettori a livello D2: maggiore è il BMI minore è il numero di recettori D2.
In uno studio del 2005 la Volwok mette a confronto il binge eating disorder e la dipendenza da sostanze: entrambe hanno delle conseguenze a livello sociale, portano a stress e perdita di controllo.
L’ultimo intervento della sessione sui disturbi del comportamento alimentare è tenuto dalla dr.ssa Favaro che espone alla platea quali sono i cambiamenti a livello cognitivo lungo l’arco della vita in pazienti affette da anoressia nervosa.
Il funzionamento cognitivo nei termini di stile di pensiero di pazienti anoressiche è caratterizzato da scarsa flessibilità, bassa coerenza centrale (deficit che si riscontra anche nel disturbo autistico), scarsa memoria visiva ed eccessiva attenzione ai dettagli, tutte caratteristiche che sono alla base del disturbo dell’immagine corporea che insieme ad una rallentata inibizione delle risposte comportamentali determinano il comportamento impulsivo.
Un altro aspetto tipico di pazienti anoressiche è la scarsa empatia, intesa come una difficoltà a riconoscere gli stati emotivi altrui, e ciò si riscontra soprattutto nelle situazioni di particolare sottopeso, mentre sembra essere in parte recuperata nel momento in cui avviene un recupero del peso. Tuttavia viene sottolineato il limite di questa ricerca, che fa riferimento a casistiche diverse non essendo uno studio longitudinale.
Si sono riscontrati dei deficit anche per quanto concerne le abilità decisionali. Queste possono essere classificate secondo due ordini di categorie: vi è la dimensione fredda (decisioni razionali) calda (decisioni emotive) e vi è l’aspetto veridico (che riguarda i vantaggi o gli svantaggi cui può portare una decisione) e quello adattativo (quando la scelta viene effettuata in modo da rimanere aderenti alle proprie aspettative, è qui che subentra la condizionabilità). A livello decisionale è come se vi fosse un ritorno all’infanzia, in cui le nostre scelte sono condizionabili perchè non siamo ancora in grado di stabilire cosa ci piace e cosa no non avendo ancora dei gusti definiti.
Un interrogativo però rimane: tutte queste alterazioni sono legate a caratteristiche precedenti alla malattia o sono una conseguenza della malattia stessa, legate a malnutrizione e stress? Uno studio ci aiuta in parte a rispondere a questo interrogativo: è emerso infatti che pazienti anoressiche sia sottopeso che normopeso presentavano funzioni cognitive con punteggi significativamente bassi rispetto ai controlli e che le pazienti anoressiche normopeso, però, non presentavano differenze rispetto ai controlli sani per quanto riguarda l’empatia.
Un’ulteriore conseguenza della compromissione delle funzioni cognitive riguarda la risposta alla terapia ovvero: questo funzionamento cognitivo che impatto ha sull’esito del trattamento?
La flessibilità cognitiva è un importante predittore: per migliorare la prognosi, indipendentemente dalla gravità del disturbo, può quindi essere utile pensare a degli interventi mirati a incrementare la flessibilità cognitiva.
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