L’ amore paziente di Anne Tyler
Guanda 2003
Amare è proprio una parola sconosciuta per i personaggi di questo libro: per i due protagonisti Jeremy, narcisista mascherato da agorafobico e Mary, “madre per sempre“, così accudente e così pronta alla fuga per sfinimento.
Questa volta vorrei cominciare dal titolo in inglese – Celestial navigation – tradotto, chissà perchè, in italiano con – L’amore paziente.
Ecco, questo libro racconta di altro non di amore, direi piuttosto che racconta, in modo davvero esauriente, di dipendenza, di necessità dell’altro dettata da ostinati e antichi bisogni che nulla hanno a che fare con la realtà, di legami, insomma e non di relazioni.
Amare è proprio una parola sconosciuta per i personaggi di questo libro: per i due protagonisti Jeremy, narcisista mascherato da agorafobico e Mary, “madre per sempre“, così accudente e così pronta alla fuga per sfinimento.
E anche per i personaggi secondari, gli ospiti della casa di Jeremy trasformata in pensione, tante solitudini e tanti fragili rapporti con la realtà, chi per vecchiaia, chi per abitudine, chi per paura di vivere.
Siamo a Baltimora, Jeremy ha trentotto anni quando muore la madre, con cui ha vissuto fino a quel momento in una relazione simbiotica esclusiva ed escludente.
Lui è un’artista di discreto successo, che vive chiuso nella propria casa-pensione a creare sculture in totale solitudine, sommerso e governato da numerosi e più o meno inconsapevoli sintomi di varia entità: agorafobia, paura della gente, del contatto, paura di uscire di casa e altro.
Domina su tutto l’estraneità a ciò che gli capita intorno, come se la realtà fosse rarefatta e incomprensibile, in modo particolare il rapporto con gli altri; privo delle minime competenze sociali e con una theory of mind piuttosto povera Jeremy si guarda appena intorno, stupito e rattrappito nel suo mondo interiore che è soprattutto silenzio.
Chi legge, a questo punto, si chiede come farà a sopravvivere uno così senza la madre a fargli da baluardo.
Ed ecco che arriva Mary, scappata dal marito e con una figlia piccola, alla ricerca di una camera da affittare.
Molto rapidamente tra i due inizia una relazione, pare quasi che Jeremy possa finalmente curare il suo autistico mondo interiore con l’innamoramento per questa giovane donna.
Non si sposano, fanno finta di essere marito e moglie e mettono al mondo, in rapida successione, cinque figli.
Mary l’accudente trova finalmente la sua ragione d’essere, nell’occuparsi dei piccoli, della gestione pratica della casa e di questo strano marito che si dimentica di finire le frasi mentre sta parlando perchè si perde nei suoi pensieri e nei suoi silenzi.
Mary ha bisogno che altri siano dipendenti da lei, è “dipendente dalle dipendenze“, desidera che i suoi comportamenti siano regolatori ed equilibranti per gli altri più che per se stessa, in fondo lei cos’ altro è se non una in grado di prendersi cura?
Ma la corda è troppo tirata, piccole delusioni scalfiscono la certezza di Mary di essere il centro della casa, in fondo Jeremy non è uno che vuol farsi accudire, vuole solo essere lasciato in pace nella sua solitudine colorata di fantasie e ossessioni, dove gli altri proprio non esistono, nemmeno i figli (che lo chiamano per nome proprio e non con la parola papà o padre); Mary l’accudente diventa fuggitiva, prende figli e bagagli e se ne va.
Non è questa la fine della storia, ci sarà altro: bellissimo uno dei capitoli finali dove Jeremy, affronta una miriade di preoccupazioni ansiose che lo collocano almeno in tre o quattro quadri psicopatologici differenti ( utile per noi clinici per confermare, se mai ce ne fosse bisogno, quanto è difficile fare diagnosi). Sovraccarico di paure, debolezza e sensazione di estraneità, per la prima volta nella vita attraversa tutta la città per andare a trovare Mary e i bambini, con esiti davvero originali e inaspettati.
ARGOMENTI CORRELATI:
LETTERATURA – RECENSIONI – AMORE & RELAZIONI SENTIMENTALI – NARCISISMO
BIBLIOGRAFIA:
- Anne Tyler, L’ amore paziente , Guanda 2003 (ACQUISTA ON LINE)