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Giocare ai videogiochi è davvero dannoso? Psicologia dei new media

Giocare ai videogiochi, compresi quelli violenti, può incrementare le abilità sociali, la capacità di apprendimento e la salute in bambini e adolescenti.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 13 Feb. 2014

Aggiornato il 11 Gen. 2018 11:31

 

 

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Giocare ai videogiochi, compresi quelli violenti, può incrementare le abilità sociali, la capacità di apprendimento e addirittura la salute in bambini e adolescenti.

È quanto emerge da una revisione globale della ricerca sulla violenza nei videogiochi e nei media interattivi condotta dall’APA, che pubblicherà le sue conclusioni entro la fine dell’anno. Lo studio nasce dalla discussione sugli effetti dei media violenti sui giovani: “per decenni si sono ottenuti dati di ricerca sugli effetti negativi del gioco: dipendenza , depressione e aggressività, e questo non deve essere ignorato “, dice Isabela Granic, PhD, della Radboud University Nijmegen in Olanda “tuttavia, per capire l’impatto dei videogiochi sui bambini e sullo sviluppo degli adolescenti, è necessaria una prospettiva più equilibrata.”

Se alcuni dati ricerca sostengono che giocare ai videogiochi renda intellettualmente pigri, secondo altri giocare può rafforzare una vasta gamma di abilità cognitive: come la navigazione spaziale, il ragionamento, la memoria e la percezione. E questo è particolarmente vero per i videogiochi in cui si spara, quindi spesso violenti.

Una meta- analisi del 2013 ha evidenziato che giocare a questo tipo di videogiochi ha migliorato la capacità del giocatore di pensare in tre dimensioni, così come se avesse frequentato corsi accademici volti a potenziare queste stesse competenze. Questo potenziamento delle abilità non è stato osservato in relazione ad altri tipi di videogiochi come i puzzles o i giochi di ruolo.

I videogiochi aiutano anche a sviluppare capacità di problem solving: secondo i risultati di uno studio a lungo termine pubblicato nel 2013, più un adolescente ha riferito di giocare a videogiochi strategici, come ad esempio i giochi di ruolo, più ha migliorato il problem solving e i voti di scuola l’anno successivo.

Anche la creatività dei bambini è arricchita con il gioco di qualsiasi tipo di video game, ma non quando per farlo utilizzano altre forme di tecnologia, come ad esempio il computer o il telefono cellulare.

Inoltre giochi semplici, di facile accesso e che possono essere riprodotti rapidamente, come “Angry Birds“, sono in grado di migliorare l’umore dei giocatori, favorire il rilassamento e scongiurare l’ansia

Gli autori hanno anche messo in evidenza la possibilità che i videogiochi siano strumenti efficaci per l’apprendimento di resilienza di fronte al fallimento: imparare a perdere quando si gioca aiuta a costruire la capacità di resilienza emotiva che può essere utile nella vita di tutti i giorni.

Un altro stereotipo che viene sfatato è quello del giocatore solitario:  più del 70 per cento dei giocatori infatti gioca con un amico, e milioni di persone in tutto il mondo partecipano a giochi virtuali collettivi come “Farmville” e “World of Warcraft“; questi giochi diventano comunità sociali virtuali, dove si impara a decidere rapidamente di chi ci si può fidare e di chi no e come prendere decisioni in gruppo.

A tal proposito uno studio del 2011 ha evidenziato che chi gioca ai videogiochi che incoraggiano la cooperazione, anche quelli violenti, ha più probabilità di essere utile agli altri durante il gioco di chi gioca a giochi competitivi.

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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