Di Francesca Fregno
Il fenomeno dell’invecchiamento cerebrale è naturale e fisiologico ma è confermato che tenere allenata la mente riduce l’invecchiamento e potenzia la memoria.
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Con l’avanzare dell’età le strutture dell’organismo si indeboliscono gradualmente con la conseguenza che le capacità funzionali diminuiscono. Uno dei primi sintomi dell’invecchiamento è la perdita della memoria a breve termine. Si possono dimenticare parole o nomi di persone che prima ci risultavano più semplici diventano più difficoltose.
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Il fenomeno dell’invecchiamento cerebrale è naturale e fisiologico ma è confermato che tenere allenata la mente riduce l’invecchiamento e potenzia la memoria, “prendere parte ad attività di questo tipo durante tutta la vita di una persona, dall’infanzia alla vecchiaia, è importante per la salute del cervello in età avanzata”, ha dichiarato l’autore dello studio Robert S. Wilson, del Rush University Medical Center di Chicago.
Una nuova ricerca suggerisce che possiamo rallentare questo procedimento tenendo in allenamento costante il cervello tramite la lettura di libri, la scrittura e la partecipazione alle attività che stimolano il cervello a qualsiasi età, può preservare la memoria. Lo studio è stato pubblicato il recentemente sulla rivista on line Neurology ®, la rivista medica dell’American Academy of Neurology.
Per lo studio, 294 persone sono state sottoposte a test che misuravano la memoria e il pensiero, ogni anno per circa sei anni prima della loro morte a un’età media di 89 anni. Queste persone inoltre, hanno risposto a un questionario per verificare se hanno letto libri, si sono dedicati alla scrittura o hanno partecipato ad altre attività mentalmente stimolanti durante l’infanzia, l’adolescenza, la mezza età ed alla loro età attuale.
Dopo la morte, i loro cervelli sono stati esaminati con l’autopsia per la prova dei segni fisici di demenza, quali lesioni, placche cerebrali e grovigli.
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La ricerca ha scoperto che le persone che hanno partecipato alle attività mentalmente stimolanti sia durante la vecchiaia che nel corso della vita, avevano un ritmo più lento di declino della memoria rispetto a coloro che non avevano partecipato a tali attività nel corso della loro vita, dopo aggiustamento per diversi livelli di placche e grovigli nel cervello. L’attività mentale rappresenta quasi il 15 per cento della differenza nel declino, al di là di ciò che viene specificato da placche e grovigli nel cervello.
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Sulla base di questi risultati, non dobbiamo sottovalutare gli effetti delle attività di tutti i giorni, come la lettura e la scrittura, per i nostri figli, noi stessi ed i nostri genitori o nonni sottolineano i ricercatori.
Lo studio ha rilevato che il tasso di declino è stato ridotto del 32 per cento nelle persone con attività mentale frequente nella vita, rispetto alle persone con attività mentale media, mentre il tasso di declino delle persone con attività poco frequenti è stato del 48 per cento più veloce rispetto a quelli con attività media .
Lo studio è stato sostenuto dal National Institute of Aging e il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Illinois.
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BIBLIOGRAFIA:
- R. S. Wilson, P. A. Boyle, L. Yu, L. L. Barnes, J. A. Schneider, D. A. Bennett. Life-span cognitive activity, neuropathologic burden, and cognitive aging. Neurology, 2013; DOI