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In Treatment – Psicoterapia in TV. S01E13 Sophie

In Treatment S01E13. Dopo le tempeste di Laura e Alex l’incontro con Sophie è un sollievo, un tempo lento dopo i drammatici scontri del lunedì e del martedì

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 08 Apr. 2013

 

In Treatment – Psicoterapia in TV

TREDICESIMA PUNTATA

SOPHIE

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In Treatment - Psicoterapia in TV. S01E13 SophieIn Treatment S01E13. Dopo le tempeste di Laura e Alex l’incontro con Sophie è un sollievo, un tempo lento dopo i drammatici scontri del lunedì e del martedì

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Tuttavia, anche questa seduta inizia con strani venti pre-terapeutici, in cui ancora una volta i confini subiscono violazioni più o meno gravi. È vero che tra Paul e Sophie non c’è ancora terapia. È una consulenza tecnica. Le violazioni, in questo caso, sembrano essere gestite con mano abbastanza sicura da Paul. Egli agisce in una zona grigia e riesce a incoraggiare Sophie a intraprendere un percorso terapeutico. Inizialmente c’è una schermaglia sul numero di incontri previsti (solo tre? O di più?) e Paul è in grado di far sentire Sophie bisognosa di altri incontri.

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Poi c’è uno scambio di posizioni, con Paul che si siede sul divano dei pazienti e lascia a Sophie la poltrona del terapeuta. Rassicurata, Sophie si lascia andare e racconta tre episodi di abbandono e separazione. Dapprima tra il padre e la madre (Sophie racconta la mattina in cui i genitori decisero di divorziare) poi tra il padre e la sua seconda moglie e infine tra il suo allenatore e sua moglie. In tutti i casi Sophie si assume la colpa. Ma non è finita. Segue un quarto episodio, in cui Sophie racconta di un rapporto sessuale con il suo allenatore. Rapporto vissuto in stato dissociativo, come se stesse guardando se stessa in TV. Quest’ultimo episodio illumina la tendenza di Sophie ad assumersi la colpa per le separazioni altrui e anche lo strano incidente per il quale Sophie è venuta da Paul a chiedere un parere. Non proprio un consapevole tentativo di suicidio, e però quasi un confuso modo di punirsi e farsi del male.

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 Il fenomeno dell’assunzione di colpa in persone abusate sessualmente è stato dimostrato da tempo (Mayers, Heller, Heller, 2003). Cognitivamente questi auto-rimproveri in persone abusate si possono descrivere come un tentativo di dare un senso a un episodio in sé inspiegabile, assumendosene la colpa. Nei bambini può diventare una strategia di sopravvivenza e di adattamento alla convivenza con la figura abusante, che al tempo stesso è anche la figura che fornisce accudimento (Summitt, 1983). Altrettanto provato è lo stato dissociativo legato a queste esperienze traumatiche (Kessler e Bieschke, 1999), stato dissociativo che spiega l’incidente di Sophie.

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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