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Depressione & Comunicazione Cellulare

La depressione sarebbe riconducibile a un’alterazione delle modalità di comunicazione cellulare e della trasmissione del segnale neuronale.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 29 Mar. 2013

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheLa depressione sarebbe riconducibile a un’alterazione delle modalità di comunicazione cellulare e della trasmissione del segnale neuronale.

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Un nuovo studio della University of Maryland School of Medicine e pubblicato su Nature Neuroscience suggerisce che la depressione sarebbe riconducibile a un’alterazione delle modalità di comunicazione cellulare e della trasmissione del segnale neuronale. Invece di focalizzarsi sui livelli di serotonina nel cervello, gli scienziati hanno scoperto che la trasmissione di segnali eccitatori tra le cellule neuronali (comunicazione cellulare) presenta delle anomalie in caso di depressione.

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La gran parte dei farmaci antidepressivi maggiormente in uso di questi tempi fanno riferimento ai cosidetti SSRI (selective serotonin reuptake inhibitor), farmaci che causano un minore riassorbimento cellulare della serotonina, favorendone quindi una maggior concentrazione nel cervello. Poiché molti pazienti traggono beneficio dall’incremento di serotonina a livello cerebrale, è da tempo in voga l’ipotesi che sia proprio un insufficiente livello di tale sostanza il substrato biologico della depressione. Tuttavia, in circa la metà dei casi la sintomatologia della depressione non è responsiva alla farmacoterapia con SSRI.

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Il primo risultato rilevante dello studio è che la serotonina avrebbe la capacità di potenziare la comunicazione cellulare neuronale, amplificando il segnale eccitatorio della trasmissione cellulare in alcune aree cerebrali importanti per il funzionamento cognitivo ed emotivo. Il passo successivo è stato chiedersi se tale funzione della serotonina giocasse un ruolo nell’azione terapeutica dei farmaci SSRI.

 I ricercatori hanno esaminato il cervello di topi che sono stati ripetutamente esposti a situazioni stressanti che hanno causato in tali animali anedonia, una significativa perdita di interesse e preferenza per le attività normalmente svolte piacevolmente. Per esempio, in condizioni normali i topi preferiscono bere acqua zuccherata rispetto ad acqua insapore; gli animali sottoposti a condizioni stressanti non mostravano più tale preferenza, segnale per l’appunto di anedonia secondo gli autori della ricerca. Da un confronto dell’attività cerebrale dei topi anedonici e normali, è emerso che non vi erano differenze nel livello di serotonina cerebrale quanto invece le connessioni eccitatorie rispondevano alla serotonina in modo marcatamente differente, con difficoltà nella trasmissione del segnale eccitatorio nel cervello dei topi depressi.

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Gli autori, pur riconoscendo la necessità di ulteriori approfondimenti e repliche dello studio, ritengono che il malfunzionamento delle connessioni eccitatorie neuronali sia uno dei fattori chiave nella genesi della depressione e che il recupero di una adeguata comunicazione cellulare a livello cerebrale possa essere fondamentale nel trattamento dei sintomi depressivi.

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