– FLASH NEWS –
Il senso di colpa successivo all’aver mangiato troppo cibo incoraggia a rinnovare le promesse di sobrietà alimentare.
LEGGI GLI ARTICOLI SU: ALIMENTAZIONE
Sembra che le persone che si definiscono “a dieta” siano un gruppo complessivamente infelice: di solito infatti hanno un alto punteggio nelle scale di depressione e ansia e bassa autostima. Un nuovo studio fornisce un indizio sul perché.
Jessie de Witt Huberts ed i suoi colleghi hanno testato tre gruppi di studentesse e hanno identificato la categoria dei restrained eaters, cioè coloro che più spesso sono a dieta e che si preoccupano costantemente di ciò che mangiano. Questi mangerebbero in realtà tanto quanto gli altri ma sperimentando molto più spesso, soprattutto in relazione a mangiare, il senso di colpa. In sostanza, si tratta di persone continuamente preoccupate di fallire, che si privano coscientemente dei piaceri del cibo.
La ricerca si è svolta in tre studi che hanno seguito una procedura analoga. Decine di studentesse sono state invitate a un laboratorio per prendere parte a quella che pensavano fosse una degustazione di cibo per una catena di supermercati. Sono state lasciate sole per dieci minuti ad assaggiare un cibo ad alto e uno a basso contenuto calorico, come ad esempio patatine e frutta. Poi sono state interrogate sulle loro emozioni, compreso il senso di colpa, e sul loro atteggiamento nei confronti del cibo, tra cui la frequenza con cui sono a dieta e quanto spesso si preoccupano di quello che stanno mangiando.
LEGGI GLI ARTICOLI SU: ATTIVITA’ FISICA
I ricercatori hanno scoperto che i restrained eaters avevano mangiato tanto quanto gli altri partecipanti, sia in termini di quantità che di contenuto calorico; ciò che li differenziava era però lo stato emotivo sperimentato a seguito della degustazione, infatti questi si erano sentiti più colpevoli, soprattutto a causa della loro indulgenza nello sperimentare il cibo proposto.
I risultati sono insufficienti a stabilire una relazione causale tra l’essere un restrained eaters e il provare sensi di colpa, ma possono aiutarci a capire perché mangiatori più sobri tendono a soffrire di problemi psicologici e perché tendono a sviluppare abitudini alimentari problematiche. Sembra infatti che siano bloccati in un circolo vizioso in cui il senso di colpa successivo all’aver mangiato troppo probabilmente li incoraggia a rinnovare le loro promesse di sobrietà alimentare; il non riuscire a mantenerle rinforza il senso di colpa che sarà di volta in volta sempre più intenso.
Dato che il 45 % delle ragazze attualmente riferisce di essere a dieta, i ricercatori pensano che sia imperativo imparare di più sui restrained eaters e sugli esiti negativi del loro comportamento.
LEGGI GLI ARTICOLI SU:
ALIMENTAZIONE – ATTIVITA’ FISICA
BIBLIOGRAFIA:
- de Witt Huberts, J., Evers, C., & de Ridder, D. (2012). Double trouble: restrained eaters do not eat less and feel worse. Psychology and Health, 1-15 – DOI: 10.1080/08870446.2012.751106