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Mentire: può La Pratica Perfezionare L’Inganno?

L'istruzione a mentire ha ridotto significativamente il tempo di reazione e gli errori dei partecipanti nel dare risposte ingannevoli.

Di Marina Morgese

Pubblicato il 20 Feb. 2013

FLASH NEWS

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Con un po’ di pratica, è possibile imparare a dire una bugia indistinguibile dalla verità? 

A chi non è mai capitato di dire una bugia? E a chi non è mai capitato, successivamente, di non ricordare la bugia detta e mettersi così nei guai? In realtà mentire, da un punto di vista cognitivo, è un processo assai complicato: nell’inventare una bugia, infatti, creiamo un’ informazione falsa che viene elaborata solo dopo aver mentalmente soppresso un’informazione vera.

Vari studi hanno dimostrato che, da un punto di vista cognitivo, le persone generalmente spendono maggiori risorse, impiegano più tempo e fanno più errori nel dire una bugia, rispetto al dire la verità, proprio perché in possesso di due informazioni contrastanti. Recentemente, anche la ricerca in neuroscienze cognitive conferma questa ipotesi: mentire impiega più regioni del cervello che sono coinvolte nel controllo cognitivo come la corteccia prefrontale dorsolaterale e la parte anteriore della corteccia cingolata.

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Mentire richiede dunque una maggiore quantità di controllo cognitivo rispetto al raccontare la verità. Tuttavia, se il dispendio cognitivo di risorse quando si dice una bugia possa essere intenzionalmente ridotto, risulta essere una questione ancora aperta da un punto di vista scientifico: con un po’ di pratica, si potrebbe imparare a dire una bugia che potrebbe essere indistinguibile dalla verità? 

Una recente ricerca della New Northwestern University ha messo in luce che, essendo la menzogna più malleabile di quanto si pensasse, attraverso formazione e pratica, l’arte dell’inganno può essere perfezionata.

 

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Scopo dei ricercatori, in questo studio, è stato infatti esaminare se, quando siamo addestrati a mentire, il compito di dire una bugia risulta più automatico e meno impegnativo. A tal fine hanno sottoposto al campione del loro studio, composto da 48 partecipanti, un compito basato sul Paradigma di Differenziazione dell’Inganno (Differentiation of Deception Paradigm, DDP). Questo compito, il cui scopo è valutare i tempi di reazione dei partecipanti nel rispondere e gli errori commessi, è diviso in due parti: nella prima vengono elencate delle frasi a cui i partecipanti devono rispondere in maniera sincera (rispondendo “me stesso” se le informazioni nella frase si riferiscono al paziente e “altri” se le informazioni nella frase letta si riferiscono ad altre persone), nella seconda parte del compito viene invece chiesto ai partecipanti di mentire al successivo blocco di affermazioni, invertendo le risposte “me stesso” e “altri”. Come baseline, ai partecipanti dello studio, viene somministrata una prima prova di DDP.

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I partecipanti vengono successivamente divisi in tre gruppi: di controllo, con istruzioni e con training.  Dopo la baseline, il gruppo di controllo ha visionato un video della durata di 15 minuti, ripetendo poi ancora un compito di DDP. A seguito della baseline, nel gruppo con istruzioni, è stato semplicemente detto di accelerare e fare meno errori nel dare le risposte false, senza dar loro il tempo per esercitarsi, ed è stato poi somministrato un altro compito di DDP.  Nel gruppo con training, invece, è stata effettuata una sessione di formazione sul come fornire risposte più veloci senza fare errori, dando poi ai soggetti del tempo per esercitarsi. Dopo il training, anche questo gruppo ha effettuato un’altra prova di DDP.

I risultati hanno mostrato che l’istruzione da sola ha ridotto significativamente il tempo di reazione e gli errori dei partecipanti nel dare risposte ingannevoli. Tuttavia, le differenze nei tempi di reazione e negli errori tra le risposte ingannevoli e veritiere sono state del tutto cancellate solo nel gruppo con training. Il risultato suggerisce dunque che le l’inganno è malleabile e può essere controllato volontariamente con l’intenzione.

Nel prendere atto comunque dei limiti della ricerca, non si può ignorare l’impatto di questi risultati, soprattutto nel campo della psicologia della testimonianza. Attraverso un’adeguata preparazione, un testimone può essere in grado di mentire senza difficoltà?

Il dubbio è così importate che non si può non sperare in future ricerche sul tema. Nel frattempo … se avete proprio bisogno di dire una bugia, per lo meno esercitatevi un po’ prima di farlo!

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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