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La Qualità della Vita delle Coppie che Decidono di Adottare

Coppie che decidono di Adottare: Per alcune coppie, dopo i fallimenti della fecondazione in vitro si giunge al bivio: rinunciare o adottare?

Di Marina Morgese

Pubblicato il 20 Nov. 2012

Aggiornato il 22 Nov. 2012 12:19

di Marina Morgese

FLASH NEWS 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Coppie che decidono di Adottare: Per alcune coppie, dopo i fallimenti della fecondazione in vitro si giunge al bivio: rinunciare o adottare?

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Numerose coppie oggigiorno incontrano, purtroppo, una notevole difficoltà nell’avere figli, cosa questa che porta i partner alla decisione di intraprendere lunghi percorsi medici per avere un bambino, attraverso soprattutto il ricorso alle moderne tecniche di Fecondazione in Vitro (IVF). Sebbene spesso tali percorsi si concludono con esiti positivi e con l’arrivo del bambino tanto desiderato, per altre coppie la vita prende una piega diversa e, dati i fallimenti della fecondazione in vitro, si giunge ad un bivio: rinunciare o adottare?

Un recente studio ha voluto mettere a confronto la qualità della vita di coppie che decidono di adottare con la qualità della vita di coppie che, per diversi motivi, non hanno preso in considerazione l’idea di adottare un bambino.

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Il gruppo di ricerca è composto da ostetriche e medici dell’Università di Göthenburg che hanno analizzato la qualità della vita in uomini e donne (in totale 979 partecipanti) a distanza di cinque anni dal trattamento IVF. I partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi sperimentali: coppie con IVF non andato a buon fine (senza figli), coppie con IVF andato a buon fine (con figli), coppie senza problemi di fertilità e coppie che, ha causa dell’insuccesso dell’IVF, hanno deciso di adottare un bambino. La qualità della vita è stata misurata attraverso l’utilizzo del Psychological General Well Being (PGWB) e del Sense of Coherence (SOC), strumenti che misurano rispettivamente il benessere psicologico generale e il senso di coesione familiare. Sono state, inoltre, raccolte, attraverso ulteriori questionari, informazioni demografiche, socio-economiche e sanitarie.

Dai risultati è emerso che le coppie che decidono di adottare un bambino dopo il fallimento del trattamento IVF vanno incontro a una migliore qualità della vita, sia rispetto alle coppie senza figli che rispetto alle coppie senza problemi di fertilità. La qualità di vita peggiore risulta appartenere alle coppie il cui trattamento IVF è fallito e che sono ancora senza figli.

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Questo dimostra che la qualità della vita è fortemente legata all’avere dei bambini, indipendentemente dal fatto che questi siano il dono di gravidanze spontanee, di adozioni o di IVF andate a buon fine“, dice il professor Marie Berg della Sahlgrenska Academy dell’Università di Götheborg, che ha lavorato allo studio, e continuaI risultati mostrano che per le coppie può essere importante prendere presto in considerazione l’adozione oltre che a cercare l’aiuto del medico per l’infertilità, soprattutto ora che sappiamo che l’adozione migliora la qualità della vita.

Dallo studio svedese possiamo ricavare un importante messaggio: genitorialità non è sempre riproduttività, si può essere degli ottimi genitori anche quando il dono di un bambino ci viene dato in altri modi, diversi da quello riproduttivo, e la cosa più bella che lo studio ci conferma è che, oltre ad aver aiutato nostro figlio, abbiamo aiutato anche noi stessi.

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Marina Morgese
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Caporedattrice di State of Mind

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