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La Resilienza: quando le Avversità ci rendono più Forti

Per Resilienza si intende la capacità di affrontare al meglio situazioni potenzialmente o realmente stressanti.

Di Alessandra Piccolini

Pubblicato il 26 Set. 2012

Aggiornato il 05 Nov. 2012 12:15

FLASH NEWS 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Resilienza: la capacità di affrontare al meglio situazioni potenzialmente o realmente stressanti.  Alcune esperienze negative ci rafforzano, rendendoci più capaci di affrontare lo stress e gestire il dolore.

Difficile a credersi, ma le avversità ci rendono più resilienti. Sembra infatti che i momenti difficili della nostra vita possano avere effetti benefici, in base a quanto sostenuto da Mark D. Seery, autore dell’articolo “Resilience: A Silver Lining to Experiencing Adverse Life Events?”.

Per resilienza si intende la capacità di affrontare al meglio situazioni potenzialmente o realmente stressanti. Quindi in tanti altri casi, l’essere esposti ad eventi negativi nel corso della vita può portare effetti positivi. 

Secondo Seery: alcune difficoltà rinforzano, sono cioè in grado di renderci più abili nella percezione delle avversità e nel loro superamento. Per verificarne la veridicità di questa affermazione, l’autore ha condotto uno studio su un campione di 2000 persone, la cui “storia di avversità” è stata valutata calcolando il numero totale di eventi negativi riportati da ogni singolo individuo. Si ottiene che un numero maggiore di avversità corrisponde ad un aumento del distress globale, del danno funzionale (la misura in cui salute fisica ed emotiva interferiscono con lavoro e attività sociali) e dei sintomi da stress post-traumatico, insieme ad una diminuzione della soddisfazione della propria vita. Era, tuttavia, evidente anche come un numero intermedio di eventi negativi portasse outcome positivi. 

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In sintesi: considerando il numero di avversità come variabile indipendente, si potrebbe rilevare un andamento ad “U” delle variabili dipendenti negative (distress, sintomi PTSD e danno funzionale) e ad “U inversa” per la variabile dipendente positiva (“soddisfazione di vita”).

Di conseguenza, le persone che avevano esperito eventi negativi in passato erano influenzate meno negativamente da eventi negativi recenti rispetto ad individui che avevano dovuto fronteggiare troppe o nessuna avversità. Infine, la capacità di gestire e sopportare il dolore sembra non essere immune all’influenza delle avversità (Seery, Leo, Lupien, Kondrak & Almonte, 2011).

Le avversità portano ad un minor catastrofismo (riferito al tipo di pensieri riportati mentre si prova dolore fisico), a minore intensità del dolore percepito e a esperire poche emozioni negative.

Nonostante sia importante non minimizzare quando si parla di effetti negativi delle avversità della vita, è probabile che questi effetti siano stati finora sottovalutati: alcune esperienze negative ci rafforzano, rendendoci più capaci di affrontare lo stress e gestire il dolore. Quello che non mi uccide mi fortifica (Nietzsche, 1888).

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