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Autismo: Dal Canada nuovo studio su Diagnosi Precoce

Autismo: un nuovo studio, condotto alla McGill University, offre nuovi indizi per la diagnosi precoce grazie al Neuroimaging Funzionale.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 03 Lug. 2012

Aggiornato il 01 Ago. 2012 14:53

– FLASH NEWS –  Autismo – Neuroscienze

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Un nuovo studio, condotto alla McGill University in Canada, offre nuovi indizi per la diagnosi precoce di autismo (Disturbi dello Spettro Autistico); secondo quanto scoperto dai ricercatori, infatti, è possibile rilevare uno sviluppo cerebrale anomalo già a 6 mesi di età, cioè molto prima che i bambini comincino a manifestare sintomi autistici. Attualmente la diagnosi di autismo viene fatta intorno ai di 2 o 3 anni di età del bambino.

Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sull’American Journal of Psychiatry, ha seguito 92 bambini dai 6 mesi ai 2 anni che avevano fratelli maggiori con il disturbo dello sviluppo e per questo sono stati considerati ad alto rischio di autismo. Ogni bambino effettuava a 6 mesi un tipo particolare di imaging da risonanza magnetica (Diffusion Tensor Imaging DTI) e a 24 mesi una valutazione comportamentale.

La diffusion RM è un importante strumento diagnostico produce immagini che dipendono dai movimenti microscopici delle molecole di acqua tra i tessuti, e permette di descriverne la struttura su scala microscopica; l’Anisotropia Frazionaria (FA) è un Indice di tale diffusione anisotropa.

A 24 mesi, il 30 per cento dei bambini nello studio sono stati diagnosticati autistici. 12 delle 15 aree di sviluppo della materia bianca esaminate, differivano significativamente nei bambini che hanno sviluppato la patologia autistica rispetto a quelli che invece non hanno ricevuto questa diagnosi. L’anisotropia frazionaria (FA),, aveva all’inizio dello studio valori elevati, per poi decrescere progressivamente nei bambini che ricevevano diagnosi di autismo, fino a raggiungere, entro i 24 mesi di età del bambino, valori inferiori a quelli riscontrati in bambini che non venivano diagnosticati autistici.

Per la prima volta, abbiamo un risultato incoraggiante che consente di sviluppare biomarcatori del rischio di autismo prima della comparsa dei sintomi, anticipando di molto le possibilità di diagnosi” ha detto Alan Evans.

Questo studio ha permesso di individuare le modificazioni cerebrali e comportamentali in relazione all’età che sottendono la patologia autistica e per questo è di vitale importanza per lo sviluppo di strumenti in grado di aiutare i bambini autistici e le loro famiglie.

 

 Leggi anche: Autismo – Neuroscienze

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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