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Pedofilia: Il caso di Rignano Flaminio: intervista a Leonardo Tondelli

Rignano Flaminio: Intervista all'autore del blog Leonardo sul problema della verifica fattuale dei casi di sospetto abuso ai minori.

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 25 Giu. 2012

Aggiornato il 06 Set. 2018 12:25

 

Leonardo Tondelli (39 anni) è un docente di scuola secondaria, scrive per l’Unità e cura alcuni dei migliori blog di opinione italiani: leonardo.blogspot.com e  ilpost.it/leonardotondelli. Si è occupato del caso di Rignano Flaminio e ha saputo raccontare alcuni aspetti preoccupanti di una questione che è importante per chi opera nel campo della psicologia, della psicoterapia e della psichiatria: il problema della verifica fattuale dei casi di sospetto abuso ai minori e, ancor peggio, i casi in cui il giusto impegno alla protezione dei minori diventa una paranoica caccia alle streghe che non prevede alcuna cautela verso la possibile innocenza dei supposti abusatori.

 

Pedofilia: Il caso di Rignano Flaminio: intervista a Leonardo Tondelli. - Immagine: © caraman - Fotolia.com

State of Mind: Leonardo, può raccontarci una breve storia delle sue opinioni sul caso di Rignano Flaminio, dal primo emergere del caso fino all’ultimo – e non ancora definitivo- esito, l’assoluzione degli accusati di pochi giorni fa?

Come molti ho appreso il caso di Rignano Flaminio dalla tv. La mia prima reazione credo sia stata di incredulità, come per tutti: ma come, c’era una setta di maestre che porta in giro le vittime alla luce del giorno, e nessuno se ne accorgeva? Dopo aver riletto la stessa notizia su un quotidiano, la domanda si è riformulata così: ma come, stanno cercando di raccontarci una storia così enorme, e ci caschiamo? Poi ho cominciato a pensare a cose che avevo già letto distrattamente qua e là, in particolare su un celebre libello (Lasciate che i bimbi, del collettivo Luther Blissett) che anni prima era stato addirittura sequestrato da un magistrato. Nel giro di qualche giorno mi sono fatto l’idea che una storia così folle abbia una caratteristica molto importante: chiunque la segue non può stare nel mezzo, deve per forza credere a una delle due ipotesi, entrambe un po’ difficili da accettare. La prima è che esista una setta di maestre pedofile – che per sopravvivere deve avere ramificazioni e complicità a livello mondiale – la seconda è che esista una psicosi collettiva per cui decine di bambini e adulti possono essere portati a raccontare cose non vere. Per me è stato abbastanza semplice scegliere la seconda ipotesi, e recuperare su internet vari esempi di psicosi collettive analoghe scoppiate in anni precedenti negli USA, in Francia e in Gran Bretagna. Altri hanno scelto invece di credere alla Spectre Pedofila Mondiale: un’ipotesi molto immaginosa, ma era l’unica disponibile se sceglievi di credere all’accusa sulla base che “i bambini non mentono mai”. Per quel poco che conosco i bambini, non mi pare che non mentano mai: anzi hanno spesso difficoltà a separare il vero dal falso nei loro resoconti agli adulti.

 

State of Mind: Quando l’ho contattata, lei ci ha tenuto a sottolineare la sua “non competenza” tecnica. Eppure leggendo i suoi articoli e post sull’argomento io credo che lei abbia qualcosa da insegnare a chi è competente nel campo psicologico su un argomento grave: quali sono le procedure affidabili di verifica delle accuse di abuso sui minori. Vuole parlarne ancora qui?

La Psicologia del Femminicidio. - Immagine: Unos Cuantos Piquetitos 1935 - Frida Kahlo. Collection of Dolores Olmedo Patiño Mexico City, Mexico
Arrticolo consigliato: La Psicologia del Femminicidio.

Ribadisco la mia incompetenza. Di buono c’è che su internet, se hai un minimo di senso critico, non hai difficoltà a trovare persone competenti. Molte informazioni preziose le trovai su un piccolo blog, ilgiustiziere.blogspot.com… anch’esso in seguito fatto oscurare da un magistrato. Un’altra fonte essenziale è stata giustiziaintelligente.blogspot.com. Per quanto riguarda le procedure, si è scritto subito che nel caso di Rignano Flaminio non erano state rispettate le le linee guida per l’indagine e l’esame psicologico del minore raccolte nella Carta di Noto: non credo che ci sia altro da aggiungere; le testimonianze sono state raccolte in un modo sbagliato, infliggendo temo una grave sofferenza ai testimoni. Non c’è da stupirsi che il processo non sia arrivato a nulla; semmai che sia durato così tanto, danneggiando così profondamente la vita degli indagati.

 

State of Mind: Lei ha raccolto qualche informazione su analoghe caccie alle streghe già avvenute in USA e nel Regno Unito. Ce le racconta ancora per “State of Mind”?

Caccia alle streghe” di solito è un modo di dire, ma in questo caso c’è una certa continuità con le testimonianze raccolte dagli inquisitori durante i processi alle streghe e i racconti di abusi sperimentati durante riti satanici, per esempio, negli USA durante gli anni Ottanta. Il trait d’union è un’autobiografia, Michelle Remembers, scritta a quattro mani da uno psicoterapeuta e dalla sua paziente (poi sua moglie) che durante la terapia cominciò a raccontare gli abusi subiti durante l’infanzia nella locale filiale di una setta satanica mondiale. Il libro divenne un best-seller e l’autore fu invitato come consulente in centinaia di casi del genere che stavano scoppiando negli USA. Il più famoso è il processo McMartin, che presenta qualche analogia con il caso di Rignano: le maestre di una scuola dell’infanzia furono accusate di far parte di una setta pedosatanica. Il processo si concluse con l’assoluzione. Ma durò sette anni, che in America sono un’enormità (per noi purtroppo no, nessuno si stupisce che un innocente possa stare per anni alla gogna con un’accusa del genere). Nel frattempo nel Regno Unito era scoppiato il caso di Broxtowe (Nottingham), nel quale le molestie furono effettivamente provate: salvo che furono commesse da una setta di educatori, ma dai famigliari delle vittime. E tuttavia a un certo punto sia le vittime che i loro famigliari cominciarono a raccontare strane storie di abusi rituali, probabilmente a causa dell’intervento di un “consulente” molto particolare, Ray Wyre, un acceso sostenitore della teoria dell’esistenza di una setta pedofila mondiale. Alle idee di Wyre fa esplicito riferimento almeno uno dei “consulenti” italiani che hanno cercato di dimostrare il passaggio di questa setta a Rignano Flaminio (faccio presente che per avere scritto queste cose più diffusamente, un blogger si è visto sequestrare il suo sito due anni fa, e sembra che ormai non ci si possa più far niente).

 

State of Mind: In conclusione, come sono cambiate le procedure d’indagine su questo tipo di crimine in quei due paesi dopo che ci si è resi conto della possibilità di fenomeni di linciaggio –per così dire- giuridico ai danni di persone in realtà non colpevoli?

Non sono un inquirente, e quindi non credo di essere in grado di rispondere: quel che ho osservato, da normale lettore di giornali, e telespettatore, è che dopo Rignano Flaminio ci sono stati purtroppo altri casi di molestie perpetuate nelle scuole dell’infanzia: ma in tutti questi casi gli inquirenti hanno fornito le prove video. Si può poi discutere sull’opportunità di mostrare queste prove in tv – io personalmente non le ho mai volute vedere – però mi sembra che la prova video sia un grosso salto di qualità. Non credo sia una coincidenza il fatto che il carattere satanico (e sessuale) delle molestie contestate sia scomparso.

 

State of Mind: Naturalmente tutto questo a sua volta non significa che dobbiamo sottovalutare gli abusi. Però possiamo imparare che questi abusi si svolgono in maniera diversa da come pensato: non in forma di organizzazioni diaboliche. Caro Leonardo, ha un suo qualche pensiero conclusivo da darci per congedo?

In questi anni quando facevo obiezioni mi sentivo spesso rispondere “tu non hai figli, non puoi capire”. Forse il non avere figli, ma maestre in famiglia, mi faceva vedere le cose in un modo diverso. Però io a quei bambini ci ho sempre pensato. Credo che la loro sofferenza sia reale, e che non sia finita ancora.

 

 

AGGIORNAMENTO (27-06-2012):

A seguito del dibattito che si aperto riguardo questo articolo e alle richieste di alcuni lettori di avere fornita una bibliografia essenziale sui temi trattati, proponiamo qui di seguito alcuni collegamenti esterni dal sito www.psicologiagiuridica.eu

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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