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Malattia di Parkinson e Memoria Prospettica: l’efficacia farmacologica sul deficit cognitivo.

La Memoria Prospettica è deficitaria nei pazienti con Parkinson e il deficit coinvolge maggiormente la capacità di attivazione spontanea.

Di Alice Mannarino

Pubblicato il 05 Mar. 2012

Aggiornato il 24 Set. 2012 11:51

Alice Mannarino. 

Malattia di Parkinson e Memoria Prospettica: l’Efficacia Farmacologica sul Deficit Cognitivo© V. Yakobchuk - Fotolia.com La memoria prospettica fa riferimento ai processi e alle abilità implicate nel ricordo di intenzioni che devono essere realizzate nel futuro (Meacham e Sincer, 1977). Ricordarsi di partecipare ad una riunione, di comprare le batterie per una sveglia, di seguire una trasmissione televisiva alla nove di sera, di fare una telefonata tra venti minuti sono tutti esempi di compiti di memoria prospettica. Si tratta di un’abilità molto importante nel garantire un buon livello di funzionamento cognitivo quotidiano.

Un eventuale disturbo della memoria prospettica si manifesta generalmente con difficoltà nel seguire un progetto, un piano di trattamento, o semplicemente, non rispettando un appuntamento. Per quanto riguarda i disturbi di memoria prospettica nella malattia di Parkinson, un numero sempre maggiore di studi sembra evidenziare un deficit di memoria prospettica in soggetti affetti da malattia di Parkinson.

Cellule Staminali: nuovo passo avanti, restaurando telomeri.- Immagine:  © Elena Pankova - Fotolia.com
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Un buon funzionamento prospettico dipende soprattutto dall’integrità delle aree cerebrali prefrontali; allo stesso tempo diversi studi hanno messo in evidenza la presenza in soggetti affetti da malattia di Parkinson di difficoltà cognitive riguardanti soprattutto test che investigano l’integrità funzionale dei circuiti fronto-striatali. In particolare, gli studi riportano peggioramenti nelle abilità di shifting, nei processi di working memory e nella pianificazione, tutte funzioni strettamente correlate con le abilità di memoria prospettica.

Negli studi attualmente disponibili, sono stati generalmente utilizzati paradigmi sperimentali in cui ai partecipanti veniva chiesto di compiere delle azioni dopo un certo intervallo di tempo, ovvero al verificarsi di un evento specifico. Nell’intervallo di tempo che intercorre tra le istruzioni date e il momento in cui è necessario compiere le azioni richieste, i soggetti sono impegnati nello svolgimento di compiti di natura attentiva. Nel primo di questi studi Katai et al. (2003) hanno confrontato la prestazione di un gruppo di pazienti con malattia di Parkinson senza demenza con quella di un gruppo di soggetti sani. I risultati mettono in evidenza che i pazienti con il Parkinson hanno una riduzione della capacità di attivarsi spontaneamente al fine di eseguire le azioni prestabilite nel compito di memoria prospettica. Gli autori non hanno trovato, invece, differenze significative tra i i due gruppi nella componente di memoria retrospettiva del compito.

Un altro studio recente è quello di Costa e al. (2008). In particolare, ad un gruppo diverso di 20 pazienti con Parkinson veniva chiesto di compiere tre azioni tra loro non correlate dopo 20 minuti (condizione time-based) o al suono di un timer (condizione event-based). I pazienti sono stati testati in una condizione off (dopo effetto della terapia farmacologica) e una condizione on (subito dopo la somministrazione in acuto di levodopa). I risultati documentano un significativo miglioramento dell’accuratezza nella componente prospettica del compito, dopo somministrazione del farmaco, tanto da rendere i pazienti non più differenziabili dai soggetti di controllo.

Nel sintetizzare i dati esposti, emerge chiaramente che la memoria prospettica è deficitaria nei pazienti con Parkinson e il deficit osservato coinvolge maggiormente la capacità di attivazione spontanea, dunque la componente propriamente prospettica dei compiti utilizzati. Inoltre il deficit di memoria prospettica, appare connesso con l’alterazione della trasmissione dopaminergica e con l’efficacia indotta dal trattamento farmacologico.

 

 

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