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Tipi di coppie #1 – I Simbiotici (o gemelli paradisiaci di Jackson)

Caratteristica principale di una coppia di simbiotici è la reciproca dipendenza e la scarsa definizione dei confini interpersonali.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 16 Feb. 2012

Aggiornato il 23 Feb. 2012 11:38

 

Introduzione 

Tipi di coppie #1 - I Simbiotici (o gemelli paradisiaci di Jackson) - Immagine: © kanate - Fotolia.com Nel guardare alle coppie e alla varietà delle configurazioni possibili, la classificazione proposta da Berrini e Cambiaso (2001), tiene particolarmente in considerazione tre dimensioni molto importanti:

1- Un tema considerato è quello della distanza interpersonale tra i partners: su questo piano della relazione si gioca la possibilità di riconoscersi come individui separati, di condividere nel rispetto delle reciproche differenze e di tollerare l’ambivalenza all’interno della relazione. Saranno possibili, a seconda dei casi, modalità di interazione più o meno cooperative e possibilità di scambio più o meno ampie.

2- Un altro tema è quello dell’uso della relazione di coppia allo scopo di colmare “vuoti” emotivi e bisogni non appagati nel rapporto con le figure significative dell’infanzia; un tentativo, che come abbiamo visto, spesso fallisce, esprimendosi con la cristallizzazione di modalità relazionali e l’assunzione di ruoli rigidi, disadattivi ai fini della crescita individuale e di coppia.

3- Ultimo, ma non meno importante, è il tema dello svincolo dalle rispettive famiglie di origine.

 

 

#1 – I simbiotici (o gemelli paradisiaci di Jackson)

La coppia imprigionata. - Immagine: © michaltutko - Fotolia.com -
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La caratteristica principale di una coppia di “simbiotici” è la reciproca dipendenza tra i partner e la scarsa definizione dei confini interpersonali, al punto che più che un incontro tra due individui si realizza la costruzione di un unico corpo psichico. Queste coppie non conoscono il litigio, la diversità e la contrapposizione di opinioni e desideri individuali. I due infatti, si comportano come se a prendere decisioni fosse sempre una persona sola; lo scambio è estremamente ridotto e così come le possibilità di dialogo, anche il potenziale di cambiamento e la creatività sono atrofizzati.

In queste coppie il meccanismo di reciproca proiezione di parti del sé si focalizza sugli aspetti di fragilità e inadeguatezza: ciò che viene proiettato sull’altro, infatti, è la possibilità di essere rassicurati e protetti, allo stesso tempo ciascuno riconosce nell’altro la propria insicurezza e inadeguatezza nei confronti del mondo esterno. I due partner sono come due bambini impauriti dal buio, si tranquillizzano a vicenda e, paradossalmente, l’insicurezza dell’uno è fonte di sicurezza per l’altro. Ognuno si sente sicuro di muoversi solo se accanto a sé cammina l’altro e se il ritmo e la velocità dei loro passi è uguale, nel percorrere un cammino comune e nella medesima direzione.

La Scelta del Partner: dall'innamoramento alla costruzione di una relazione stabile. Immagine: © Artistan - Fotolia.com -
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Un’esasperazione della chiusura della coppia nei confronti di un mondo pauroso e pericoloso è colta da Jackson con la definizione di “predatori paranoici”, in cui l’intimità è appunto mantenuta a fronte di un mondo ostile.

L’assenza di diversità e confronto conduce anche all’appiattimento emotivo e a un impoverimento dell’intimità, anche sessuale: i simbiotici infatti hanno bisogno di non perdersi d’occhio ma allo stesso tempo non tollerano un eccessiva intimità. I bisogni infantili e fusionali di rassicurazione e protezione costante dal pericolo non permettono di accedere ad una dimensione relazionale più matura, nella quale è necessario saper reggere l’impatto emozionale di un’unione appassionata tra due individui separati: la vicinanza è avvertita con pericolo, come un’invasione, e non come una benefica regressione a cui abbandonarsi.

Questo tipo di coppie sono metodiche e ripetitive, non amano le sorprese, i viaggi, le distanze; di solito sono molto attaccati alla famiglia di origine e confinano la vita di coppia entro percorsi prevedibili. Ai figli trasmettono la fobia dell’intimità e dell’autonomia e questi ultimi possono sviluppare difficoltà al momento dello svincolo: unioni di questo tipo difficilmente vanno incontro a una crisi, che può però esprimersi nella generazione successiva.

Un buon esempio di questo tipo (esacerbato) di coppie è raccontato nel film “Il marito della parrucchiera” di Patrice Leconte. Anna Galiena e Jean Rochefort si costruiscono un mondo a parte, fatto di abitudini rassicuranti e privo di divergenze individuali, la minaccia di un’evoluzione del rapporto e di cambiamenti porta a un tragico epilogo con il suicidio della Galiena e l’impossibilità di Rochefort di accettarne l’evidenza.

La prossima settimana: i combattenti cronici, gli ambivalenti e i fratellini.

 

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Berrini R, Cambiaso G, (2001) Illusioni di coppia. Sto con te perché posso stare senza di te, Franco Angeli, Milano
  • Jackson, D. (1968). Mirages of Marriage. NY: W.W. Norton & Co.
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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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