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Tipi di coppie #2 – Combattenti cronici, Ambivalenti e Fratellini.

Dopo aver parlato dei "Simbiotici" analizziamo adesso altri tipi di coppie: I "Combattenti Cronici", Gli "Ambivalenti" e I "Fratellini".

Di Serena Mancioppi, Costanza Prinetti

Pubblicato il 23 Feb. 2012

Aggiornato il 01 Mar. 2012 11:10

La scorsa settimana abbiamo parlato delle 3 dimensioni fondamentali per considerare le varie configurazioni che una coppia può incarnare e si è parlato del tipo di coppia definito “i simbiotici”. Andiamo ora a introdurre altri tre tipi di coppie: I “Combattenti cronici”, gli “Ambivalenti” e i “Fratellini”.  

Tipi di coppie #2 - Combattenti Cronici, Ambivalenti e Fratellini. - Immagine: © 2012 Costanza Prinetti

I combattenti cronici. 

in questo tipo di coppie ritroviamo la stessa difficoltà a vivere la separatezza della categoria precedente, ma con la contemporanea impossibilità di riconoscere e ammettere il bisogno di vicinanza e di intesa. Questo paradosso relazionale è sostenuto grazie al perenne agonismo e all’incessante competizione tra i partner: la comunicazione e le transazioni nella coppia seguono le regole di un’escalation simmetrica, che generalmente si interrompe con un appassionato rapporto sessuale. È come se per queste coppie lo scontro avesse una funzione di preliminare erotico e quindi una finalità conservativa, e non distruttiva, per il legame.

Tipi di coppie #1 - I Simbiotici (o gemelli paradisiaci di Jackson) - Immagine: © kanate - Fotolia.com
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La prima regola del gioco è quella del rifiuto, rifiuto di farsi aiutare e accudire e ovviamente rifiuto alle richieste del partner. La seconda è di respingere ogni tentativo di avvicinamento, fino allo scattare del meccanismo autoregolativo, che avverte la coppia che continuare nell’escalation potrebbe portare alla rottura della relazione; in alcune coppie tuttavia questo meccanismo protettivo è troppo debole e si corre il rischio di arrivare al danno personale. Generalmente questa modalità relazionale è appresa già all’interno delle rispettive famiglie di origine, dove le relazioni si consolidano in un atmosfera competitiva e carica di aggressività, in cui l’indissolubilità del legame si esprime con una continua squalifica e disconferma reciproca.

I ruoli sono del tutto simmetrici, non ci sono né vittime né carnefici, l’area dello scambio è molto sviluppata anche se un vero scambio è precluso dall’impossibilità a raggiungere un accordo; le finalità comunicative infatti sono mirate a mettere in luce gli sbagli e i limiti del partner e a rifiutare e svalutare i suoi bisogni e le sue richieste, e non a una ricerca di accordo e comprensione delle posizioni altrui. Con le parole di Mara Selvini Palazzoli (1975) potremmo dire che è una guerra nella quale ciascuno tenta di imporre la sua definizione della relazione squalificando quella dell’altro.

Jackson (1968) li definirebbe “combattenti perditempo” e aggiunge una variante underground dei combattenti, quella degli “sfuggenti psicosomatici” (molto simile alla tipologia degli “ambivalenti”, che segue): sono coppie che non riuscendo ad esprimere apertamente la collera, spesso sviluppano sintomi psicosomatici legati allo stress, o in alternativa, presentano disfunzioni sessuali e problemi collegati al bere.

 

Gli Ambivalenti.

Questo tipo di coppie è composto da persone che non tollerano la componente conflittuale normalmente insita in ogni legame e per questo si sentono molto a disagio quando si trovano a fare i conti con la propria e altrui ambivalenza. Il meccanismo di auto-protezione utilizzato è l’occultamento e la minimizzazione dei sentimenti: queste coppie faticano a esprimere e verbalizzare le emozioni, per una forma di ritegno timoroso verso gli aspetti emotivi del proprio mondo interno e soprattutto per paura di affetti aggressivi, come la rabbia, il rancore o la delusione. La conseguenza è un incessante lavorio per abbassare la temperatura emotiva interna, così che i disaccordi e le delusioni rimangano sistematicamente inespressi, accumulandosi. Un’altra conseguenza è la presenza di disturbi della sfera sessuale, nel senso che il tentativo prolungato di rimuovere sentimenti di collera e di delusione porta a una progressiva diminuzione del desiderio erotico e alla sensazione che il sesso sia un peso e un obbligo.

La difesa utilizzata difronte alle emozioni negative è la razionalizzazione, che viene usata per formulare spiegazioni “ragionevoli” quando qualcosa non và: la conflittualità è banalizzata e il disagio emotivo è spiegato come una reazione a problemi di ordine pratico e concreto. In alternativa viene messo in atto uno “sciopero della comunicazione” (musi, rispondere a monosillabi, aumento della distanza fisica) fino a che le ferite si rimarginano naturalmente o le esigenze riparatorie (il bisogno di sentirsi buoni rispetto al rancore provato) hanno il sopravvento e l’“armonia” torna.

 

I Fratellini.

La coppia imprigionata. - Immagine: © michaltutko - Fotolia.com -
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Questo tipo di definizione ha lo scopo di sottolineare una distorsione di fondo dei ruoli all’interno della coppia, infatti, questo tipo di organizzazione mina le basi stesse della struttura coniugale. La coppia è affiatata, parole e gesti esprimono un attaccamento reciproco e i momenti difficili di conflittualità sono superati con una certa leggerezza che allontana la minaccia della separazione. La comunicazione è fluida, e gratificante e lo scambio è, a seconda dei casi, collaborativo o competitivo. Ciò che li differenzia dai Simbiotici, ai quali apparentemente assomigliano, è il fatto di avere un livello di autonomia individuale maggiore, dimostrandosi comunque in grado di condividere tempi e spazi con dedizione reciproca.

La distorsione dei ruoli di coppia si evidenzia nella tendenza al tradimento, cioé nello scarso impegno sul versante sessuale/sentimentale: queste coppie riescono ad evadere la clausola dell’impegno di fedeltà in virtù della mancata o incompleta assunzione del ruolo come membro di una “coppia”; il tradimento non è tanto avvallato dal punto di vista ideologico, quanto effettuato e reiterato senza troppi drammi, ripensamenti o sensi di colpa. La tenuta del rapporto non è una delle migliori.

Una variante della tipologia Fratellini è quella dei “fratellini abbandonici”: entrambi i partner hanno vissuto nella propria storia personale delle vicende di trascuratezza e abbandono vero e proprio, quindi le spinte che conducono al legame sono di tipo compensatorio e riparativo nei confronti di una sofferenza vissuta nel rapporto con le figure significative dell’infanzia. Come nel caso dei simbiotici, i fratellini abbandonici si stringono l’un l’altro in cerca di protezione e rassicurazione ma a differenza di questi tendono a organizzare il loro legame in modo più indipendente e conflittuale: il tradimento in questo caso genera più disagio in quanto è percepito come una minaccia all’equilibrio vitale individuale.

La prossima settimana: le coppie complementari.

 

 

BIBLIOGRAFIA:  

  • Berrini R, Cambiaso G, (2001) “Illusioni di coppia. Sto con te perché posso stare senza di te”, Franco Angeli, Milano
  • Selvini Palazzoli, M., Boscolo, L., Cecchin, G., Prata, G. (1975). Paradosso e controparadosso. Un nuovo modello nella terapia della famiglia a transazione schizofrenica. Milano: Feltrinelli.
  • Jackson, D. (1968). Mirages of Marriage. NY: W.W. Norton & Co.
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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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