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Psicologia di Guerre Stellari 2: “mindful” Yoda

Non sembra che Yoda viva in un costante atteggiamento mindful?Sembra che lui non conosca il doing mode, la “modalità del fare” in automatico

Di Costanza Prinetti, Andrea Bassanini

Pubblicato il 30 Gen. 2012

Aggiornato il 01 Ago. 2012 15:30

Psicologia di Guerre Stellari 2: Mindful Yoda - Immagine: © 2012 Costanza Prinetti

La lettura dell’articolo di Gabriele Caselli sul Maestro del Dark Side, Darth Vader , mi ha fatto riflettere sull’altro grande personaggio della saga di Lucas: il Maestro Indiscusso della Forza, Yoda (Sansweet et al., 2008). Master Yoda rappresenta in Star Wars il Gran Maestro del Consiglio e dell’Ordine Jedi, uno dei membri più saggi e anziani dell’Ordine, e probabilmente il più potente tra tutti i cavalieri Jedi.

Non sembra che Yoda viva in un costante atteggiamento mindful? Sembra che lui non conosca il doing mode, la “modalità del fare” in automatico, è sempre attento e consapevole di ciò che sta facendo. Che stia masticando il bastoncino di gimer (ve lo ricordate?), o suonando il suo flauto donatogli dagli Wookie di Kashyyyk, appare consapevole e attento a ciò che gli accade, momento per momento… per momento. E allo stesso tempo, come i migliori esseri (non necessariamente umani…), esprime la sua rabbia, lasciandola scorrere e fluire, come nel tragico duello contro l’Oscuro Lord Sidious, portando con sé tutto il dolore della strage dei Cavalieri Jedi.

Psicologia di Guerre Stellari: Una diagnosi per Darth Vader. - Immagine: © 2011-2012 Costanza Prinetti
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Appena ho avuto in mente quel piccolo mostriciattolo verde, basso (66 cm per l’esattezza) e simpaticamente brutto, mi sono venuti in mente i sette principi della mindfulness indicati da Jon Kabat Zinn (2005) e ripresi dai recenti approcci ACT (Harris, 2011):

1) Atteggiamento non giudicante e 2) accettazione: lui per primo è consapevole e accetta anche la presenza del Lato Oscuro nel mondo, ma soprattutto dentro le anime. Venne tentato dal Lato Oscuro, tanto tempo fa… in una galassia lontana (“Dentro di me, una oscurità io porto). Chissà quante volte, durante le sue pratiche di meditazione, ha lasciato scorrere le emozioni legate a quella tentazione.

3) Pazienza: come raccontano su Jawapedia, Nel 200 BBY, Yoda, insieme ad altri grandi Maestri, scoprì che la forma della Forza era diventata strana e incerta. Studiando il mistero in meditazione, il Consiglio aveva accettato la sua interpretazione – la potenza del Lato Oscuro stava crescendo. Alcuni pensavano a un imminente ritorno dei Sith, ma siccome nessun Signore Oscuro si era rivelato, Yoda propose una altra teoria: l’arrivo del Prescelto della Forza, che avrebbe distrutto i Sith e il Lato Oscuro una volta per sempre. Questa consapevolezza probabilmente Yoda l’ha raggiunta solo con un grande sforzo di meditazione, che l’ha “risvegliato” e gli ha permesso di guardare oltre ciò che la maggior parte dei suoi colleghi Anziani Maestri stava professando.

La “mente del principiante”: pensate a quanto possa essere curioso un vecchietto di 900 anni… invece no, Yoda, durante la Guerra dei Cloni, “trasmigra” brevemente nel Lato Oscuro per comprendere le ragioni profonde per le quali il Conte Dooku gli propose di passare al Lato Oscuro. Ricordiamo che, proprio l’aver affrontato questa prova, in modo autentico e curioso, gli ha permesso di diventare definitivamente “intoccabile” dal Lato Oscuro.

5) Fiducia: “Difficile da vedere, il Lato Oscuro è”; questa considerazione non ha mai fatto desistere Yoda dal continuare a meditare, aspettandosi fiducioso che il mondo non sarebbe caduto nelle mani del lato oscuro (cosa che, peraltro, avviene, con grandi festeggiamenti delle truppe dei ribelli, usciti definitivamente vittoriosi dalla lotta contro l’Impero, a Endor). Tutto lo sforzo compiuto da Yoda negli anni è ripagato e lui, ormai diventato Luce, festeggia con tutti i ribelli.

6) Non cercare risultati: Questa potremmo tradurla con “non cercare i risultati subito… riflettere, affrontare le proprie paure e impegnarsi per i tuoi valori si deve”

7) Lasciare andare: Mentre addestra Luke Skywalker, Yoda cerca di insegnare al giovane futuro Jedi di far scorrere la Forza dentro di sé, “devi sentire la Forza”. “lasciare andare” chiede uno sforzo preliminare: di non voler controllare sempre che le cose siano come la nostra mente ci dice che sono. Questo atteggiamento, su cui le terapie ACT insistono molto (Harris, 2011) è ciò che ci fa convincere delle nostre convinzioni e non ci fa esplorare scenari alternativi (per dirla con le parole di Star Wars: Luke: non ci posso credere, Yoda: …ecco perché hai fallito).

Infine, 8 ) Impegno nella pratica… Non mi permetto di commentare l’esperienza di un Maestro che ha meditato per la maggior parte della sua vita… Considerando per di più che ha vissuto poco meno di 900 anni…

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Harris R. (2011). Fare ACT. Milano: Franco Angeli
  • Kabt-Zinn J. (2005). Vivere momento per momento. Milano: Tea Editore.
  • Sansweet S., Hidalgo P., Vitas B., Wallace D., Franklin M., Kushins J. & Cassidy C. (2008). The Complete Star Wars Encyclopedia. Del Ray Publishers.   
  • Jawapedia, Yoda (definizione) http://it.starwars.wikia.com/wiki/Yoda 
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Andrea Bassanini
Andrea Bassanini

Psicologo - Spec. in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale

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