expand_lessAPRI WIDGET

Le donne con alta autostima sono meno desiderabili!

Mostrare di avere un elevata autostima ha un impatto rilevante sulla desiderabilità di una persona agli occhi dell’altro sesso, e questo impatto è diverso per uomini e donne. Una serie di studi di recente pubblicazione (Zeigler-Hill & Myers, 2011) riporta che gli uomini che mostrano un elevata autostima sono mediamente percepiti come più “desiderabili” per instaurare una relazione di coppia.

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 05 Gen. 2012

Aggiornato il 27 Apr. 2016 15:13

Le donne con alta autostima sono meno desiderabili??

Le donne con alta autostima sono meno desiderabili. Immagine: © Marco Lensi - Fotolia.com Mostrare di avere un elevata autostima ha un impatto rilevante sulla desiderabilità di una persona agli occhi dell’altro sesso, e questo impatto è diverso per uomini e donne. Una serie di studi di recente pubblicazione (Zeigler-Hill & Myers, 2011) riporta che gli uomini che mostrano un elevata autostima sono mediamente percepiti come più “desiderabili” per instaurare una relazione di coppia. Viceversa mostrare un’autostima elevata per un donna riduce il livello di desiderabilità.

Se le donne preferiscono l’uomo che mostra un’elevata autostima, gli uomini sceglierebbero come partner donne con livelli di autostima moderata. L’elemento responsabile di questa curiosa differenza sembra essere la tendenza da parte degli uomini a considerare le donne con alta autostima come meno ‘accoglienti’ da un punto di vista affettivo e meno ‘affidabili’ nella costruzione di un rapporto a lungo termine.

Nonostante questo tema non sia direttamente collegato al mondo della psicologia clinica, ci suggerisce ancora una volta come il lo stile di giudizio sia continuamente influenzato da associazioni automatiche di cui non siamo consapevoli (es: l’associazione tra autostima manifesta e inaffidabilità relazionale). Queste regole che governano valutazioni e decisioni sono definite in termini tecnici euristiche, strategie semplificate del pensiero che non si basano su un ragionamento puramente logico ma di tipo probabilistico e si formano sulla base a esperienze e informazioni che quotidianamente riceviamo dalle nostre figure educative e dal mondo culturale che ci circonda (Kahneman, Slovic & Tversky, 1982).

Queste regole possono sostenere molti disturbi psicologici, pensiamo per esempio all’associazione tra magrezza e perfezionismo. Spesso la terapia è un percorso che conduce a riconoscere le proprie euristiche più dannose, valutarne l’infondatezza e assumere rispetto ad esse una posizione di distanza critica.

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Kahneman, Slovic & Tversky (1982). Judgement under uncertainty: Heuristics and biases. Cambridge University Press.
  • Zeigler-Hill & Myers (2011). Evolutionary Psychology, 9(2), 147-180.

 

CLICCA QUI PER SEGNALARE UN PROBLEMA CON QUESTO SITO. UN IDEA PER MIGLIORARLO. PORRE UNA DOMANDA ALLA REDAZIONE. AVANZARE UNA CRITICA O UN CONSIGLIO

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

Tutti gli articoli
ARTICOLI CORRELATI
cancel