‘Bimbo bestemmia e le maestre gli fanno lavare la bocca col sapone: denunciate”. Questo il titolo di un articolo apparso quest’anno sul Corriere. L’intervento formativo viene giudicato eccessivo dalla madre dell’imprecatore che sporge denuncia contro le insegnanti che avrebbero invitato l’alunno a sciacquarsi la bocca dopo aver rivolto loro una bestemmia. La dirigente scolastica non ha invece la minima intenzione di allontanare le insegnanti che si sono sempre dimostrate a suo parere competenti e professionali.
E a quanto pare l’intervento delle insegnanti, che a una prima analisi sembrerebbe rasentare la crudeltà delle pratiche punitive medioevali, ha un fondamento teorico secondo quanto pubblicato da Spike W.S. Lee e Norbert Schwarz, ricercatori presso l’Università del Michigan.
L’autorevole fonte sostiene infatti che l’esperienza corporea di rimuovere lo sporco dal proprio corpo induca nell’erronea credenza di rimuovere anche i contenuti mentali.
Gli autori hanno riscontrato che le persone tendono a giudicare il comportamento immorale degli altri con maggior severità se posti in ambienti sciatti o maleodoranti piuttosto che se seduti in camere pulite e confortevoli. Anche il giudizio sul nostro stesso comportamento immorale scaturisce minor senso di colpa se, dopo aver commesso il fattaccio, ci si deterge con una salviettina disinfettante.