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Sonno e Memoria: Ti serve un’idea brillante? Dormici sopra

Il sonno non è uno stato di incoscienza inerte ma un periodo di cambiamenti ciclici regolari tra l’attività del corpo e del cervello.

Di Michela Muggeo

Pubblicato il 28 Ott. 2011

Aggiornato il 02 Mar. 2012 10:01

Sonno e Memoria: ti erve un'idea brillante? Dormici sopra - Immagine: © Jean B. - Fotolia.comSe è vero quello che dicono le statistiche, ovvero che ciascuno di noi spende circa un terzo della propria vita dormendo, deve pur esserci una ragione, giusto? Come confermato dalle ricerche degli ultimi 50 anni, oggi sappiamo che il sonno non è uno stato di incoscienza in cui non succede nulla, piuttosto si tratta di un periodo di cambiamenti ciclici regolari tra l’attività del corpo e del cervello.

La prima fase è quella dell’assopimento, in cui tutto l’organismo si prepara alla dimensione vera e propria del sonno: il battito del cuore diminuisce, così come il respiro, e la temperatura del corpo inizia ad abbassarsi. È così che ci addormentiamo. Durante la fase d’inizio, il cervello modifica il suo stato bioelettrico: si passa dalle onde alfa, caratteristiche di una condizione di rilassamento, alle onde theta, tipiche dello stato di dormiveglia, fino alle onde delta del sonno profondo.

Dormi che ti passa! Le proprietà terapeutiche della fase REM - Immagine: © Valua Vitaly - Fotolia.com
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Il sonno vero e proprio consiste in una serie di cinque cicli della durata di circa novanta minuti ciascuno e caratterizzati da una fase di sonno profondo (sonno non REM), seguita da una fase di sonno più leggero (stadio REM); solo quest’ultima è caratterizzata dalla presenza dei sogni ed è in questa fase che si organizzano e si fissano i ricordi.

È quello che si legge su un articolo pubblicato dall’ Association for Psychological Science e riportato su Psypost alcune settimane fa. Le dottoresse Payne e Kensinger, psicologhe rispettivamente dell’università di Notre Dame e del Boston College e coautrici di una review sugli effetti del sonno sul nostro organismo, affermano che il sonno non solo consolida i ricordi, ma farebbe qualcosa in più, ovvero ricostruirebbe e riorganizzerebbe le nostre memorie.

In particolare, la persona addormentata tenderebbe a immagazzinare la parte emozionale di un ricordo: ad esempio, se alle persone vengono mostrate scene ad alto impatto emotivo (come gravi incidenti stradali), esse tendono a ricordare e fissare, durante il sonno, proprio la parte emotiva dell’esperienza più che i dettagli del fatto. Ai partecipanti dello studio in questione è stato proposto proprio qualcosa di simile: venivano loro mostrate scene emotivamente attivanti prima di addormentarsi, dopodiché veniva loro misurata l’attività del cervello durante il sonno e il loro ricordo effettivo al risveglio. Ciò che emerge è il fatto che queste persone ricordano meglio l’emozione provata e non, ad esempio, i dettagli presenti nella scena. Anche a livello cerebrale si evidenzia che le regioni attive durante il sonno sono quelle della memoria e delle emozioni.

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Un altro studio pubblicato su The Journal of Neuroscience mette in evidenze come il sonno sia fondamentale per il consolidamento della memoria a lungo termine. Analizzando il tracciato elettroencefalografico di 191 volontari è emerso che, durante la fase di sonno REM vi è un aumento dell’attività cerebrale: in particolare, più il cervello è attivo durante questa fase, migliore sarà il ricordo. Ciò che gli autori sostengono è che durante la veglia è come se il nostro cervello “catalogasse” nella corteccia prefrontale tutte le informazioni che gli arrivano, mentre sarebbe l’attività dell’ippocampo durante il sonno a consolidarle.

Nelle attuali società occidentali con ritmi di vita frenetici, tra le prime cose a pagarne le conseguenze sono proprio le ore di sonno, probabilmente perché vi è ancora una convinzione alla base che dormendo “non si fa niente”. Ma questo non è vero: il cervello è impegnato, non solo a consolidare ciò che abbiamo fatto, letto e pensato, ma anche a riorganizzare tutte queste informazioni scegliendo tra le più rilevanti e rendendoci creativi. Se abbiamo una buona idea, insomma, ci verrà in mente probabilmente al mattino. Perciò, dormiamoci sopra.

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Cartwright, R. D., (2010). The twenty-four hour mind: the role of sleep and dreaming in our emotional lives. Oxford University press.
  • Diekelmann, S., & Born, J., (2010). The memory function of sleep, Neuroscience.
  • Sleep Makes memories stronger. Psypost.
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