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Sette: analisi psicologica dei meccanismi di affiliazione e affrancamento – Report dal webinar organizzato dall’OPL

Si è svolto lo scorso 18 aprile un interessante evento Webinar, organizzato dall’OPL, sul tema del fenomeno delle sette e i meccanismi di affiliazione attraverso cui i nuovi adepti vengono “captati” all’interno di queste.

Di Angela Ganci

Pubblicato il 30 Apr. 2018

Aggiornato il 06 Set. 2018 12:18

Si è svolto lo scorso 18 aprile un interessante evento Webinar, organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia e aperto ai professionisti di tutti gli Ordini regionali, che ha indagato il fenomeno delle sette e i meccanismi di affiliazione attraverso cui i nuovi adepti vengono “captati” all’interno delle sette, e realtà totalitarie, dotate di propri codici insindacabili e finalizzate all’attaccamento esclusivo agli ideali del gruppo settario.

 

Relatrice esperta la Dottoressa Lorita Tinelli, psicologo, specializzato in criminologia e fondatrice del CESAP, Centro Studi Psicologici Abusi Psicologici Onlus.

Il termine sette si riferisce alla funzione delle stesse, ovvero quella di separare, nel senso di un distacco dalle realtà sociali, alla guida di un leader con precise caratteristiche – precisa Tinelli.

Un fenomeno allarmante e che necessita di interventi di tipo psicoterapeutico e criminologico: ottomila le sette in Italia, 600 mila gli adepti in Italia e 500 milioni nel mondo, secondo un’indagine di Focus dell’Aprile 2006, all’origine di storici fatti di sangue. Resterà nella memoria collettiva il caso del reverendo Jim Jones, predicatore statunitense, che ordinò (e ottenne) il suicidio di massa di 909 membri della sua congregazione nello stato della Guayana, inclusi bambini per mano degli stessi padri. Cosa può aver spinto a tale decisione collettiva definitiva, quali i poteri carismatici di influenzamento e le finalità da attribuire al leader Jones e quali i meccanismi di controllo delle menti degli adepti?

In termini generali, finalità primaria del leader è l’indottrinamento dei suoi membri al fine di accentrare il poter su di sé, sfoderando uno spiccato narcisismo, e portando a un controllo totale dell’adepto, a vari livelli, compreso quello economico, con la frequente espoliazione dell’intero patrimonio dell’adepto o l’appropriazione dei proventi della sua attività professionale – sottolinea la docente – Nel caso Jones un genitore che decide di consegnare nelle mani del leader-predicatore il proprio figlio dimostra un totale controllo della sua mente e un’alienazione dal mondo e dalla sua funzione genitoriale. D’altronde anche i testimoni di Geova agiscono dimostrando una cieca acritica adesione alla dottrina del gruppo, quando proibiscono le trasfusioni e permettono la morte dei propri piccoli.

Un indottrinamento lento, quello delle sette, costante, inesorabile che si fonda sulle capacità seduttive del leader e sul sapiente utilizzo di tecniche di indebolimento della volontà, e che sfrutta personalità vulnerabili, malleabili, soddisfando bisogni di dipendenza affettiva.

Il leader di una setta ha precise caratteristiche che lo rendono seduttivo, in grado di vendere un prodotto che non c’è, alla ricerca di un solo vantaggio personale: si autodefinisce maestro, veggente, dedica molto tempo alla cura della sua immagine, inventando spesso anche storie false su di sé, come il possesso di lauree inesistenti, utilizzando uno stile linguistico ampolloso. Riguardo all’indottrinamento vengono utilizzati metodi scientifici per aggirare le difese psichiche, come la deprivazione del sonno, i digiuni, in grado di alterare lo stato di coscienza e facilitare l’indebolimento della volontà, oltre alle regole su chi abusare sessualmente. Ciò induce confusione mentale nei confronti di adepti di per sé vulnerabili, in particolari momenti di fragilità, che, in qualche modo, a fronte di una forza vacillante, sulla base di una scelta emotiva, sono spinti ad attribuire forza, verità, misticismo al guru, accettando fideisticamente tutto, compreso l’isolamento totale dalla famiglia e dagli amici, verso cui vinee indotta aggressività. Ben si comprendono i danni psicologici, che persistono anche dopo l’abbandono della setta: del 25%, infatti, è la percentuale di ex seguaci che soffrono di danni psicologici irreversibili, senza contare i danneggiamenti fisici che possono condurre alla morte continua Tinelli.

Nelle sette troviamo metodi comportamentali di influenzamento e convincimento a cui si affiancano tecniche psicologiche ben note nel campo della psicologia sociale, finalizzate alla persuasione e all’indebolimento delle capacità decisionali e di critica.

La tecnica dell’adescamento consiste nel dare al soggetto informazioni errate rispetto alla richiesta, aggiungendo particolari allettanti che poi verranno smentiti. Il vincolo psicologico nasce dalla credenza per il soggetto di avere preso liberamente una certa posizione, al punto da sentirsi vincolato a rispettarla, quindi a seguire la volontà e la dottrina del gruppo. Da ricordare anche la tecnica del piede sulla porta, che consiste nel coinvolgere il soggetto in un compito poco impegnativo (come la compilazione di un questionario) cui segue un altro più impegnativo. Ciò accade nei movimenti per lo sviluppo del potenziale che propongono innocui tests sulle proprie risorse personali su cui proporre dei corsi di miglioramento personale volti a colmare le carenze evidenziate dal test stesso, ma sempre più incalzanti e risolutivi rispetto al problema rilevato, e finalizzati alla dipendenza dal movimento stesso.

Un percorso di suggestione e induzione di una realtà “alternativa”, potremmo dire, che segue delle fasi specifiche, ben descritte dal modello di Steve Hassan: nella fase di decongelamento si inducono negli adepti dubbi sulla propria vita precedente, quindi vengono inseriti nuovi valori e “poteri”, come l’apprendimento di poteri magici per controllare l’ambiente o la convinzione dell’esistenza di vita ultraterrene, insomma una strutturazione di un nuovo ego più solido e forte che maschera quello precedente, e che costituisce un vero e proprio controllo del pensiero, su cui avviene infine una fissazione, un ricongelamento, una normalizzazione della “nuova vita”.

Controllo del pensiero certamente fondamentale, a cui si aggiunge un controllo del comportamento (abbigliamento per imitazione), un controllo emozionale e un controllo delle informazioni (non leggere o guardare certi programmi televisivi).

A fronte quindi della santificazione del leader che porta gli adepti a difenderlo anche a fronte di accuse di reato o di fallimenti nelle previsioni (come accade per le previsioni mai verificatesi sulla fine del mondo), frutto dell’adesione fideistica al gruppo, fonte di vita (al punto che l’espulsione equivale alla morte stessa), si pone un intervento di recupero complesso, che prevede per esempio la creazione di reti amicali, come coadiuvanti nel reinserimento sociale dell’adepto e nell’allontanamento dalla setta, e il supporto di professionisti, adeguatamente formati.

Per chi svolge la professione di psicologo non esistono corsi specifici all’interno dell’Università, per cui suggerisco una formazione eclettica per poter usufruire di strumenti operativi per la terapia, e l’appartenenza a realtà associative anche europee – conclude Tinelli.

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Angela Ganci
Angela Ganci

Psicologia & Psicoterapeuta, Ricercatrice, Giornalista Pubblicista.

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