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La natura eterogenea dei sintomi della depressione

I sintomi della depressione sono spesso diversi nei vari pazienti e ciò mette in risalto la necessità di un trattamento più personalizzato.

Di Redazione

Pubblicato il 16 Nov. 2016

I sintomi della depressione possono essere diversi da paziente a paziente, essi vanno a compromettere il funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti per il soggetto.

Mariagrazia Zaccaria

 

La depressione è un disturbo dell’umore e può assumere la forma di un singolo episodio transitorio (si parlerà in questo caso di episodio depressivo), oppure di un vero e proprio disturbo (si parlerà di disturbo depressivo). I soggetti che presentano i sintomi della depressione mostrano e provano frequenti stati di insoddisfazione e tendono a non provare piacere nelle comuni attività quotidiane. Le persone che soffrono di tale patologia vivono costantemente in una condizione di negatività e pessimismo circa se stessi e il proprio futuro.

La depressione è quindi generalmente considerata come una patologia caratterizzata da un insieme di sintomi, che vanno a compromettere il funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti per il soggetto.

Essa si manifesta attraverso una serie di sintomi, che variano da paziente a paziente, ed è spesso trattata con una combinazione di psicoterapia e farmaci. Le scale di valutazione standard utilizzate dagli operatori sanitari e dai ricercatori per la diagnosi di questa malattia spesso si differenziano per i sintomi che presentano, e questo potrebbe spiegare perché il trattamento one-size-fits-all è risultato inefficace fino ad oggi.

In questo articolo si parla della ricerca condotta dalla Dott.ssa Eiko Fried presso l’università di Amsterdam (UVA) dove, i suoi risultati sono stati pubblicati nell’ultima edizione del Journal of Affective Disorders.

La depressione è spesso vista come un disturbo medico comune, ma a differenza dei disturbi fisici per i quali gli esami del sangue e altri esami oggettivi consentono di fare una diagnosi efficace e affidabile, diversa è la situazione per fare diagnosi di depressione in quanto non ci sono misure oggettive tali per determinare se una persona è depressa o meno.

In letteratura e secondo i criteri diagnostici riconosciuti dai principali sistemi diagnostici vi sono sintomi della depressione particolarmente indicativi come ad esempio umore deflesso, ideazione suicidaria e problemi del sonno (insonnia o ipersonnia) e altri. Se in una persona vi è una copresenza di una serie di specifici sintomi – sia somatici che psicologici- si può fare diagnosi di depressione.

 

Eterogeneità dei sintomi della depressione

Nel suo studio, Fried ha utilizzato un’ analisi dei contenuti per indagare la sovrapposizione dei vari sintomi con 7 scale di valutazione dei sintomi che vengono utilizzati nella ricerca per la depressione. Una di queste scale è la Hamilton Rating Scale, che include 17 sintomi della depressione prevalentemente fisici come la perdita di peso e il rallentamento psicomotorio. Un’ altra scala è la Beck Depression Inventory, che comprende 21 sintomi della depressione per lo più cognitivo-affettivi quali il sentimento di inutilità, senso di colpa, pianto o auto-avversione.

La Fried afferma che queste scale, e altre scale di valutazione mostrano poca sovrapposizione nella valutazione dei sintomi. Inoltre, queste scale insieme dispongono di un totale di 52 diversi sintomi della depressione che vanno dalla tristezza, alla mancanza di interesse, alla ideazione suicidaria, irritabilità e ansia.

Questi risultati sottolineano l’eterogeneità di questa patologia. Tuttavia, il fatto che 7 diverse scale di valutazione contengono più di 50 differenti sintomi mostra come i pazienti possano essere sorprendentemente diversi e mette in risalto, inoltre, la necessità di un trattamento più personalizzato che potrebbe spiegare perché gli antidepressivi “one-size-fits-all” mostrino così poca efficacia.

 

Esito predeterminato

Secondo la Dottoressa Fried, le sue scoperte suggeriscono che a seconda del tipo di scala che il ricercatore utilizza si potrebbe stabilire il tipo di paziente.

E’ lei stessa a cercare di spiegarlo con un esempio: se un ricercatore utilizza la scala di Hamilton, che si concentra prevalentemente sui sintomi fisici, il tipo di partecipanti che andrà ad esaminare nel suo studio, differirà notevolmente da quelli che un altro ricercatore starà esaminando con la scala cognitiva-affettiva di Beck.

Questo è stato anche evidenziato da precedenti studi, i quali dimostrano che i soggetti affetti da depressione differiscono sia nei problemi che sperimentano che nei sintomi che si presentano.

Tutto ciò spiega, secondo la Fried, perché così tanti studi sulla depressione mostrano conclusioni molto diversificate tra di loro.

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