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Dismorfofobia. Quando il corpo diventa un nemico

La dismorfofobia indica un’eccessiva preoccupazione per un difetto estetico tale da indurre il soggetto a percepire la sua immagine corporea come distorta.

Di Redazione

Pubblicato il 02 Mag. 2013

di Denise Biemosi

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

La dismorfofobia indica un’eccessiva preoccupazione per un difetto estetico tale da indurre il soggetto a percepire la sua immagine corporea come distorta.

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La dismorfofobia indica un’eccessiva preoccupazione per un difetto estetico tale da indurre il soggetto a percepire la sua immagine corporea in maniera distorta perché si fissa su difetti estetici anche minimi.

La dismorfofobia colpisce sia adolescenti che adulti, soprattutto donne, ma anche uomini, infatti è una malattia che coinvolge chi non è in grado di accettare il proprio aspetto, chi non si sente all’altezza degli altri, chi non ha le difese necessarie per proteggersi dall’ideale di perfezione della nostra società in cui i canoni estetici sono sempre più esigenti. I difetti fisici coinvolti possono essere di vario genere e spesso si ricorre alla chirurgia estetica.

La Dismorfia Muscolare o Vigoressia- lo Specchio deforme di Adone. -Immagine:© olly - Fotolia.com
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Questa percezione alterata della propria immagine domina la vita della persona e queste preoccupazioni spesso diventano incontrollabili fino a portare il soggetto a passare molte ore della giornata a rimuginare sul difetto fisico.

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La Dismorfofobia è ancora poco studiata, quindi rintracciarne un giusto profilo è un’impresa ardua, anche perché pochi pazienti chiedono un consulto psicologico, per il fatto che oggi sembra del tutto normale preoccuparsi per il proprio aspetto fisico. Si può trovare una possibile correlazione tra dismorfofobia e disturbo dell’umore, disturbo narcisistico della personalità disturbo ossessivo-compulsivo. Ma queste psicopatologie possono esserne sia la causa, sia la conseguenza della cattiva percezione del proprio corpo.

Anche se questo disturbo è stato identificato già da oltre un secolo, non esistono ancora teorie consolidate relative alla sua genesi. Alcune ipotesi fanno riferimento a cause di tipo psicologico, come ad esempio una serie di conflitti emotivi inconsci, mentre altre tesi sostengono che la dismorfofobia dipenda da fattori neurobiologici, in particolare da alterazioni nel funzionamento del sistema serotoninergico o da disfunzioni delle aree cerebrali deputate a controllare l’immagine corporea. Da non trascurare, poi, le ragioni di tipo socioculturale, cioè l’enorme valore attribuito dai mezzi di comunicazione di massa a una bellezza fisica standardizzata e priva della benché minima imperfezione. Tali fattori rappresentano certamente delle concause nell’insorgenza di questo disturbo e ne spiegano la crescente diffusione negli ultimi decenni.

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In personalità già rese fragili da esperienze personali, il contesto ambientale contemporaneo ha un effetto devastante, facendo credere alla persona che il corpo è il solo “mezzo” per ottenere successo e attenzioni. L’adolescente è il bersaglio più ambito per questa società che appare, più si ha una personalità non ancora formata e salda, più si è a rischio di trovarsi travolti da queste eccessive richieste di conformità e stereotipie. Come già esposto sopra la dismorfofobia non ha ancora goduto di un’adeguata attenzione, e anche per questo il trattamento, possiamo dire che, è “in fase di costruzione”.

 

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Però è anche vero che, come mostrano alcune ricerche rispetto al trattamento farmacologico, i pazienti sembrano rispondere bene all’assunzione di SSRI così come alla clomipramina e alla fluoxetina. È utile  affiancare alla terapia farmacologica, anche una psicoterapia. A riguardo l’approccio terapeutico cognitivo-comportamentale sembra essere particolarmente utile per modificare la percezione distorta di sé, ridurre i comportamenti di controllo del difetto e il recupero di una relazione positiva con la propria immagine e con gli altri.

 

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