expand_lessAPRI WIDGET

Sindrome da Affaticamento Cronico (CFS): una malattia

Sindrome da affaticamento cronico: l’Organizzazione Mondiale della Sanità l'ha definita una malattia grave, cronica e invalidante.

Di Michela Muggeo

Pubblicato il 21 Giu. 2012

Aggiornato il 08 Feb. 2016 11:48

Sindrome da Affaticamento Cronico. - Immagine: © lassedesignen - Fotolia.comLa sindrome da affaticamento cronico (Cronic Fatigue Syndrome: CFS) è un disturbo complesso caratterizzato da estrema fatica, che non può essere spiegato da alcuna condizione medica. Implica una profonda disregolazione del sistema nervoso centrale (Tirelli et al., 1998) e del sistema immunitario (Broderick et al., 2010), una disfunzione del metabolismo (Myhill et al., 2009) e anomalie cardiovascolari (Hollingsworth et al., 2010).

Le cause delle Sindrome da affaticamento cronico non sono ancora del tutto chiare, si spazia da infezioni virali a stress psicologici. Per questo motivo, non esiste attualmente alcun test per verificare la presenta della sindrome. Piuttosto, vengono effettuati svariati esami per escludere altre possibili patologie con sintomi simili.. Generalmente, la sindrome da affaticamento cronico viene considerata dagli esperti nel settore come il risultato di diversi fattori – biologici, ambientali… – combinati.

Secondo i criteri sviluppati e rivisti dai ricercatori americani di Atlanta (Fukuda et al., 1994), per potere fare diagnosi di Sindrome da affaticamento cronico (CFS) sono necessari almeno due criteri maggiori e quattro minori:

 

Amarezza cronica post-traumatica. Immagine: © 2011-2012 Costanza Prinetti -
Articolo consigliato: Amarezza cronica post-traumatica: una diagnosi per i precari.

Criteri maggiori:

  1. Il primo specifica le caratteristiche della stanchezza che deve essere debilitante e persistere da almeno sei mesi, non deve risolversi con il riposo a letto e risultare così grave da ridurre di oltre il 50% l’abituale attività fisica del soggetto.
  2. Il secondo criterio maggiore impone al medico di escludere, mediante una valutazione molto accurata basata sulla scrupolosa raccolta anamnestica, sull’esame clinico e appropriati test di laboratorio, qualsiasi condizione morbosa nota che possa essere responsabile di una sintomatologia simile a quella della Sindrome da Affaticamento Cronico.

Criteri minori (sintomi e segni obiettivi):

  • Difficoltà di concentrazione e/o memoria, faringodinia, linfoadenopatia cervicale o ascellare, mialgie, dolori articolari, cefalea qualitativamente diversa da quella che il paziente può aver esperito prima della comparsa della stanchezza, sonno non ristoratore e malessere prolungato dopo esercizio fisico. Di questi sintomi devono esserne presenti perlomeno quattro contemporaneamente e persistere o ricorrere da almeno sei mesi.

Questi aspetti sono stati sottolineati anche da medici e partecipanti all’Associazione Italiana CFS nel tentativo, arduo sicuramente, di sensibilizzare la gente su questo problema tutt’altro che secondario, poichè prostra il paziente che finisce col dibattersi ogni giorno in uno stato di astenia cronica.

Le conseguenze? Oltre alla stanchezza fisica si accumula una stress e una fatica mentale che porta a un notevole calo delle funzioni cognitive e a una riduzione dei riflessi, fattori che incidono pesantemente sulla performance, sul comportamento, nonché nell’attività fisica e psichica.

L’insorgenza della Sindrome da Affaticamento Cronico è estesa a giovani e donne di età intorno ai 35/40 anni, mentre gli anziani oltre i 70 anni di età ne sono esclusi, nei bambini è poco manifesta.
Decisivo il ruolo delle Istituzioni, considerato il fatto che a nulla è servito l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha definito tale Sindrome una malattia grave, cronica e invalidante e, nonostante ciò, chi si ammala di questa patologia non ottiene alcun riconoscimento del suo stato di invalido civile.

Di conseguenza, chi si ammala di tale sindrome non avrà diritto alcuno a permessi lavorativi retribuiti e la stessa società civile crea un muro d’abbandono verso chi soffre di questo disturbo, proprio per l’etichetta che viene spesso loro attribuita, quella di persone lavative, fannullone, indolenti.

 

 

BIBLIOGRAFIA

Si parla di:
Categorie
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel