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Depressione Maggiore: gli Ambienti Naturali migliorano Umore e Memoria

Camminare in un parco naturale può portare benefici in termini cognitivo-affettivi nelle persone con diagnosi di depressione maggiore.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 15 Mag. 2012

– Rassegna Stampa – 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheIn uno studio condotto dai ricercatori del Baycrest’s Rotman Research Institute di Toronto in collaborazione con la University of Michigan e Stanford University si dimostra che semplicemente camminare in un parco naturale può portare benefici in termini cognitivo-affettivi nelle persone depresse (con diagnosi di depressione maggiore).

Il punto di partenza dello studio è la Attention Restoration Theory (ART) secondo cui le persone si concentrano meglio dopo aver passato un po’ di tempo a contatto con la natura o dopo avere guardato fotografie di paesaggi naturali: in questo modo, secondo la ART, le persone rimanendo a contatto con un ambiente naturale tranquillo e pacifico non sarebbero bombardate da molteplici distrazioni tipiche dell’ambiente urbano che mettono a dura prova la memoria di lavoro e l’attenzione. In qualche modo, è come se negli ambienti naturali, la mente possa rilassare anche funzioni cognitive attentive e di working memory.

Ambienti rigenerativi - Immagine: © John Casey - Fotolia.com -
Articolo consigliato: Ambienti Rigenerativi (Psicologia Ambientale)

Nello studio pubblicato in questi giorni su Journal of Affective Disorders gli studiosi si sono focalizzati sugli effetti del contatto con la natura in termini cognitivi e affettivi in persone con depressione maggiore. E’ noto infatti che le persone depresse sono caratterizzate da un elevato livello di ruminazione e pensiero negativo, con relative deflessioni del tono dell’umore.

20 individui di età media di 26 anni con diagnosi di depressione maggiore sono stati reclutati per la ricerca e sono stati randomicamente assegnati a due condizioni: camminare per un’ora in un ambiente naturale oppure in un contesto urbano.

Prima di inziare la camminata, i partecipanti hanno compilato dei questionari di pre-assessment delle funzioni cognitive (attenzione e working memory) e dell’umore; inoltre è stato chiesto loro di pensare a un’esperienza autobiografica dolorosa non ancora risolta della loro vita (come induzione della ruminazione). Al termine della camminata, i partecipanti sono stati sottoposti a post-assessment relativamente alle medesime variabili. La stessa procedura sperimentale è stata ripetuta anche dopo una settimana.

I partecipanti che avevano camminato per un’ora a contatto con la natura presentavano un miglioramento del 16% nelle performance attentive e di working memory rispetto a coloro che avevano camminato nel centro cittadino. Dal punto di vista dell’umore, sembrerebbe che sia la camminata in sé e non l’ambiente in cui si svolge ad avere un effetto sull’umore, poiché le emozioni negative migliorerebbero in entrambi i setting dopo la camminata; anche se la presenza di emozioni positive si è dimostrata essere maggiore a seguito della camminata nella natura rispetto al setting urbano. Inoltre va sottolineato che gli effetti sull’umore non si correlano agli affetti sulle performance cognitive, suggerendo la presenza di meccanismi distinti e parzialmente indipendenti che sottostanno ai cambiamenti cognitivi e affettivi a seguito del contatto con la natura.

 

 

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Redattrice di State of Mind

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