expand_lessAPRI WIDGET

La narrazione psicoterapeutica (2024) di Gianmarco Manfrida – Recensione del libro

Recensione della terza edizione del libro "La narrazione psicoterapeutica. Invenzione, persuasione e tecniche retoriche in terapia relazionale"

Di Alberto Vito

Pubblicato il 07 Mag. 2025

La narrazione psicoterapeutica. Invenzione, persuasione e tecniche retoriche in terapia relazionale

“Non ci sono libri belli se non quelli che sono stati a lungo contemplati” scriveva il filosofo francese Joseph Joubert e questo bel volume conferma appieno tale affermazione. Si tratta, infatti, di un libro meditato, di cui si apprezzano la chiarezza, la cura delle citazioni scelte, che vanno ben oltre il campo della terapia sistemica, e il ritmo dei capitoli. Un libro di cui si avvertiva la necessità e che tuttavia non ha nulla a che fare con l’urgenza, con uno stile piano che ricorda una conversazione a bassa voce con un amico.

Dopo 15 anni, Gianmarco Manfrida avverte dunque l’esigenza di pubblicare una nuova edizione di uno dei suoi libri più importanti, arricchendolo di 3 nuovi capitoli, coincidenti con gli interessi teorici emersi negli ultimi anni: le tecniche persuasive e commerciali e le possibili corrispondenze con la psicoterapia; l’incremento della comunicazione con il terapeuta attraverso la parola scritta, consentita dai social come whatsapp, una ricerca qualitativa sulle restituzioni finali dei terapeuti, allo scopo di identificare alcune caratteristiche peculiari delle storie emerse nelle sedute. Questi capitoli non sono affatto casuali, ma testimoniano l’ampiezza degli interessi teorici del suo autore, che studia aspetti psicologici e sociologici andando ben oltre l’esperienza clinica.

La terapia narrativa

Il testo, dopo aver dato spazio alla trattazione del paradigma costruttivista (e della sua visione della realtà costruita e generata dallo scambio sociale giornaliero), essenziale per la comprensione successiva del testo, inizia a trattare in modo più approfondito il tema della narrazione psicoterapeutica. Il libro, infatti, è ormai un caposaldo della terapia narrativa, letto non solo in Italia. Manfrida intende la terapia come “un processo di ricostruzione, in cui pazienti e famiglie recuperano la possibilità di creare, interagendo con il terapeuta, nuove storie che li rendano più forti e meno sofferenti”. Comprendere dunque “come si costruisce una storia interessante” è fondamentalmente l’argomento centrale di tutto il libro.

«Il terapeuta ha il compito di identificare potenzialità per storie alternative» sostiene a ragione Manfrida, e ci racconta come possa farle emergere dalle incongruenze, dal sottotesto, dalle domande che il clinico può fare e che possono portare gli utenti a doversi inventare nuove letture della propria vicenda familiare. Riguardo agli strumenti indispensabili per costruire una storia con valenza terapeutica egli parte dall’uso dell’antica arte della retorica. Si sofferma poi sull’importanza dei topoi, i luoghi comuni. Inoltre, come non essere d’accordo con lui a proposito della necessità che il terapeuta debba possedere una buona cultura generale per poter riconoscere tutte le influenze sociali del paziente e per poter imbastire una storia non solo credibile ma attrattiva anche dal punto di vista letterario? Non a caso il libro è ricco di citazioni (da Cicerone a Kant, da Busini a Propp) e non si tratta di uno sfoggio di cultura autoreferenziale o fine a se stesso, bensì di esempi che servono bene a rendere più comprensibile il modello definito della “realtà condivise”. Anche i numerosi inserti tratti dai casi clinici sono funzionali per esporre in modo chiaro il modello clinico adottato a Prato, così come ho apprezzato la lettura di pagine di Freud, Selvini Palazzoli e White, per esplicitare come alcuni maestri hanno “narrato” con stili diversi i loro casi clinici. Il terapeuta, essendo anch’egli un interprete della storia che contribuisce a creare, non può evidentemente essere neutrale, ma conta quanto sia capace, sia sul piano cognitivo che emotivo, di rompere i pregressi schemi del paziente. Non è quindi soltanto un elemento catalizzatore ma svolge un ruolo attivo nel promuovere il cambiamento in virtù della sua personale esecuzione del canovaccio terapeutico.

L’autore del libro: Gianmarco Manfrida

Segnalo con piacere un aspetto apparentemente minore del volume ma che a mio avviso ben rappresenta la cifra personale dell’autore: nelle pagine iniziali, nei ringraziamenti per la stesura del libro, cita un bel numero di persone, inclusi vecchi didatti, colleghi e allievi, spiegando per ciascuno qual è il suo debito. Ecco, nell’umiltà con l’assoluta mancanza di arroganza in chi pure ha fondato da decenni una solida realtà formativa, ha ottenuto importanti incarichi in Società scientifiche ed ha insegnato in mezzo mondo, si rivela uno dei tanti pregi di Gianmarco Manfrida.

Egli è medico psichiatra, psicoterapeuta relazionale, è stato presidente della Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale (SIPPR), è didatta del Centro Studi di Terapia Familiare di Roma, direttore del Centro di Studi e di Applicazione della Psicologia Relazionale di Prato. È socio ordinario didatta della Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale e socio della European Family Therapy Association e della American Family Therapy Academy. Ha pubblicato numerosi libri con le principali case editrici. Mi piace ricordare che è stato uno dei primi in Italia ad occuparsi della psicoterapia via web, anticipando un interesse poi divenuto di molti, con il volume “La clinica e il web”, scritto con Valentina Albertini ed Erica Eisenberg (F. Angeli, 2020) e tenendo seminari sul tema apprezzati in tutto il mondo.

Riferimenti Bibliografici
  • Manfrida G. (2024), La narrazione psicoterapeutica. Invenzione, persuasione e tecniche retoriche in terapia relazionale, Franco Angeli, Milano, (terza edizione), pp. 193.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Guida pratica per… Aprire uno studio in libera professione per psicologi e psicoterapeuti (2024) di Gallinaro e Fochesato – Recensione

Il libro Guida pratica per… Aprire uno studio in libera professione per psicologi e psicoterapeuti (2024) fornisce consigli pratici per l'avvio dell'attività lavorativa

cancel