Questioni d’amore e patologia della coppia
Cosa si intende per questioni d’amore e per patologie della coppia? Quali sono le psico-trappole della coppia? Quali sono le problematiche che possono portare la coppia in terapia?
Le risposte a queste domande si possono trovare nel saggio scritto da Claudio Gargantini e Francesca Moroni, entrambi psicologi, psicoterapeuti, ricercatori e docenti del Centro di Terapia Strategica.
“Questioni d’amore” è un saggio che raccoglie le ricerche degli ultimi vent’anni sull’amore e sulle relazioni di coppia da parte di due psicoterapeuti ad approccio breve strategico: F. Moroni e C. Gargantini, psicologi e psicoterapeuti, che tracciano un quadro dei problemi e delle criticità che le relazioni oggi incontrano nel loro percorso. Il testo fornisce nuove lenti per guardare alle relazioni amorose, e al tempo stesso presenta ai professionisti del settore strategie e pratiche di intervento per accompagnare le coppie in difficoltà a trovare soluzioni efficaci in tempi brevi.
La varietà di storie d’amore che ogni persona può vivere ha portato a credere che innamorarsi e amare possano essere appresi con l’esperienza, e soprattutto che si possa imparare l’arte di amare grazie al numero di relazioni vissute. In realtà, ogni relazione è unica e irripetibile, perciò non è possibile stabilire delle regole che ne consentono l’apprendimento. Si tratta, infatti, di una relazione dinamica, e per imparare a gestire l’equilibrio è necessario muoversi tra credenze, contraddizioni e paradossi, tutti appartenenti ai nostri inconsapevoli autoinganni.
L’autoinganno è l’insieme di processi percettivi, cognitivi ed emotivi che conducono la persona a osservare e interpretare la realtà, avvicinandola alle sue più abituali credenze e ai suoi modelli interpretativi. È un processo derivante dal funzionamento della nostra mente. Sulla base di ciò che sentono le persone si “autoingannano”, quando, ad esempio, credono che il loro sentimento esista a prescindere da loro e sia quindi un fatto di natura ontologica chiamato “amore”. Ci si autoinganna e si costruisce una credenza confidando nel fatto che l’altro provi le stesse sensazioni. Dunque, ci troviamo di fronte a due autoinganni: quello su di sé e quello sul partner.
Una persona tradita può, ad esempio, arrivare a negare segnali evidenti del tradimento dell’amato/a perché ciò comporterebbe molto dolore, oppure una persona abbandonata può diventare o continuare a essere gelosa dell’altro/a anche se il rapporto è terminato, per non affrontare il doloroso percorso del “soffrire per smettere di soffrire”.
Se impariamo a riconoscere gli autoinganni riguardanti le nostre relazioni di coppia, possiamo imparare a gestirli invece che subirli. Ogni persona innamorata desidera credere che il suo rapporto di coppia funzionerà, per questo le persone evitano talvolta di raccogliere le prove concrete che li disconfermano. Anche l’impegno da parte di entrambi perché il rapporto funzioni, non ci mette a riparo dall’essere feriti o lasciati.
La difficoltà oggi sta nell’essere impegnati in una relazione, restando al contempo autonomi, facendo coesistere gli opposti: libertà e impegno reciproco. In pratica si tratta di imparare a gestire due egoismi, e dato che nessuno di noi esseri umani è immune dall’egoismo, l’arte della relazione consiste nell’imparare ad essere egoisti insieme.
Questioni d’amore: le psico-trappole della coppia
Spesso all’interno di una relazione coesistono una serie di psico-trappole, ovvero una serie di aspettative irrealistiche che trovano terreno fertile nei bisogni o nei desideri individuali che ci si aspetta vengano soddisfatti dal partner o dal rapporto di coppia, accanto alla rappresentazione ideale o ideologica della realtà, che non coincide con il possibile. Possiamo trovare l’aspettativa:
- dell’attrazione costante e perenne
- dei rapporti sessuali sempre completamente gratificanti
- dell’amore imperturbabile e duraturo per l’eternità
- del partner problem solving
- dell’esclusività assoluta
- dei figli salva coppia
- del partner veggente, nel comprendere i nostri desideri
- della condivisione totale
Questioni d’amore: le problematiche che possono portare una coppia in terapia
Non esiste un sentimento che possa rimanere fisso e immutabile nel tempo, così come all’interno della coppia il pensare di non avere problemi è una sorta di utopia, occorre invece imparare a gestirli. In “Questioni d’amore” si affrontano temi che possono creare attriti e conflitti tra i partner e per i quali sempre più spesso le coppie richiedono il supporto di una terapia: la comunicazione, la gelosia e le relazioni morbose, il tradimento, l’abbandono, il lutto, l’indecisione fra due partner, il desiderio di un figlio, l’impatto delle famiglie d’origine e la trasgressione sessuale.
Il testo conduce il lettore a riflettere sul fatto che non esiste la coppia giusta ma la coppia in cui i partner si “aggiustano” strada facendo, cercando di dirigere i propri rispettivi cambiamenti nella direzione in cui quel “noi” può continuare a esistere mantenendo elevati i livelli di soddisfazione reciproca. Come sosteneva Buddha: “l’unica costante è il cambiamento”, quindi non possiamo sottrarci ad esso e neppure le nostre relazioni possono farlo; però possiamo continuare a sceglierci ogni giorno, garantendoci sia calore, vicinanza e scambio, quanto autonomia e rispetto reciproco.
La relazione di coppia è come una pianta che fiorisce e sfiorisce con l’alternarsi delle stagioni, per poi rifiorire nuovamente, in un ciclo che non si esaurisce fin tanto che entrambi i partner si impegnano nel prendersene cura. Possiamo imparare ad accettare che il nostro cambiamento, così come quello del nostro partner, avviene quotidianamente e la difficoltà sta nel cambiare insieme.
