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Eziologia ed eziopatogenesi dei disturbi mentali

L'eziopatogenesi è l'insieme di eziologia, che indica i fattori causali di un disturbo, e patogenesi, cioè il come quei fattori hanno causato il disturbo

Di Francesca Naldi

Pubblicato il 10 Lug. 2023

I modelli di eziologia e patogenesi cercano di spiegare i processi causali (eziologia) e di sviluppo (patogenesi) di un determinato disturbo. La fusione dei due termini dà vita al modello di eziopatogenesi, ossia lo studio delle cause e dello sviluppo della condizione patologica.

I disturbi mentali e le loro cause

 Il disturbo mentale è una condizione caratterizzata da una compromissione del pensiero, dei sentimenti, dell’umore, del comportamento o delle interazioni sociali, accompagnata da un disagio clinicamente significativo.

Le cause dei disturbi mentali sono molto complesse e variano a seconda del disturbo specifico e dell’individuo. I ricercatori hanno identificato una varietà di fattori biologici, psicologici e ambientali che possono contribuire allo sviluppo o alla progressione dei disturbi mentali, la maggior parte dei quali deriva da una combinazione di diversi fattori piuttosto che da un singolo fattore (Clark et al., 2017).

Le scienze che si occupano di spiegare i processi che generano e mantengono un determinato disturbo sono rispettivamente l’eziologia e la patogenesi. I termini “eziologia” e “patogenesi” sono dunque strettamente correlati alle domande sul perché e sul come si sviluppa una certa patologia.

Eziologia

L’eziologia, composta da due termini greci aitía “causa” e -logía “studio di”, si riferisce allo studio delle cause del disturbo. In relazione a ciò, gli studi epidemiologici analizzano quali fattori associati rendono per una popolazione più o meno probabile avere una condizione o un disturbo, contribuendo così a determinarne l’eziologia.

Come parte dell’eziologia di una determinata sindrome, sono considerate fattori eziologici solo le cause che avviano direttamente il processo patologico (e quindi devono necessariamente precedere temporaneamente l’insorgenza della sindrome). I fattori eziologici possono quindi essere considerati come condizioni necessarie per lo sviluppo di un disturbo. L’eziologia di una certa patologia è per lo più definita non solo da una, ma piuttosto dall’interazione di molti elementi diversi, tra cui la predisposizione genetica o i fattori ambientali. La predisposizione genetica si riferisce alla suscettibilità intrinseca di una persona a un particolare disturbo. I fattori ambientali possono includere l’educazione, lo status socio-economico, nonché l’esposizione a fattori di stress (per esempio, maltrattamento infantile) o sostanze (Witthöft, 2013).

Eziopatogenesi

Prima di introdurre il concetto di eziopatogenesi, è necessario definire cosa si intende per “patogenesi”. Derivante dal greco pathos “sofferenza, malattia” e genesis “creazione”, la patogenesi è lo studio di come si sviluppano i disturbi. La patogenesi è il processo attraverso il quale la sindrome si sviluppa, progredisce e alla fine diventa clinicamente evidente. La patogenesi di un disturbo può essere suddivisa in tre fasi principali: iniziazione, progressione e manifestazione clinica. Gli eventi iniziali sono quelli che pongono le basi per lo sviluppo della patologia. Questi eventi possono essere, come abbiamo visto precedentemente, genetici o ambientali. La progressione si riferisce al peggioramento dei sintomi nel corso del tempo. La manifestazione clinica è il momento in cui i segni del disturbo diventano evidenti e si può fare una diagnosi (Sharma, 2022).

 Con il termine “eziologia” facciamo dunque riferimento ai fattori causali di un disturbo, mentre con “patogenesi” intendiamo il modo in cui questi specifici fattori hanno causato la sindrome. Sebbene i due termini facciano riferimento a due aspetti separati, sono altamente connessi tra loro. I meccanismi patogenetici di un disturbo o di una condizione sono messi in moto dalle cause sottostanti, che se controllate permetterebbero di prevenire la patologia. Per tale motivo è stato introdotto il termine “eziopatogenesi”, al fine di indicare sia il fattore causale, sia il modo in cui esso agisce per determinare il disturbo. L’eziopatogenesi dei disturbi mentali non è ancora completamente compresa.

Sempre più evidenze supportano l’ipotesi che la malattia mentale e i disturbi correlati non abbiano necessariamente origine nel cervello. È stato suggerito che l’infiammazione svolga un ruolo centrale in questi disturbi e in diversi studi sono stati riportati livelli alterati di citochine. Recentemente è emerso che i batteri che popolano l’intestino umano potrebbero modulare l’infiammazione di basso grado, così come le funzioni cerebrali di alto livello, tra cui l’umore e il comportamento. Questi batteri costituiscono il microbiota, ovvero l’insieme dei microrganismi coinvolti in processi chiave importanti per il mantenimento dell’omeostasi corporea (Pisanu & Squassina, 2018).

L’eziopatogenesi coinvolge dunque molteplici interazioni tra il sistema nervoso e altri sistemi fisiologici, pertanto è necessario un approccio multidisciplinare che combini la ricerca clinica con l’indagine dei fattori biologici e psicosociali che contribuiscono alla vulnerabilità e alla resilienza del disturbo.

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