Coloro che vivono episodi di depersonalizzazione e/o di dissociazione sono spesso accomunati dal possedere una “Mente Distopica” e dal vivere esperienze di “Angoscia esistenziale”.
I fenomeni dissociativi consistono in condizioni caratterizzate dall’esperienza di sintomi neurologici insoliti e da cambiamenti relativi alla consapevolezza ed al senso di identità (Ganslev et al., 2020). Tra tali fenomeni, spicca il disturbo di Depersonalizzazione/Derealizzazione: la prima consiste in una sensazione di distacco dal proprio corpo e dai propri pensieri, emozioni e sensazioni. La Derealizzazione, invece, si manifesta mediante il senso di irrealtà ad estraneità rispetto all’ambiente circostante (Spiegel, 2021).
Coloro che vivono episodi di depersonalizzazione e/o di dissociazione sono spesso accomunati dal possedere una “Mente Distopica” e dal vivere esperienze di “Angoscia esistenziale”; la prima è caratterizzata dalla tendenza a cogliere i difetti del mondo e ad opporsi ad essi, in virtù di una sensibilità diversa rispetto al resto della popolazione (Ghezzani, 2022). L’angoscia esistenziale, invece, porta ad interrogarsi su argomenti spesso dati per scontati dalla maggior parte delle persone, quali il senso della propria esistenza, della propria essenza e, addirittura, delle proprie relazioni (Ghezzani, 2022). Una prima panoramica su tali caratteristiche permette di intuire l’eccezionale complessità delle sopra-citate condizioni dissociative che, pur essendo state identificate alla fine dell’Ottocento (Coons, 1996) e pur interessando fino all’1,9% della popolazione generale (Yang et al., 2022), risultano tutt’ora di difficile comprensione, persino per gli stessi professionisti della salute mentale, come riferito dallo stesso Nicola Ghezzani (2022), autore dell’opera qui recensita, nonché psicoterapeuta, presidente della SIPSID (Società Italiana di Psicologia Dialettica) e fondatore dell’associazione culturale ASIP (Associazione per lo Studio delle Iperdotazioni Psichiche).
Mediante l’opera da lui realizzata, “La mente distopica. Derealizzazione, depersonalizzazione e angoscia esistenziale”, nella quale riporta in modo estremamente coinvolgente la propria esperienza con la Derealizzazione, l’autore permette di superare la nebulosità relativa alla comprensione di tali particolari condizioni cliniche; un aspetto che contribuisce a rendere il volume particolarmente utile e interessante consiste nell’alternarsi di descrizioni ed esempi pratici –spesso resi più semplici dai riferimenti a situazioni e vissuti comuni ad ognuno (come la tendenza a vagare con la mente mentre si guida un’auto)– con nozioni teoriche e strategie/strumenti di intervento (dalla “oggettivizzazione del sintomo”, necessaria per evitare interpretazioni drammatiche delle manifestazioni dissociative, al “cambiamento di contesto”). Il risultato è una lettura scorrevole ed esaustiva, sicuramente interessante per molti, anche se indirizzata prevalentemente ad un pubblico di specialisti e di pazienti, che accompagna il lettore nella comprensione di una manifestazione psicopatologica spesso trascurata, in un continuo e sapiente gioco di integrazione tra la puntualità delle nozioni scientifiche, i vissuti della persona-paziente e i significati e conflitti spesso celati dai sintomi.