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I neuroni bussola ci aiutano ad orientarci tra i pensieri

Nella navigazione in un ambiente non fisico ma concettuale sembrano esserci neuroni bussola che permettono di trovare l’orientamento nello spazio delle idee

Di Lucilla Castrucci

Pubblicato il 07 Gen. 2022

Sono stati pubblicati, dalla rivista scientifica internazionale Communications Biology, i risultati di uno studio dell’Università di Trento che ha portato ad una nuova scoperta: gli stessi neuroni che indicano la direzione del movimento nello spazio fisico si attivano anche per orientarci tra i concetti nello spazio astratto delle idee.

 

Nei mammiferi esiste un sistema neuronale localizzato nel lobo temporale mediale che si attiva quando i soggetti si muovono in ambienti reali o virtuali o svolgono compiti spaziali (Epstein RA et al. 2017).

Grazie agli studi di neuroimaging magnetico funzionale si è potuto stabilire che nell’uomo i neuroni coinvolti nell’orientamento utilizzano due tipi di codici per la navigazione. A livello dell’ippocampo usano il codice a distanza mentre nella corteccia entorinale un codice a griglia (MorganLK et al. 2011; Nielson DM et al. 2015; Doeller CF, et al. 2010). I neuroni che utilizzano questi codici permettono di identificare la disposizione dell’ambiente e la posizione degli oggetti.

I ricercatori dell’Università di Trento, in passato, hanno già dimostrato che questi due codici vengono attivati anche in contesti non spaziali e precisamente quando un individuo “naviga” in uno spazio astratto come quello delle forme visive o degli odori o quando si fa riferimento a simboli come le parole (Constantinescu, AO et al. 2016; Viganò  S. et al. 2021).

Neuroni bussola: lo studio

Lo studio, recentemente condotto dai ricercatori dell’Università di Trento, i cui risultati sono stati pubblicati su  Communications Biology, ha indagato se durante la navigazione in un ambiente non fisico ma concettuale vi fossero delle popolazioni neuronali, complementari a quelle già conosciute, in grado di funzionare come una bussola che permette di trovare l’orientamento nello spazio delle idee.

Il team universitario ha utilizzato un campione di 9 soggetti, che sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale dopo aver effettuato un particolare addestramento. Ciascun soggetto ha imparato a nominare nove nuovi oggetti con nove nuove parole, differenti per suono e dimensioni. Il compito dei partecipanti allo studio era quello di abbinare correttamente parola ed oggetto senza essere informati sulla geometria bidimensionale dello spazio degli stimoli. La risonanza magnetica funzionale ha permesso di ricercare le aree cerebrali che rappresentano la direzione nello spazio astratto delle parole.

Conclusioni

I ricercatori sono così giunti alla conclusione che una rete di aree cerebrali localizzate nella corteccia fronto-parietale e occipitale rappresenta la direzione assoluta tra i significati delle parole durante un compito comparativo. In passato, studi dei ricercatori di Trento ed altri studi, avevano localizzato i neuroni deputati all’orientamento spaziale reale e virtuale nel lobo mediale-temporale (Baumann, O. & Mattingley, J. B. 2010  Shine J. P et al .2016;); l’attuale ricerca evidenzia che l’orientamento, in maniera complementare, può essere veicolato anche con un codice di direzione nelle cortecce parietale e occipitale. Queste conclusioni estendono le scoperte precedenti sul reclutamento di codici neurali e confermano l’evidenza empirica che mostra che il sistema di navigazione del cervello si estende al di fuori del lobo temporale mediale.

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