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Manuale del Disturbo Borderline di Personalità nell’infanzia e nell’adolescenza – Recensione

È corretto usare i criteri diagnostici di Disturbo Borderline degli adulti per bambini e adolescenti? Quali sono i predittori per lo sviluppo di un DBP?

Di Massimiliano Padovani

Pubblicato il 26 Nov. 2021

Manuale del Disturbo Borderline di Personalità nell’infanzia e nell’adolescenza è organizzato in sei parti, ciascuna di queste tenta di analizzare tematiche e problematiche connesse, riportando una grande quantità di ricerche, teorie e modelli.

 

Questo libro assume un grande valore scientifico e clinico, non solo racchiude gran parte delle ricerche scientifiche condotte sul Disturbo Borderline di Personalità in infanzia e adolescenza, in ottica multidisciplinare ed evoluzionistica, ma percorre varie tappe: dalla complessa questione diagnostica, alla prevenzione e al trattamento.

Il Nuovo libro Manuale del Disturbo Borderline di Personalità nell’infanzia e nell’adolescenza a cura di Carla Sharp e Jennifer I. Tackett, edizione italiana a cura di Ilaria Riccardi e Donatella Fiore; e pubblicato da FrancoAngeli editore, affronta la complessa e delicata questione del Disturbo Borderline di Personalità (DBP) in infanzia e adolescenza, riportando in modo dettagliato ed analitico una vasta letteratura scientifica, tentando di restituire al lettore una visione più completa ed esaustiva possibile del presente disturbo. Un primo compendio che restituisce i risultati di anni di studi sull’argomento.

Il libro è organizzato in sei parti, ciascuna di queste tenta di analizzare tematiche e problematiche connesse, riportando una grande quantità di ricerche, teorie e modelli.

Nella parte iniziale del libro viene introdotto il costrutto del DBP, riportando i dati delle ricerche degli ultimi vent’anni, circa la complessità di concettualizzazione e la difficoltà diagnostica in infanzia e adolescenza.

Difatti, il DBP può essere definito come una modalità pervasiva di instabilità e di ipersensibilità nei rapporti interpersonali, instabilità nell’immagine di sé, estreme fluttuazioni dell’umore, e impulsività.

Data la pervasività e la gravità del disturbo e la compromissione del funzionamento, nonché la sofferenza dell’individuo, risulta di particolare rilevanza riuscire a identificare in età precoce l’evolversi di una sintomatologia affine. Perciò, nel corso degli anni, vari autori hanno tentato di rispondere a diverse domande, tra cui le più rilevanti: “Quali sintomi, in infanzia e adolescenza, sono i migliori predittori per lo sviluppo di un DBP?” “Quali fattori possono considerarsi un rischio per l’evolversi verso un DBP? E quali fattori di protezione?”

Ma anzitutto, “È corretto utilizzare i criteri diagnostici degli adulti, anche per bambini e adolescenti?” e ancora “Il costrutto rimane invariato oppure si manifesta in maniera differente nelle diverse età?”

Come si può comprendere, queste sono alcune delle moltissime domande a cui i ricercatori hanno tentato di rispondere ed è tutt’altro che semplice, lungi dall’esaurire la questione in poche centinaia di pagine del libro. Tuttavia, le finalità di questo manuale sono di far luce e chiarezza sul panorama scientifico e restituire in forma organizzata il sapere in unico testo, peraltro finalità ampiamente ed egregiamente raggiunte.

“Quali sintomi, in infanzia e adolescenza, sono i migliori predittori per lo sviluppo di un DBP?”

Molti degli autori concordano sul fatto che il DBP insorga in infanzia e adolescenza, anche se al momento risulta molto più complesso identificare segni e sintomi predittori soprattutto in infanzia rispetto all’età adolescenziale. Del resto, anche la fase adolescenziale stessa, non è priva di problematiche, anzi comporta una difficoltà nel distinguere efficacemente tra la sintomatologia del DBP e i cambiamenti tipici adolescenziali che non rappresentano necessariamente una problematica, a meno che non si raggiungano livelli tali da interferire con il funzionamento dell’individuo nella quotidianità.

Alcuni autori tentano di individuare sintomi precursori, sostenendo una semplicistica suddivisione di prevalenza di disturbi internalizzanti in infanzia, mentre in adolescenza disturbi esternalizzanti; altri autori invece, si spingono nell’individuazione di sintomi specifici. L’idea maggiormente condivisa è la presenza di una costellazione di sintomi che si manifesti in età adolescenziale come: disregolazione emotiva, instabilità dell’immagine di sé e delle relazioni interpersonali, multi-impulsività, autolesionismo e talvolta abuso di sostanze fino all’overdose. Inoltre, sono stati teorizzati i “Warning Signs”, cioè sintomi che devono allertare il professionista circa la possibilità di un DBP, ovvero tratti stabili come: sensazione cronica di vuoto, rabbia intensa e inappropriata, impulsività e instabilità affettiva.

Quali ipotesi eziologiche?

Le ipotesi avanzate dagli autori sono molteplici, tenendo conto di vari fattori che possono determinare un fattore di rischio o predisponente per l’insorgenza di un DBP nel soggetto. Il manuale riporta moltissime ricerche di questi fattori di rischio, di varia natura, come: genetiche, epigenetiche, neurobiologiche, sociali, cognitive, attaccamento, etc. In particolare, le ipotesi maggiormente condivise, sostengono che una mancanza di socializzazione precoce, un’esposizione costante ad ambienti caotici e traumatici, modelli familiari devianti, lieve alterazione neuropsicologica e biochimica, possa portare con più probabilità a un’insorgenza di DBP.

Diversamente da come si pensava in passato, la sola presenza di un trauma non sarebbe sufficiente a spiegare l’evoluzione verso la patologia.

Inoltre, vari autori hanno tentato nel tempo di dare una spiegazione maggiormente organizzata e integrata dell’eziologia del disturbo formulando differenti modelli, tra cui il più esaustivo sembra essere il modello multifattoriale dell’eziologia.

Il DBP rimane stabile nel tempo?

I dati riportati dai diversi studi suggeriscono che, se mentre nell’adulto il DBP è principalmente cronico, nel periodo adolescenziale il DBP è temporaneo e può andare incontro a variazione o addirittura verso una remissione. Quindi, se si interviene precocemente sarebbe possibile ridurre gli effetti e il progredire della patologia, perciò, viene da sé la necessità di identificare la sintomatologia precocemente.

La diagnosi in infanzia e adolescenza?

Una volta chiariti i criteri diagnostici in infanzia e adolescenza, il professionista, oltre all’utilizzo del colloquio clinico, può avvalersi di vari strumenti provenienti da diversi orientamenti teorico-scientifici. Quelli maggiormente utilizzati sono il Personality Assessment Inventory – Adolescent (PAI – A) e il Minnesota Multiphasic Inventory – Adolescent (MMPI – A), che permettono un inquadramento diagnostico più accurato.

Quali trattamenti?

Per l’adolescenza sono stati messi a punto vari trattamenti, molti dei quali risultano essere degli adattamenti di interventi già validati e destinati ai soggetti adulti. Di seguito gli interventi maggiormente utilizzati:

  • Mentalization Based Treatment for Adolescent (MBT-A): questo intervento individuale spesso viene associato insieme ad un intervento Familiare (MBT-F).
  • Transference Focused Psychotherapy for Adolescent (TFP-A)
  • Helping Young People Early programme (HYPE): questo programma di aiuto precoce integra i principi della Terapia Cognitivo – Analitica (CAT)
  • Dialectical Behavior Therapy (DBT)
  • Terapia Familiare
  • Systems Training for Emotional Predictability and Problem Solving (STEPPS): questo intervento viene svolto in gruppo.

In conclusione, questo libro risulta essere un volume che necessariamente dovrebbe essere presente nello studio di ciascun professionista che svolge la pratica clinica con soggetti in età infantile e adolescenziale.

Nonostante la chiarezza espositiva e l’intenzione comunicativa, la ricchezza di dettagli e la complessità delle argomentazioni, nonché la mole, fa sì che il pubblico a cui si rivolge il presente volume, sia perlopiù di tipo professionale.

Inoltre, questo manuale rappresenta una grande opportunità per il clinico, sia per ampliare e approfondire le proprie conoscenze sia per cogliere anticipatamente la sintomatologia riportata, diagnosticare accuratamente e intervenire precocemente per scongiurare l’evolversi della patologia stessa e migliorare il benessere del soggetto.

Difatti, la complessità che emerge dal libro, non è altro che il riflesso della complessità delle argomentazioni stesse.

Ci auguriamo che nuovi studi, in particolare focalizzati sull’infanzia, possano far luce su altri aspetti al momento sconosciuti, così da andare ad arricchire ulteriormente questo manuale.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Sharp, C., & Tackett, J. (eds.) (2014). Handbook of Borderline Personality Disorder in Children and Adolescents. New York: Springer Science+Business Media (trad. it. Riccardi, I., & Fiore, D. (eds.) Manuale del Disturbo Borderline di Personalità nell’infanzia e nell’adolescenza, FrancoAngeli, Milano, 2021)
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