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Formulazione del caso LIBET e modello cognitivo comportamentale: la conferma empirica

È stata pubblicata la prima conferma empirica della procedura di formulazione del caso LIBET elaborato dal nostro gruppo di ricerca

Di Sandra Sassaroli, Gabriele Caselli, Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 29 Ott. 2021

Con soddisfazione e orgoglio segnaliamo la pubblicazione della prima conferma empirica della procedura di formulazione del caso LIBET (Life Themes and Semi-Adaptive Plans—Implications of Biased Beliefs, Elicitation and Treatment) elaborato dal nostro gruppo di ricerca.

 

È un lavoro open access, gratuitamente accessibile a tutti e lo trovate cliccando qui oppure qui in formato PDF

La validazione empirica della formulazione del caso LIBET è la prima conferma concreta dell’affidabilità di una procedura di formulazione del caso che non intende essere l’ennesimo nuovo modello di psicoterapia tra i tanti che si stanno moltiplicando (e molti con la loro conferma empirica) ma, al contrario, si propone come una procedura di formulazione e impostazione di una terapia già affermata, la psicoterapia cognitivo comportamentale, che integra alcune tradizioni ma tutte interne all’ambito di questa psicoterapia, dall’attenzione alle distorsioni comportamentali e cognitive di stampo funzionalista all’interesse per la storia di vita e gli scopi personali di ispirazione evolutiva. Inoltre la LIBET si propone come conferma empirica non solo di se stessa come procedura ma anche della validità della formulazione diatesi – stress, formulazione che è alla base dell’intero modello cognitivo-comportamentale. Infine la LIBET, nei prossimi sviluppi, aspira a fornire euristiche e quando possibile anche indicatori per le scelte terapeutiche e per i loro razionali, scelte ancora una volta tendenzialmente interne al campo clinico cognitivo-comportamentale ma, dove possibile, anche esterne purché dotate di un razionale compatibile con le euristiche cognitivo comportamentali di scelta clinica strategica della LIBET. Insomma, se questa impresa riuscirà, si tratta di elaborare un modello coerente e testabile di integrazione clinica scientificamente fondata che vada oltre il pur legittimo eclettismo fondato sul buon senso clinico.

In questo primo articolo si descrivono e si validano i primi due assi organizzativi delle variabili LIBET, i “temi di vita” e i “piani semi adattivi”, termini che non si limitano a ribattezzare gli assi classici del modello cognitivo standard di Beck, le credenze centrali e le strategie di fronteggiamento, ma li rielaborano tenendo conto dell’aspetto evolutivo ed esistenziale del significato personale sia delle credenze centrali (che per questo diventano temi di vita) che delle strategie di fronteggiamento (che per questo piani semi adattivi). Si tratta insomma di riassorbire quella evoluzione -che qualcuno chiama costruttivista- delle variabili razionali di Beck, operata però in termini di integrazione del modello di Beck e non di sua confutazione.

Naturalmente la validazione della procedura LIBET non finisce qui ma proseguirà con la validazione dell’asse dei processi, ulteriore integrazione proposta dalla LIBET che aspira quindi ad assimilare anche la terza onda processualista in questo suo sforzo di riassorbimento delle correnti disperse del modello cognitivo comportamentale: comportamentismo, razionalismo, evolutivismo (preferiamo questo termine a quello di costruttivismo) e processualismo.

 

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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