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Terapia breve centrata sulla soluzione. Principi e pratiche (2021) di Flavio Cannistrà e Federico Piccirilli – Recensione

Il manuale Terapia breve centrata sulla soluzione descrive un approccio che aiuta il paziente a raggiungere il cambiamento con l'utilizzo del solution talk

Di Vanessa Pergher

Pubblicato il 22 Giu. 2021

È uscito a marzo 2021 il primo libro interamente italiano dedicato a uno degli approcci di terapia breve più studiati e applicati nel mondo, ma ancora poco conosciuto nel nostro Paese, scritto da Flavio Cannistrà e Federico Piccirilli, dal titolo Terapia breve centrata sulla soluzione.

 

Cos’è la terapia breve centrata sulla soluzione

La terapia breve centrata sulla soluzione è un approccio non normativo, non basato quindi su un’idea di normalità clinica a cui il paziente deve ambire. Questo approccio mira ad aiutare il paziente a raggiungere il cambiamento desiderato attraverso un abile utilizzo del solution talk, cioè di domande che facilitano il cliente nella descrizione dettagliata di uno scenario senza problema. Questo tipo di conversazione terapeutica ha dimostrato essere sufficiente a far sì che le persone apportino concreti e significativi cambiamenti nelle proprie vite.

La terapia breve centrata sulla soluzione: nascita e diffusione

La nascita di questo approccio viene individuata tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, negli Stati Uniti, e vede come principali esponenti Steve de Shazer e Insoo Kim Berg, fondatori del Brief Family Therapy Center a Milwaukee. Le origini della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione hanno però multiple radici, che possono essere individuate, tra gli altri, in Milton Erickson e nel Mental Research Institute. Nel 1986 tuttavia il team di Milwaukee elaborò i concetti distintivi di questo modello di terapia.

Gli assunti fondamentali della Terapia Breve Centrata sulla Soluzione

Questo modello di terapia non ha un’impalcatura teorica strutturata e ben definita. La terapia breve centrata sulla soluzione è stata infatti sviluppata pragmaticamente, individuando gli interventi che portano i pazienti al raggiungimento del loro futuro desiderato.

Nonostante l’assenza di una “teoria forte” alla base di questo modello, vi sono comunque dei principi fondamentali che guidano il colloquio di terapia breve centrata sulla soluzione.

  • Il futuro desiderato. Secondo questo assunto è il cliente stesso a definire gli obiettivi della terapia, attraverso una descrizione dettagliata di come sarà la sua vita una volta che li avrà raggiunti.
  • I tre principi di De Shazer. “Se non è rotto non aggiustarlo”; “Se qualcosa funziona, fallo di più”; “Se non funziona, fai qualcosa di diverso”. Questi tre principi, formulati da de Shazer, guidano costantemente l’intervento del terapeuta centrato sulla soluzione. Seguendo questi principi, egli eviterà di proporre al cliente di lavorare su qualcosa che la persona non considera un problema, aiutandolo invece ad amplificare ciò che già funziona e guidandolo a trovare nuove strategie, più funzionali, per la risoluzione del suo problema.
  • Nessun problema si verifica continuamente. Secondo questo assunto, quando il problema non si verifica o è meno presente, la persona sta già mettendo in atto delle soluzioni efficaci. Compito del terapeuta sarà quello di sfruttare ciò che nella vita del paziente già funziona ed espanderlo.

La struttura dei colloqui di terapia centrata sulla soluzione

Tutta la seconda parte del libro è dedicata alla pratica della terapia breve centrata sulla soluzione e fornisce al lettore una descrizione precisa e puntuale di come andranno condotte le sedute secondo questo approccio.

Il modello descritto è quello del BRIEF di Londra, che struttura la seduta di terapia in questo modo:

  • Chiedere al cliente quali siano le sue migliori aspettative dalla seduta
  • Far descrivere alla persona il suo futuro preferito, come sarà la sua quotidianità nel momento in cui le migliori aspettative saranno realizzate
  • Far posizionare la persona nella scala del presente, da 0 a 10, descrivendo nel dettaglio cosa gli fa dire di essere a quel punto della scala e non più in basso
  • Chiedere, attraverso la scala del progresso, cosa potrà notare la persona quando sarà un gradino più in alto rispetto a dove si trova ora.
  • Concludere facendo la sintesi di quanto emerso e prescrivendo il noticing, chiedendo cioè alla persona di notare tutti i segni di miglioramento da quel momento all’incontro successivo.

Oltre all’approfondimento di questi punti, Flavio Cannistrà fornisce indicazioni utili per le situazioni più critiche, come quelle in cui il paziente è fortemente focalizzato sul problema o ha aspettative irrealistiche.

L’ultimo capitolo del libro è poi dedicato alla descrizione di sette diversi casi clinici, condotti da altrettanti terapeuti, per poter dare al lettore una panoramica delle possibili applicazioni del modello di terapia breve centrato sulla soluzione e tastare il suo impiego pratico.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Cannistrà, F., Piccirilli, F., (2021). Terapia breve centrata sulla soluzione. Principi e pratiche. EPC editore: Roma.
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