Le descrizioni dettagliate del sistema C tattile e la sua proiezione bottom up nel sistema nervoso centrale hanno un ruolo chiave nel supportare e rinforzare positivamente il contatto sociale tattile.
Il tatto è un senso che può essere interpretato come piacevole, in quanto è il primo sistema sensoriale che si sviluppa nell’uomo (Bremner & Spence, 2017; McGrant, 2004). La valenza emotiva assegnata al tatto è correlata a dei fattori bottom up, come un’attivazione ottimale degli afferenti tattili di tipo C, o CT (Spitoni et al., 2020).
Nello specifico questi afferenti, scoperti da Ynge Zotterman nel 1939 e dimostrati da Ake Valbo nel 1993, hanno una velocità di conduzione che varia dai 0,5 ai 2 m/sec e rispondono intensamente a stimoli meccanici a bassa intensità, come una carezza fatta con il dito o con un pennello (Varlamov, Portnova & McGlone, 2020). Di norma, la stimolazione viene applicata nell’intervallo da 0,2 a 1-2 N.
Un aumento della forza d’azione non porta ad alcun aumento dell’intensità della risposta rispetto alla situazione con i nocicettori C, dove le risposte degli stimoli a bassa intensità consistono in pochi picchi (Varlamov, Portnova & McGlone, 2020). Inoltre, si nota una risposta più intensa per stimoli con una temperatura corrispondente alla temperatura della pelle (Ackerley et al., 2014). Le descrizioni dettagliate del sistema C tattile e la sua proiezione bottom up nel sistema nervoso centrale hanno un ruolo chiave nel supportare e rinforzare positivamente il contatto sociale tattile. Lo scopo è quello di promuovere una connessione affettiva e sociale stabile che dia sicurezza (Varlamov, Portnova & McGlone, 2020).
Dopo gli studi di Harlow (1958) e di Bowlby (1969), negli ultimi anni il tatto è stato studiato per osservare l’influenza dello stile di attaccamento nella percezione fisica del dolore. Gli autori hanno osservato in questo modo come il dolore è percepito in base alla modulazione tattile e in base allo stile di attaccamento: un tocco gradevole è stato percepito come meno doloroso in soggetti con uno stile di attaccamento ansioso, mentre è stato percepito come più doloroso in soggetti con uno stile di attaccamento evitante (Spitoni et al., 2020). Alcuni comportamenti autolesionistici implicano un collegamento tra stile di attaccamento e dolore fisico, come osservato spesso in soggetti con disturbo borderline di personalità (Rossouw & Fonagy, 2012). Questa connessione tra contatto fisico e dimensioni psicologiche è stata osservata in diversi disturbi: Crucianelli e colleghi (2016) hanno dimostrato che i pazienti con anoressia nervosa percepivano il contatto fisico come meno gradevole rispetto al gruppo di controllo. Croy e colleghi (2016) hanno testato il contatto su un campione composto da soggetti con diverse forme di psicopatologia. I ricercatori hanno osservato come i soggetti con una diagnosi percepissero in generale disagio nell’essere toccati, in modo particolare i soggetti con un disturbo di personalità. Strauss (2012) ha evidenziato invece come il contatto fosse percepito in modo sgradevole da parte di persone con PTSD, nello specifico da parte di donne maltrattate e abusate.
Spitoni e colleghi (2020) hanno ipotizzato come i deficit tattili siano frequenti non solo in una popolazione di soggetti con disturbi psichici, bensì anche in persone sane con un tipo di attaccamento disorganizzato. Per testare questa ipotesi, hanno combinato metodi clinici, psicofisici e neuroimaging per svolgere due studi (Spitoni et al., 2020). Nel primo studio, sono stati reclutati 63 soggetti senza diagnosi psicologica, che non utilizzavano sostanze e che non avevano avuto una gravidanza o la nascita di un figlio nell’ultimo anno. Sono state somministrate l’Adult Attachment Interview (AAI) per osservare lo stile di attaccamento, la PID-5, la Symptom Checklist-90-R, il Two-Point Discrimination test (2PD) per valutare la sensibilità cutanea e l’Affective Touch experiment, dove i partecipanti ricevono una stimolazione tattile affettiva e non affettiva. Nel secondo studio, sono stati reclutati 12 soggetti con attaccamento organizzato (OA) e 12 soggetti con attaccamento disorganizzato (DA). La stimolazione cutanea è stata effettuata con dei colpetti dati con un pennello da pittura. I risultati di questi due studi hanno evidenziato come le persone con un attaccamento traumatico o disorganizzato percepiscono gli stimoli come sgradevoli, mentre i soggetti con attaccamento organizzato percepiscono gli stessi stimoli come piacevoli.
Il contatto tattile su persone con attaccamento disorganizzato attiva le strutture limbiche e paralimbiche, portando il soggetto ad una risposta di attacco e fuga che indica come le esperienze sociali precoci possono modificare la risposta fisiologica delle fibre CT periferiche e il sistema nervoso centrale (Spitoni et al., 2020).