Nardone e colleghi nel testo Pragmatica della comunicazione digitale riprendono gli assiomi comunicativi di Watzlawick calzandoli alla realtà odierna.
La pandemia ha incrementato e reso in alcuni casi obbligatoria la comunicazione mediata da strumenti tecnologici quali pc, tablet, video. Inevitabilmente una comunicazione non in vivo, attraverso uno schermo, non può essere uguale a quella classica in presenza alla quale eravamo abituati. Una comunicazione “digitale” può essere comunque efficace, anche in ambito clinico e di cura, si rende necessario però porre maggiore attenzione ad alcuni aspetti che potrebbero andare perduti o potrebbero essere trascurati rendendo così tutti gli sforzi vani e inefficaci. Giorgio Nardone e i suoi collaboratori si propongono, in questo libro, di tracciare le linee guida per le fondamenta di una comunicazione digitale efficace, soprattutto in ambito terapeutico. Lo fanno con la flessibilità propria dell’approccio Strategico, riprendendo gli assiomi comunicativi di Watzlawick e calzandoli alla realtà odierna.
- Non si può non comunicare: i silenzi, le pause hanno comunque una conseguenza, sono comunque interazione. La comunicazione ha luogo anche quando non è intenzionale o consapevole.
- Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione: i nostri sistemi percettivi colgono prima il “come” del “cosa”, si concentrano spontaneamente prima sulla forma che sul contenuto. Lo stesso contenuto esplicitato in modi differenti, infatti, produce effetti molto diversi. Il primo sistema con il quale cerchiamo di fare ordine è infatti inconsapevole. È il tipo di relazione che si crea che definisce il contenuto. Sapere “come” comunicare diviene fondamentale prima di porre attenzione sul “cosa” comunicare.
- La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze d’interazione: tendiamo a considerare il nostro comportamento non come causa ma come conseguenza del comportamento altrui. Saper punteggiare diventa importante per cambiare la prospettiva altrui su ciò che comunichiamo.
- La comunicazione può essere digitale e analogica: la componente non verbale della comunicazione svolge un ruolo di primo piano, viene percepita per prima e può influenzare il contenuto (come sopra) perciò, proprio quando non possiamo comunicare in vivo, ma attraverso un pc, diventa ancora più importante saper evocare sensazioni attraverso immagini analogiche, aforismi e ristrutturazioni.
- Ogni comunicazione può essere simmetrica o complementare: La tipologia di relazione nella comunicazione influisce radicalmente sulle resistenze dell’interlocutore, il buon comunicatore deve essere in grado di muoversi flessibilmente da una posizione di superiorità e autorevolezza ad una posizione “one down” di inferiorità a seconda del momento, del contesto e dell’obiettivo da raggiungere.
Nell’interazione non in vivo è più difficile misurare l’impatto della nostra comunicazione perciò risulta più complicato regolarsi nell’interazione. Si rende pertanto necessario porre ancora più attenzione agli aspetti paraverbali.
Dalla creazione del “setting” alla prima impressione, dalla mimica facciale agli aspetti prossemici, nulla può essere trascurato.
“Impariamo prima ciò che consideriamo come importante o significativo, memorizziamo meglio ciò che ci emoziona”.
Si rende quindi necessario, se si vuol essere efficaci, conoscere al meglio questi aspetti per padroneggiarli, cambiare e sintonizzarsi sui bisogni del momento. Tra tutte le figure professionali, è proprio colui che lavora nella relazione d’aiuto che deve essere in grado di cambiare e rendersi flessibile per non rischiare di essere inefficace, ma chiunque si occupa di comunicazione attraverso la rete dovrebbe conoscere e coltivare ognuno degli aspetti trattati nel libro. Che si tratti di marketing, di video-corsi, supervisioni, lezioni o qualsiasi tipo di consulenza, la comunicazione efficace non può prescindere da questi aspetti.