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In memoria di Roberto Lorenzini

Di Antonio Scarinci

Pubblicato il 06 Apr. 2021

Gli incontri, nel bene o nel male segnano la storia personale di ognuno.

Quanto può essere preziosa la presenza di un amico fraterno, saggio, geniale, con un’intelligenza capace di cogliere sottili sfumature dell’animo umano, di farti sentire ascoltato, capito, riconosciuto. E’ una benedizione del cielo gratuita e forse immeritata avere al fianco una persona generosa, pronta a rimboccarsi le maniche al bisogno per esserti vicino nei momenti difficili, quando il cielo si fa buio e pensi che nessuno e niente potrà evitare che il temporale ti trovi allo scoperto, senza riparo, pronta a confortarti e a supportarti nell’affrontare le difficili contingenze, e con ironia a invitarti a non prenderti troppo sul serio e a non prendere troppo sul serio anche le avversità.

Non perché ci si debba rassegnare ma perché forse accettare e lasciare accadere ciò che accade è ciò che di meglio si possa fare. Senza, però, rinunciare a un impegno responsabile nel perseguire le cose importanti, come può fare chi ha la consapevolezza che si può anche fallire. Sì, fallire, perché i limiti vanno considerati, l’umiltà dev’essere compagna di viaggio, la curiosità favorire la conoscenza e l’aumento della capacità predittiva tanto a te cara.

In fondo quel senso d’inadeguatezza, quel luogo mentale intollerabile del disamore non si può cancellare, è cresciuto con te, ti appartiene e ciò che puoi fare è solo gestirlo nel migliore dei modi, quando ci riesci.

Tanto, in quei momenti in cui il mondo è triste e scende un’ombra scura che ti avvolge, puoi rifugiarti nella compagnia di un amico che condivide, è sintonizzato perché in fondo c’è un sentire comune, una narrazione sovrapposta, un affetto reciproco che placa l’inquietudine. E quante volte insieme abbiamo guardato senza indugio gli interstizi polverosi delle nostre anime, i punti oscuri e contorti dentro di noi con amorevole gentilezza e compassione, riconoscendo quella parte meno brillante, scintillante che vogliamo tutti nascondere. Consapevoli che la perfezione non ci assomiglia neanche un poco, abbiamo cercato di fare onestamente i conti con i nostri debiti, tentando sempre di rimetterli senza giudizio ai nostri debitori.

Il tuo atteggiamento comprensivo, non giudicante che ti portava a riconoscere le ragioni dell’altro e a chiedere scusa anche quando non ce n’era motivo, ti faceva sentire vicino agli altri, unito a loro.

Hai sempre amato la conoscenza ed evitato il potere che per te significava responsabilità verso gli altri, un onere maggiore nel servire e lo hai subito in tutta la sua gravosità e insopportabilità da restarne schiacciato.

Poi c’era il tempo del ritiro, dell’isolamento, dei confini marcati per rannicchiarti in posizione fetale con le tue letture, i tuoi affetti più importanti, le tue confortevoli e piacevoli abitudini.

Quanto tempo passato a discutere, riflettere, studiare tematiche sulle quali io salivo sulle tue spalle e raramente riuscivo a dare qualche spunto interessante che tu eri pronto a valorizzare oltre modo. Il piacere di confrontarsi con un’intelligenza capace di cogliere facilmente e tempestivamente gli aspetti salienti di qualsiasi questione, con una persona generosa, disponibile a offrirsi e a dare gratuitamente.

Roberto ti sarò sempre grato per aver attraversato la mia vita. Sei qui presente e resterai con me, con noi per sempre.

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SCRITTO DA
Antonio Scarinci
Antonio Scarinci

Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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