TikTok, uno dei social network più popolare degli ultimi tempi, vanta di 500 milioni di iscritti tra preadolescenti e adolescenti. In questa piattaforma, gli utenti possono produrre, modificare e condividere video di 15 secondi di loro stessi intenti a ballare, cantare e mostrare altre abilità.
Sin dal suo esordio nel 2017, diversi professionisti dell’industria musicale hanno dichiarato TikTok come determinante nella promozione e nel lancio di nuovi talenti, permettendo a ciascuno di “diventare qualcuno” (Leight, 2019).
L’uso di Tiktok di tipo passivo, partecipativo e contributivo alla creazione di contenuti (Shao, 2009), può essere letto attraverso il quadro delle teorie psicologiche dell’autorealizzazione e della creazione dell’identità (Goffman, 1959) e della teoria degli usi e delle gratificazioni (Katz, 1959). Quest’ultima indaga le motivazioni sociali e psicologiche alla base dell’utilizzo del social network, presupponendo che siano differenti in base agli usi più o meno attivi.
Studi precedenti sottolineano che una fruizione passiva (sorveglianza, rilassamento, ricerca di informazioni e intrattenimento senza partecipazione), infonde gratificazione immediata (Sheldon & Bryant, 2016) ed è incrementata tra i giovani utenti di TikTok per la presenza di contenuti di intrattenimento sempre accessibili (Whiting & Williams, 2013).
I social permettono di sfuggire dalla realtà e dalla noia, distogliendo l’attenzione dalle responsabilità (Quan-Haase & Young, 2010); inoltre, semplicemente osservando la vita dei propri coetanei, si può essere informati sui cambiamenti in atto senza alcun impegno nel dialogo (Shao, 2009).
L’uso dei social network permette di dimostrare un know-how sociale tra gli adolescenti (Quan-Haase & Young, 2010), che possono soddisfare il bisogno di interazione con il proprio gruppo e con persone aventi interessi simili tramite i comportamenti partecipativi (McKenna et al., 2002), di interazione utente-utente e utente-contenuto (Shao, 2009).
I social, avvantaggiando coloro che sono socialmente inibiti (Quan-Haase & Young, 2010), danno conforto grazie ad un ambiente interpersonale al riparo dai rifiuti e dagli imbarazzi della vita reale (Dunne et al., 2010).
Gli utenti di TikTok possono cimentarsi nel ruolo di produttori di contenuti personali; particolarmente favorevole per l’adolescente che, assolvendo al compito evolutivo di sviluppo della propria identità sociale, si trova a sperimentare sé stesso (Yau & Reich, 2019) in un mondo online vasto e impersonale.
Tra i giovani, i bisogni di espressione del sé, di riconoscimento sociale e ricerca di popolarità, sono i motivi più citati alla base della produzione di contenuti online (Dunne et al., 2010). Mettendo in mostra il propri talenti su TikTok, si viene a creare un’immagine di sé talvolta fittizia, che attira l’attenzione del pubblico (Trammell & Keshelashvili, 2005), con il fine di intraprendere relazioni nuove e supportive (Walker, 2000).
Gli adolescenti preferiscono esprimersi in piattaforme che consentono di costruire identità più visive, nelle quali il riconoscimento sociale ricevuto dal numero di mi piace e di seguaci è indicativo del loro successo (Mascheroni et al., 2015). TikTok offre il potenziale per raggiungere una certa popolarità grazie al pubblico virtuale, dando la possibilità di creare pagine di profilo simili a quelle delle celebrità, imitandone il loro stile di vita.
Bossen & Kottasz (2020) hanno condotto uno studio in Danimarca esaminando le modalità di interazione su TikTok da parte di adolescenti e preadolescenti (11-16 anni); scoprendo gli usi e le gratificazioni chiave ricercati in questo social network, oltre alle motivazioni che ne guidavano l’utilizzo.
Dall’indagine emerge come sia gli adolescenti che i preadolescenti adottavano prevalentemente comportamenti passivi di consumo su TikTok per ricercare una forma di intrattenimento e divertimento. Inoltre, questo motivo era il motore principale anche tra coloro che partecipavano e contribuivano ai contenuti.
Le gratificazioni ricercate dal consumo passivo di Tiktok erano associate a bisogni affettivi, di evasione, cognitivi (ricercare informazioni) oltre che di sorveglianza degli altri, senza distinzione per genere o età.
La motivazione primaria dell’uso partecipativo di TikTok nel campione era espandere la rete di conoscenze, sentirsi riconosciuti a livello sociale e più in generale strutturare una propria identità.
Un terzo di coloro che hanno usato TikTok contribuendo nei contenuti avevano come motivazione l’espressione della creatività, l’autoespressione e la volontà di sperimentare la propria identità.
La produzione di contenuti e la possibilità che possano divenire virali conferiscono sicurezza identitaria ai giovani, rafforzando la loro posizione sociale. Infatti, la motivazione primaria tra gli utilizzatori frequenti era il desiderio di diventare famosi.
Le esigenze relazionali di riconoscimento e di fama, emerse dagli adolescenti impegnati nella produzione di duetti e video collaborativi, venivano confermate in modo esplicito dal campione.
Mentre i preadolescenti erano gratificati nel seguire profili di loro amici coetanei e nel produrre contenuti, gli adolescenti più grandi d’età soddisfacevano i loro bisogni visitando passivamente i post pubblicati da altri famosi (influencer, celebrità e idoli). Tra loro, un uso meno partecipativo di TikTok derivava probabilmente dall’autoconsapevolezza e dalla volontà di tutelare la propria privacy.
Sebbene TikTok sia considerato una forma di intrattenimento che concede un divertimento spensierato può essere motivo di preoccupazione sapere che i consumatori, oltre alla loro precoce età, ricercano attivamente nuovi legami sociali con lo scopo di divenire più popolari.
Al fine di tutelare i ragazzi, è importante entrare in contatto con il loro mondo, comprendere quali sono le figure influenti seguite su TikTok e a quali contenuti espongono gli utenti.
E’ chiaro che i social network non vengono monitorati come ci si aspetterebbe dal contesto sociale e che i bambini stessi che si interfacciano con il social, nonostante adultizzati in modo precoce, non hanno gli strumenti per capire e affrontare i pericoli insiti nel mondo online.
Per questo, è necessario agire in ottica preventiva, educando ad un uso consapevole di internet e del mondo social in un’età sempre più precoce, intervenendo non solo sulle questioni legate alla privacy e al pericolo dell’approccio ad estranei; ma nella gestione delle aspettative dei ragazzi, come quella del divenire famosi.