expand_lessAPRI WIDGET

L’arte dell’influenza: quando e perché gli artisti che deviano dalle regole hanno un impatto maggiore

Gli artisti che si discostano dalle norme proponendo forme di arte in qualche modo devianti sembrano guadagnare un impatto maggiore a livello sociale

Di Tatiana Pasino

Pubblicato il 15 Gen. 2021

Mentre alcuni artisti raggiungono la fama, altri cadono nell’oblio (Stamkou et al., 2018). Che cosa determina l’impatto che un artista e la sua arte possono avere?

 

Gli uomini che vengono ricordati secoli dopo la loro morte, in gran parte sono artisti. Pittori come Monet sono considerati dei geni al giorno d’oggi, eppure furono criticati duramente dai loro contemporanei per aver violato norme legate alla bellezza (Stamkou et al., 2018). Prendendo in considerazione un punto di vista psicologico, le deviazioni dalle norme prevalenti rappresentano una vera e propria sfida per lo spettatore perché rendono più difficile la comprensione del significato di un’opera d’arte, smorzando così la sua fluidità a livello visivo (Koffa, 1935; Landau et al., 2006; Schwarz et al., 2004; Reber et al., 1998; Rosch, 1975). Sia nel settore sociale che in quello artistico, ci si aspetta che le persone preferiscano modelli che si conformino maggiormente alle norme e alle aspettative implicite culturali. Di conseguenza, le idee che violano le aspettative culturali e le persone che violano le norme sono trattate con sospetto e vengono scoraggiate (Mueller et al., 2012; Okimoto e Brescoll, 2010) in quanto rappresentano una minaccia per gruppi e società ben funzionanti (Heerdink et al., 2013; Jetten e Hornsey, 2014; Jonas et al., 2014; Proulx et al., 2010; Van Kleef et al., 2015).

Per devianza artistica si intende una compromissione dell’impatto visivo di un’opera, dovuta a stimoli inaspettati che sono più difficili da elaborare e da comprendere (Koffka, 1935; Landau et al., 2006; Reber et al., 1998, 2004; Rosch, 1975). Nelle teorie di percezione visiva, il mantenimento della percezione di stimoli previsti richiede meno risorse cognitive, di conseguenza genera un effetto maggiormente positivo (de-Wit, Machilsen e Putzeys, 2010). Artisti che si discostano dalle norme culturali hanno maggiori probabilità di evocare emozioni negative come colpa e rabbia (Helweg-Larsen e LoMonaco, 2008; Kam e Bond, 2009; Ohbuchi et al., 2004), rischiando di perdere la loro posizione nell’ambito artistico (Yukl, 2010).

Nel campo artistico, le preferenze predicibili erano legate a stimoli riguardanti colori (Martindale e Moore, 1988), mobili (Whitfield e Slatter, 1979), dipinti (Farkas, 2002) ed esempi di categorie semantiche (Martindale et al., 1988).

Al di fuori del dominio artistico, la ricerca sulla devianza può contribuire all’influenza in circostanze particolari (Stamkou et al., 2018): deviare dalla norma indica lo sperimentare il ‘margine di manovra per agire secondo il proprio, nonostante i vincoli e le potenziali ripercussioni’ (Stamkou e Van Kleef, 2014). Dato che il potere sociale è associato alla mancanza di vincoli (Galinsky et al., 2003; Keltner et al., 2003), individui che assumono un comportamento apparentemente non vincolato da pressioni normative può essere percepito come potente (Stamkou et al., 2018). I nuovi movimenti artistici non emergono dal vuoto: ad esempio la teoria di Hollander, 1958 spiega come all’interno di un gruppo un individuo possa deviare dalle vecchie pratiche dopo aver acquisito fiducia nel gruppo sociale, cioè dopo aver dimostrato di essere in grado di seguire le norme già in essere per sviluppare in seguito nuove norme (Bray et al., 1982; Stone e Cooper, 2009). Nello specifico, si parla di devianza intrapersonale quando ci si riferisce alla tendenza evolutiva umana che spinge il singolo individuo a volersi distinguere dagli altri (Burris e Rempel, 2004).

Differenti ricerche dimostrano come le informazioni vengono memorizzate in un modo migliore quando sono distinte da altre (Leyens et al., 1997), mentre sentimenti di estrema somiglianza sono associati a effetti negativi in termini mnestici (Fromkin, 1972). La somiglianza può portare ad una valutazione positiva delle esperienze scarse e ad una maggiore identificazione con i gruppi distintivi (Brewer e Pickett, 1999; Stamkou et al., 2018).

Stamkou e colleghi (2018) svilupparono un modello teorico cercando di spiegare come gli artisti che si discostano dalle norme guadagnano un impatto maggiore a livello sociale, cercando di rispondere a 1) perché le opere artistiche visive spesso deviano dalle norme artistiche prevalenti della loro epoca, e 2) in che modo gli artisti devianti ottengono un riconoscimento e hanno un impatto duraturo (Stamkou et al., 2018).

Gli autori hanno presentato a dei soggetti differenti immagini: nel primo studio è stato dimostrato come nelle culture occidentali sono considerati maggiormente progressivi gli stili non realistici rispetto a quelli realistici. Altri 5 studi, svolti su due stili differenti di devianza artistica, forniscono prove dei vari effetti a livello di impatto (ad esempio, l’influenza percepita dell’artista, la valutazione dell’opera d’arte e l’attenzione visiva all’opera d’arte).

Nel secondo studio di Stamkou e colleghi (2018) emerge come gli individui consideravano gli artisti che si discostavano dal loro stile precedente in modo diverso rispetto agli artisti che seguivano costantemente un unico stile. Tali effetti sono evidenti anche nel terzo studio dove un impatto più forte si verifica quando gli artisti passavano da uno stile retrogressivo a uno progressivo. Gli artisti che deviavano dallo stile dei loro contemporanei erano considerati di maggiore impatto rispetto agli artisti che seguivano il filone predominante, inoltre l’impatto era maggiore se gli artisti abbandonavano uno stile regressivo attraverso l’utilizzo di strumenti progressivi (Stamkou et al., 2018). Infine, quando il contesto storico ha impedito agli osservatori di dedurre lo sviluppo dei mezzi espressivi utilizzati dagli artisti, la devianza artistica ha aumentato l’impatto percepito indipendentemente dai mezzi utilizzati con cui gli artisti hanno deviato le norme culturali.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bray, R. M., Johnson, D., & Chilstrom, J. T. (1982). Social influence by group members with minority opinions: A comparison of Hollander and Moscovici. Journal of Personality and Social Psychology, 43, 78–88.
  • Brewer, M. B., & Pickett, C. L. (1999). Distinctiveness motives as a source of the social self. In T. R. Tyler, R. M. Kramer, & O. P. John (Eds.), The psychology of the social self (pp. 71–87). Mahwah, NJ: Erlbaum.
  • Burris, C. T., & Rempel, J. K. (2004). “It’s the end of the world as we know it”: Threat and the spatial-symbolic self. Journal of Personality and Social Psychology, 86, 19–42.
  • de-Wit, L., Machilsen, B., & Putzeys, T. (2010). Predictive coding and the neural response to predictable stimuli. The Journal of Neuroscience, 30, 8702–8703.
  • Farkas, A. (2002). Prototypicality-effect in surrealist paintings. Empirical Studies of the Arts, 20, 127–136.
  • Fromkin, H. L. (1970). Effects of experimentally aroused feelings of undistinctiveness upon valuation of scarce and novel experiences. Journal of Personality and Social Psychology, 16, 521–529.
  • Galinsky, A. D., Gruenfeld, D. H., & Magee, J. C. (2003). From power to action. Journal of Personality and Social Psychology, 85, 453–466.
  • Heerdink, M. W., van Kleef, G. A., Homan, A. C., & Fischer, A. H. (2013). On the social influence of emotions in groups: Interpersonal effects of anger and happiness on conformity versus deviance. Journal of Personality and Social Psychology, 105, 262–284.
  • Helweg-Larsen, M., & LoMonaco, B. L. (2008). Queuing among U2 fans: Reactions to social norm violations. Journal of Applied Social Psychology, 38, 2378–2393.
  • Hollander, E. P. (1958). Conformity, status, and idiosyncrasy credit. Psychological Review, 65, 117–127.
  • Jetten, J., & Hornsey, M. J. (2014). Deviance and dissent in groups. Annual Review of Psychology, 65, 461–485.
  • Jonas, E., McGregor, I., Klackl, J., Agroskin, D., Fritsche, I., Holbrook, C., . . . Quirin, M. (2014). Threat and defense: From anxiety to approach. Advances in Experimental Social Psychology, 49, 219–286.
  • Kam, C. C-S., & Bond, M. H. (2009). Emotional reactions of anger and shame to the norm violation characterizing episodes of interpersonal harm. British Journal of Social Psychology, 48, 203–219.
  • Keltner, D., Gruenfeld, D. H., & Anderson, C. (2003). Power, approach, and inhibition. Psychological Review, 110, 265–284
  • Koffka, K. (1935). Principles of Gestalt psychology. New York, NY: Harcourt-Brace.
  • Landau, M. J., Greenberg, J., Solomon, S., Pyszczynski, T., & Martens, A. (2006). Windows into nothingness: Terror management, meaninglessness, and negative reactions to modern art. Journal of Personality and Social Psychology, 90, 879–892.
  • Leyens, J. P., Yzerbyt, V. Y., & Rogier, A. (1997). Personality traits that distinguish you and me are better memorized. European Journal of Social Psychology, 27, 511–522.
  • Martindale, C., & Moore, K. (1988). Priming, prototypicality, and preference. Journal of Experimental Psychology: Human Perception and Performance, 14, 661–670.
  • Martindale, C., Moore, K., & West, A. (1988). Relationship of preference judgments to typicality, novelty, and mere exposure. Empirical Studies of the Arts, 6, 79–96.
  • Mueller, J. S., Melwani, S., & Goncalo, J. A. (2012). The bias against creativity: Why people desire but reject creative ideas. Psychological Science, 23, 13–17.
  • Ohbuchi, K. O., Tamura, T., Quigley, B. M., Tedeschi, J. T., Madi, N., Bond, M. H., & Mummendey, A. (2004). Anger, blame, and dimensions of perceived norm violations: Culture, gender, and relationships. Journal of Applied Social Psychology, 34, 1587–1603.
  • Okimoto, T. G., & Brescoll, V. L. (2010). The price of power: Power seeking and backlash against female politicians. Personality and Social Psychology Bulletin, 36, 923–936.
  • Proulx, T., Heine, S. J., & Vohs, K. D. (2010). When is the unfamiliar the uncanny? Meaning affirmation after exposure to absurdist literature, humor, and art. Personality and Social Psychology Bulletin, 36, 817– 829.
  • Reber, R., Winkielman, P., & Schwarz, N. (1998). Effects of perceptual fluency on affective judgments. Psychological Science, 9, 45–48.
  • Reber, R., Schwarz, N., & Winkielman, P. (2004). Processing fluency and aesthetic pleasure: Is beauty in the perceiver’s processing experience? Personality and Social Psychology Review, 8, 364–382.
  • Rosch, E. (1975). Cognitive representations of semantic categories. Journal of Experimental Psychology: General, 104, 192–233.
  • Stamkou, E., & Van Kleef, G. A. (2014). Do we give power to the right people? When and how norm violators rise to the top. In J.-W. van Prooijen & P. A. M. van Lange (Eds.), Power, politics, and paranoia: Why people are suspicious about their leaders (pp. 33–52). Cambridge, UK: Cambridge University Press.
  • Stamkou, E., van Kleef, G. A., & Homan, A. C. (2018). The art of influence: When and why deviant artists gain impact. Journal of Personality and Social Psychology, 115(2), 276-303.
  • Stone, T. H., & Cooper, W. H. (2009). Emerging credits. The Leadership Quarterly, 20, 785–798.
  • Van Kleef, G. A., Wanders, F., Stamkou, E., & Homan, A. C. (2015). The social dynamics of breaking the rules: Antecedents and consequences of norm-violating behavior. Current Opinion in Psychology, 6, 25–31.
  • Whitfield, T., & Slatter, P. (1979). The effects of categorization and prototypicality on aesthetic choice in a furniture selection task. British Journal of Psychology, 70, 65–75.
  • Yukl, G. (2010). Leadership in organizations (7th ed.). Englewood Cliffs, NJ: Prentice Hall.
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Joan Mirò: la tragicità espressiva, tra creatività e disturbi dell'umore
Joan Mirò e la sua tragicità espressiva

L'arte di Joan Mirò viene osservata dando un taglio psicologico e evidenziando come sembri emergere un legame tra creatività e disturbi dell'umore

ARTICOLI CORRELATI
Emozioni, effetto esposizione e familiarità nell’ascolto di una canzone

La familiarità con una canzone e l'effetto esposizione sembrano favorire il nostro apprezzamento verso di essa

Psicopatia e disturbo antisociale di personalità: un’analisi clinica e cinematografica dei disturbi

Discriminare tra la psicopatia e il disturbo antisociale di personalità tramite il supporto di parallelismi cinematografici

WordPress Ads
cancel