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Sensazione globus: la psicologia in supporto alla deglutizione

La sensazione globus è una difficoltà da non sottovalutare, sopratutto in pazienti che devono assumere una terapia farmacologica cronicamente.

Di Concetta Papapicco

Pubblicato il 26 Ott. 2020

I pazienti che sperimentano la sensazione globus, nel momento in cui devono assumere una pillola di piccole o grandi dimensioni, avvertono un’oppressione alla gola, non correlata a una condizione fisica esterna, ma a una sensazione di paura o terrore.

 

Non è sempre vero che “con un po’ di zucchero la pillola va giù”. E’ comune, infatti, in adulti e bambini la presenza di oggettive difficoltà nell’assunzione di pillole di piccole e grandi dimensioni, a danno dell’aderenza terapeutica o dell’intera cura. Tale difficoltà, non è sempre legata a condizioni fisico-strutturali, come nel caso della disfagia oro-faringea (Modena & Pellecchia, 2010), ma anche a condizioni derivanti dalla paura di soffocamento, come nella condizione della “sensazione globus” (Deary & Wilson, 1994). Nella suddetta condizione, i pazienti sperimentano oppressione alla gola non correlata a una condizione fisica esterna, ma a una sensazione di paura o terrore. La sensazione è quella di una gola che si stringe alla sola anticipazione di assunzione della pillola.

Non è da sottovalutare, infatti, questa difficoltà in pazienti che devono assumere una terapia farmacologica cronicamente. Invero, nonostante i “trucchetti” derivanti dal senso comune, quando si devono assumere ogni giorno delle pillole per curare una malattia cronica, è possibile notare che l’assunzione di queste ultime provoca nausea, conati o sensazione di soffocamento (Puhakka, Lehtinen Aalto, 1976). Non essendo sempre possibile ridurre le pillole in polvere, la sensazione globus diventa una condizione permanente, soprattutto se non si comprende la causa alla base e l’unicità del paziente. In una ricerca pubblicata sulla rivista Annals of Medicine, i ricercatori dell’Università di Heidelberg, in Germania, hanno sperimentato due tecniche che migliorano la capacità di assumere le pillole sia nelle persone sane che nei pazienti con difficoltà di deglutizione (Schiele et al., 2014).

Allo studio hanno partecipato 151 persone tra i 18 e i 65 anni, tra i quali, circa la metà con difficoltà di deglutizione (gruppo sperimentale). Ai partecipanti è stato chiesto di assumere un placebo in 16 diversi formati (capsule, pastiglie rotonde, pastiglie ovali o allungate…) e di quantificare per ciascun formato la facilità di deglutizione attraverso una scala Likert a 8 punti:

  • 0 = molto facile;
  • 7 = molto difficile da deglutire.

Successivamente, ai partecipanti è stato chiesto di assumere nuovamente il placebo nei formati più difficili da deglutire applicando due tecniche diverse, teorizzate dagli stessi autori. Le due tecniche hanno costituito due condizioni sperimentali:

  1. la condizione “pop-bottle”, in cui la compressa viene ingoiata con acqua, inclinando la testa all’indietro: la compressa viene messa sulla lingua e le labbra si stringono intorno all’apertura della bottiglia per evitare l’aspirazione di aria;
  2. la condizione “lean-forward”, che prevede l’assunzione di capsule senza l’aiuto di acqua e con la testa piegata in avanti.

I partecipanti hanno trovato entrambe le tecniche utili per deglutire più facilmente le pillole di placebo. In particolare, dai risultati è emerso che il 59,7% dei partecipanti ha rilevato che la tecnica “pop-bottle” migliorava la deglutizione delle compresse, mentre l’88,6% preferiva la tecnica “lean-forward” per assumere le capsule.

Secondo gli autori, quindi, l’adozione di queste tecniche, purché sotto controllo di una equipe multidisciplinare, può facilitare la corretta assunzione delle pillole nelle persone con disfagia e sensazione di globus, a fianco di una terapia con un logopedista e dell’adozione di acqua gelificata o addensanti che facilitano la deglutizione. L’acqua gelificata e le sostanze addensanti, infatti, hanno un ampio uso ed utilità nella pratica clinica e domestica perché aiutano a mantenere l’idratazione e l’aderenza ai trattamenti farmacologici nelle persone con difficoltà di deglutizione, per una migliore accettazione, da parte dei pazienti, della compressa.

Necessario, in entrambe le situazioni (funzionali e strutturali), l’intervento dello psicologo in unione alle diverse figure professionali, come il medico e il logopedista. Infatti, per raggiungere il benessere del paziente, è necessaria la comprensione di questa difficoltà. Soprattutto nella condizione della sensazione globus, la pillola è spesso considerata come “corpo estraneo”. E’ compito dello psicologo, infatti, indagare il significato unico che la persona attribuisce a quel corpo estraneo e che la pone in una condizione di allarme.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Deary, I. J., & Wilson, J. A. (1994). Problems in treating globus pharyngis. Clinical Otolaryngology & Allied Sciences, 19(1), 55-60.
  • Modena, L., & Pellecchia, C. (2001). La disfagia oro-faringea nel paziente adulto con patologia neurologica.
  • Puhakka, H., Lehtinen, V., & Aalto, T. (1976). Globus hystericus—a psychosomatic disease?. The Journal of Laryngology & Otology, 90(11), 1021-1026.
  •  Schiele JT, Schneider H, Quinzler R, Reich G, Haefeli WE. (2014). Two techniques to make swallowing pills easier.  Ann Fam Med. 12(6):550-2. doi: 10.1370/afm.1693.
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