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Tommaso (2016) e la paura dell’intimità nelle relazioni sentimentali – Recensione del film

La storia di Tommaso, delle sue difficoltà relazionali e delle donne che si legano a lui nella speranza di costruire un rapporto profondo e duraturo.

Di Nicole Tornato

Pubblicato il 26 Giu. 2020

Numerosi uomini, come Tommaso, lanciano segnali importanti che vengono abilmente ignorati dalle compagne; queste nutrono fiducia, avviano un rapporto significativo e si trovano in una situazione di “improvvisa” rottura relazionale. Cosa è successo?

 

Tommaso è un attore di circa 40 anni, convive da tempo con una compagna il cui rapporto entra in crisi per la sua “freddezza”. Bello e affascinante, il protagonista, interpretato dal regista Kim Rossi Stuart, non può fare a meno di desiderare qualsiasi donna attraente che gli passi accanto; dalla farmacista, alla giovane intenta a leggere un libro su una panchina, ognuna innesca fantasie erotiche persistenti e invadenti che gli confermano di essere giunto al capolinea della convivenza con Chiara.

Tommaso desidera ardentemente l’anima gemella, ma quando la relazione si stabilizza, inizia a notare i difetti e le imperfezioni; il desiderio si spegne e si riavvia il nastro della crisi esistenziale, delle ossessioni sul sesso. Non percepisce l’entità del problema e si rivolge a chi non potrà aiutarlo, a Mario, un falso psicoterapeuta che si appella al “bambino traumatizzato”, rifila espressioni liriche e consigli strampalati, che il protagonista accoglie meccanicamente nella confusione totale. E qui, a mio avviso, il regista ha voluto sottolineare i potenziali danni degli pseudo-professionisti che oltre a non saper gestire una situazione complessa e delicata, frutto di traumi irrisolti ed esperienze dolorose, indirizzano una persona, in un momento di fragilità, su strade impervie e dannose.

Così, Tommaso, nel mezzo di un periodo doloroso in cui la fine di una relazione significativa si mescola alla crisi personale, fatta di paure, incertezze e sconforto viene spronato da Mario a ricominciare un rapporto. Nulla di più dannoso per una persona che in quel preciso istante avrebbe bisogno di una pausa per lavorare sulla solitudine, sulle emozioni e i pensieri che lo perturbano, su questa convivenza che non ha funzionato e che lo riporta allo stesso punto di partenza, a cercare legami che si rivelano insoddisfacenti, deludenti non solo nell’estetica, ma anche nella dinamica relazionale: tutte che vogliono un progetto di vita insieme, Tommaso no. Da cosa scappa quindi? Scappa perché non scatta davvero nulla con nessuna? Perché non riesce a frenare l’idealizzazione e si imbatte, così, in rapide delusioni? Scappa per prevenire un ipotetico abbandono? Le risposte non si escludono per forza, ma necessitano di un lavoro sul caso specifico, senza appiccicare la teoria sulla persona.

Questa fretta di accantonare una parte preziosa di sé, per precipitarsi nelle braccia della ex, Federica, non lo aiuta a stare meglio, ma lo invita a ripetere la stessa esperienza, ad interrompere un rapporto proprio sul punto di avvicinarsi, di stringere il legame e concretizzare i progetti di vita, i figli, l’avvio di una convivenza. Tommaso oscilla da attribuire la responsabilità alle donne, alla scintilla che non è scattata, a rimuginare sulle ossessioni, sulle paure, fino al giorno in cui incontra Sonia, decisamente più giovane di lui, ironica e sfuggente. Con Sonia non c’è una relazione, ma una non-relazione, un rapporto indefinito: lui tenta di avvicinarsi mentre lei si destreggia tra provocarlo e tirarsi indietro. In questa giostra confusa, però, l’attore cambia registro e aspetto, si veste come un ragazzino, si taglia la barba, sembra finalmente innamorato di una ragazza diversa dalle solite coetanee con tante aspettative: e infatti Sonia non vuole un rapporto stabile, capisce al primo colpo le sue intenzioni e non si fa problemi a rinfacciarglielo quando la situazione diventa ingestibile.

Diversamente da Federica, che in preda alla speranza dimentica di essere stata abbandonata già una volta da Tommaso, Sonia coglie bene la differenza tra chi elargisce solenni promesse e chi le mantiene, tra chi ha accettato i suoi pregi e i difetti e chi è attratto da un’immagine che lei stessa ricalca per stare nel gioco. Pertanto non ha quei vissuti irrisolti che la portano a fidarsi di chi manifesta svariate difficoltà relazionali, di chi finirà per abbandonarla senza sapere perché. Proprio per questa ragione il personaggio di Sonia dovrebbe innescare una riflessione in molte ragazze che si trovano di fronte un Tommaso in piena crisi esistenziale, ma preferiscono continuare a credere in un lieto fine insieme a lui che presto o tardi uscirà dalla loro vita. Non solo Tommaso necessita di una psicoterapia, ma anche le ex che vivono una relazione inizialmente idilliaca e successivamente sempre più difficile da gestire, perché le aspettative e i desideri di ognuno entrano in contraddizione generando uno stallo. Numerosi Tommaso lanciano segnali importanti che vengono abilmente ignorati dalle compagne che nutrono fiducia, avviano un rapporto importante e si trovano in una situazione di “improvvisa” rottura relazionale; può essere un eccessivo coinvolgimento agli inizi, la predisposizione a bruciare le tappe, a fare tutto in fretta (come si intravede nel film con Federica), oppure una giostra di fughe e ritorni, in mezzo alla quale scappa qualche spiegazione, qualche frase, elementi che spesso vengono minimizzati e dimenticati, ma che sovente risultano preziosi.

Uomini come Tommaso, invece, richiedono spesso una psicoterapia in occasione di cambiamenti relazionali importanti. Come succede nel film, la discussione con Sonia invita il protagonista a soffermarsi, finalmente sull’incoerenza tra desideri e fatti: volere una storia seria, ma trovarsi inspiegabilmente solo. Il dialogo con la giovane e l’incidente lo perturbano abbastanza da avviare la consapevolezza di avere un problema, di dover affrontare i suoi traumi con un vero terapeuta: rivolgersi ad un professionista non è un caso, ma accade proprio quando prende contatto con le esperienze di abbandono subite nell’arco delle fasi evolutive, quando sente nel corpo, e non solo con la mente, di necessitare un vero aiuto.

 

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