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Se il mondo ti crolla addosso. Imparare a veleggiare tra le ondate della vita. (2012) di Russ Harris. Edizione italiana a cura di Giovanbattista Presti

L'autore di Se il mondo ti crolla addosso pone il focus sul divario che tra la realtà immaginata che vorremmo e quella con la quale dobbiamo fare i conti

Di Valentina Nocito

Pubblicato il 04 Giu. 2020

A volte siamo chiamati ad agire, reagire e resistere di fronte ad urti importanti della vita, ma il vero problema, suggerisce l’autore di Se il mondo ti crolla addosso, sarebbe quello di rinunciare a lottare e reagire per ciò che conta veramente per noi, seppur accompagnati dal dolore, dalla rabbia o dalla paura.

 

“Non c’è nulla di buono o di cattivo, è il pensiero che lo rende tale”, così recitava una celebre frase di William Shakespeare che riprende Russ Harris all’interno di Se il mondo ti crolla addosso, ma l’autore ci ricorda che non tutto può essere migliorato, gestito e curato attraverso l’uso esclusivo della ragione ma che bisogna “imparare a veleggiare tra le ondate della vita” e delle emozioni senza lasciarsi travolgere, imparando a gettare l’ancora quando serve.

Il testo infatti si propone come un manuale di auto-aiuto, che offre al lettore interessato, validi spunti e suggerimenti per lavorare in tal senso.

Russ Harris, medico e psicoterapeuta, autore di diverse pubblicazioni e testi tradotti anche in italiano come La trappola della felicita. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere e Se il mondo ti crolla addosso, consente al lettore un lavoro interiore attraverso i principi dell’ACT (Acceptance and Commitment Therapy).

All’interno di Se il mondo ti crolla addosso, il focus viene posto sulla “sberla” o divario che in maniera più o meno grave possiamo sperimentare tra la realtà immaginata che vorremmo avere e quella con la quale ci troviamo a fare i conti e che a volte può essere esasperatamente diversa ed inaspettata (crisi, perdite, malattie…).

Non mancano le aperture dell’autore e riferimenti ad aspetti intimi della propria vita che sicuramente impreziosiscono il testo e coinvolgono emotivamente ancor di più il lettore.

Attraverso un linguaggio semplice ma che non trascura nulla, Russ Harris nei vari capitoli spiega la natura di certe reazioni emotive, qualunque esse siano (rabbia, tristezza, paura…) o di pensieri e attraverso i principi dell’ACT, spiega come procedere in questo lavoro personale che ognuno di noi è chiamato a portare avanti.

Gentilezza verso se stessi, “gettare l’ancora” quando ci troviamo in un mare in tempesta, prendere un posizione ed un ruolo attivo rispetto a ciò che accade e che spesso non dipende da noi ma, ci porta a riflettere l’autore, a noi spetta la scelta di continuare a struggerci e distruggerci ad esempio all’interno delle nostre emozioni, evitamenti e pensieri catastrofici, peggiorando il problema, o agire e re-agire in modo funzionale.

Connessione, defusione, espansione ed azione consapevole in sintonia con i propri valori, sono concetti chiave all’interno dell’ACT ed anche all’interno del testo, che offre una serie di esercizi pratici e schede che consentono di mettersi sin da subito in gioco.

Infatti è anche quest’ultimo aspetto sul quale sembra puntare l’autore, ossia il fare, l’azione; spiega infatti che seppur siamo abituati a sentire “è il pensiero che conta”, ciò che crea la realtà in cui viviamo sono le nostre azioni, azioni che devono essere orientate dai nostri valori, ossia da ciò che conta veramente per noi.

Ed a volte siamo chiamati ad agire, reagire e resistere di fronte ad urti importanti della vita, ma il vero problema, suggerisce l’autore, sarebbe quello di rinunciare a lottare, reagire, per ciò che conta veramente per noi, seppur accompagnati dal dolore, dalla rabbia o dalla paura.

Rispetto a ciò l’autore ci suggerisce la sua formula della resilienza da applicare di fronte ad una possibile situazione problematica: cambia ciò che può essere cambiato, accetta quello che non può essere cambiato e vivi secondo i tuoi valori.

Ma quali valori? Anche rispetto a ciò Russ Harris, offre delle linee guida per riuscire ognuno nel proprio intimo a trovare i propri.

Ma dobbiamo anche riuscire a porci degli obiettivi che, anche in questo caso, vanno sviluppati secondo una struttura suggerita all’interno del testo reperibile nell’Appendice, in quanto i principi dell’ACT, va sottolineato, non sono autoreferenziali, ma supportati da una validità empirica.

Non mancano riferimenti alla mindfulness e relativi esercizi elaborati e suggeriti dall’autore ispirati ad essa.

Un invito dunque a prendere la giusta distanza dai nostri contenuti mentali e reazioni emotive, riconoscendoli come nostri ma senza identificarsi con questi, rimanendo nel presente, disposti ad accettare ciò che non può essere cambiato ed agire verso la direzione che vorremmo prendesse la nostra vita, in modo consapevole e funzionale, attraverso una flessibilità psicologia che consenta un migliore adattamento rispetto alle situazioni nelle quali ci possiamo trovare.

Un invito che può essere utile tanto ai non addetti ai lavori quanto al professionista che lavora per la promozione del benessere psicologico.

 

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Valentina Nocito
Valentina Nocito

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

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