Il libro Esserci. Come la presenza dei genitori influisce sullo sviluppo dei bambini offre, a partire dalla teoria dell’attaccamento e dalla neurobiologia interpersonale, una guida su cosa possono fare i genitori per aiutare i bambini a crescere in modo ottimale, anche se non perfetto: esserci.
“Esserci significa portare tutti noi stessi – la nostra attenzione e consapevolezza – nel momento in cui stiamo con nostro figlio. Esserci vuol dire essere presenti mentalmente ed emotivamente per il bambino quando siamo insieme a lui”. Si tratta di presenza fisica ma soprattutto della qualità della presenza.
Facile a dirsi, ma per colmare la parte pratica lì dove è assente, il libro ci serve sul piatto un “cocktail” di quattro elementi – chiamato il “poker dell’attaccamento”, in grado di creare un attaccamento sicuro – alla base di uno sviluppo ottimale: protezione, comprensione, conforto, sicurezza (Imm. 1)
Imm.1: i quattro elementi alla base di uno sviluppo ottimale.
Dopo una introduzione panoramica sulla teoria dell’attaccamento, ogni capitolo è dedicato ad una di queste parole chiave e viene dato spazio anche a strumenti per individuare il tipo di attaccamento che abbiamo avuto noi genitori, in modo da riflettere su di esso, dare un senso e creare una “narrazione coerente” – condizioni necessarie per poter offrire ai nostri figli una base amorevole, persino se noi non l’abbiamo avuta. Gli autori accennano infatti al concetto di attaccamento sicuro guadagnato – riferito alla possibilità di cambiare il proprio stile di attaccamento.
In ogni capitolo vengono dati suggerimenti su come sviluppare ognuna delle quattro capacità e alla fine di ogni capitolo, ci sono una serie di strumenti per comprendere la propria storia e per individuare il tipo di attaccamento che abbiamo anche noi genitori, in modo da proporci in maniera ottimale per i nostri figli. Vediamo in sintesi cosa significa ognuno degli ingredienti proposti dagli autori.
Proteggere è l’opposto di minacciare, significa tenere il bambino a riparo da esperienze avverse di abuso e trascuratezza (fisici, emotivi e relazionali) o altri tipi di episodi in cui si incute paura e soprattutto riparare quando si sbaglia. Importante anche non diventare iperprotettivi, considerato che sostituirsi a loro non è protettivo, ma svalutante. L’idea quindi è non prevenire e risolvere per loro i problemi, ma stargli accanto in momenti difficili facendogli capire che hanno la forza di gestirli e uscirne bene, nei limiti del proprio livello di sviluppo, temperamento e situazione. È importante che i bambini si trovino ad affrontare i problemi e incontrino anche qualche insuccesso.
Comprendere significa vedere ciò che succede dietro i comportamenti (pensieri, emozioni, ricordi), sintonizzandosi con lo stato mentale del bambino e dando senso a ciò che capita, invece di etichettare un comportamento.
Confortare significa consolare, riuscire a calmare il bambino quando prova emozioni forti, stando accanto a lui, stimolando così lo sviluppo della capacità di calmarsi da solo e lo sviluppo della parte “superiore” del cervello.
La sicurezza è il risultato dei primi tre concetti: la base sicura viene creata se riusciamo a proteggere il bambino, a comprenderlo e confortarlo.
Il libro è scritto in maniera comprensibile anche per i non addetti ai lavori, con diversi esempi, e anche stimoli alla riflessione sul proprio stile di attaccamento. È un libro per genitori ma anche per chi sta in contatto con i bambini da un altro ruolo, nonché per coloro che vogliono approfondire il proprio stile di attaccamento.