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Coronavirus Anxiety Scale (CAS) versione italiana: i risultati

La Coronavirus Anxiety Scale misura disordini di natura ansiosa correlati al coronavirus come stati di confusione, disturbi del sonno o dell'appetito

Di Stefania Esposito

Pubblicato il 29 Mag. 2020

Un’indagine volta a profilare una prima fotografia delle condizioni psicofisiologiche degli Italiani all’uscita dalla “fase 1” dell’emergenza, promossa dal gruppo di ricerca indipendente Brainfactor Research.

 

All’indagine vi hanno partecipato 130 soggetti in tutta Italia, compilando un agile questionario online relativo allo stato di salute nelle ultime due settimane.

Il questionario utilizzato è la versione italiana (curata da Marco Mozzoni e Elena Franzot) della Coronavirus Anxiety Scale (CAS), il primo test di screening per “ansia disfunzionale associata alla crisi Covid-19”,  messo a punto recentemente dal Dipartimento di Psicologia della Newport University, negli USA. I punteggi attribuiti ai 5 item che compongono la scala variano in funzione della frequenza del sintomo, da 0 (mai) a 4 (quasi tutti i giorni). Il cut-off diagnostico è 9.

Oltre l’80% del campione ha riferito di avere sofferto, nelle ultime due settimane, di almeno un disordine di natura ansiosa correlato alla pandemia, ovvero stati di confusione, sensazione di essere “paralizzato” o “bloccato”, disturbi del sonno, perdita di appetito, nausea o fastidi allo stomaco, se posto a contatto con pensieri o notizie relative al coronavirus. Il 23% ha dichiarato di aver sperimentato tutti e cinque i sintomi insieme, con frequenza variabile.

Dai risultati del test clinico emerge che il 22% della popolazione censita (con percentuali più alte per il sesso femminile, 24%) avrebbe in corso un disordine specifico di natura ansiosa collegato alla pandemia, di cui i cinque sintomi rilevati rappresentano i fattori principali. La percentuale varia sensibilmente anche per area geografica, con Centro e Sud Italia che superano la media, ottenendo complessivamente il 34%. Rispetto alle fasce di età, i più colpiti dalla crisi risultano i giovanissimi: oltre il 39% degli under 20 è risultato infatti “patologico” alla CAS. L’indicatore scende progressivamente all’aumentare dell’età.

Il sintomo più diffuso risulta lo stato di confusione (sentirsi frastornati, confusi, indeboliti), sperimentato almeno una volta nel periodo dal 77% dei soggetti; seguono l’immobilismo tonico (sentirsi “paralizzati” o “bloccati”) al 57%, i disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi, insonnia) al 56%, lo stress addominale (nausea e problemi allo stomaco) al 38% e la perdita di appetito (che ha riguardato il 33% della popolazione censita).

I dati di questa indagine confermano quello che riscontro in questi giorni anche nella mia pratica clinica: le richieste di consulto da parte di ragazzi sono aumentate notevolmente; inoltre ritornano in studio con ‘ricadute’ anche giovani che in passato avevano già affrontato con successo disagi psicologici di vario genere” – così commenta i risultati Elena Franzot, psicologa e psicoterapeuta.

Prima nel suo genere, l’indagine ha messo nero su bianco lo stato reale nel quale ci avviamo alla normalizzazione. È infatti proprio nel momento della ripresa che vengono a galla i disordini sedimentati nella fase protratta di privazione delle libertà fondamentali – sottolinea Marco Mozzoni, neuropsicologo e direttore di Brainfactor.

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Stefania Esposito
Stefania Esposito

Psicologa e Psicoterapeuta

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Coronavirus Anxiety Scale (CAS), Department of Psychology, Christopher Newport University, Virginia, USA, 2020 (Versione italiana a cura di Marco Mozzoni e Elena Franzot, Brainfactor Research, 5/5/2020, liberamente utilizzabile, disponibile qui)
  • Sherman A. Lee (2020) Coronavirus Anxiety Scale: A brief mental health screener for COVID-19 related anxiety, Death Studies, 44:7, 393-401
  • Ripresa, 40% giovani “patologico” alla Coronavirus Anxiety Scale. Brainfactor Research, 12/5/2020. Disponibile qui. 
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