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La Natura e l’arte del vivere con arte – Spunti di riflessione dalla lettura di “Piccola filosofia volatile” di Dubois e Rosseau

Un testo che racchiude una riflessione sul comportamento naturalistico degli uccelli, tracciando un parallelo con la specie umana.

Di Roberta Guarinoni

Pubblicato il 04 Mar. 2020

Un po’ come gli uccelli, anche noi, uomini, donne e terapeuti, dovremmo imparare a goderci ogni piccolo momento e a riconoscere e selezionare il nostro talento, per poi valorizzarlo sempre più, affinandolo con amore, studio e passione.

Premessa

In questi giorni un giovane uomo, che fa parte di un gruppo di lavoro di arte terapia, mi ha suggerito un testo da leggere ed io, che da sempre ho grande stima e attenzione verso tutto ciò che riguarda le letture dei miei pazienti, ho subito segnato il titolo che mi ha suggerito: Piccola filosofia volatile. 22 lezioni di serenità di E. Rosseau e P.J. Dubois, scritto rispettivamente da una giornalista laureata in filosofia e letteratura e da un ornitologo e scrittore.

Il testo è snello, di facile lettura, racchiude in sé un invito alla riflessione sul comportamento naturalistico degli uccelli: i nostri due autori, appassionati naturalisti, ad ogni capitolo tracciano un parallelo tra quello che la Natura sceglie in modo evolutivo per la specie come “il meglio” ed il comportamento umano.

I temi sono diversificati: accettare le fragilità, la parità (o meno) tra i sessi, le buone abitudini, il senso dell’orientamento, il coraggio, la famiglia, la fedeltà, la libertà, la paura, ed altri temi universali come il corteggiamento tra specie, la bellezza, il potere, etc. Per ultimo argomento, gli autori propongono anche il tema – tabù della morte: osservazioni, spunti e curiosità che davvero ci rendono simili e affini per scelte e comportamenti ad alcuni uccelli comuni nei nostri territori e quindi da noi conosciuti, o meno.

Leggere queste brevi storie ci fa riflettere.

Molto interessante il capitolo sull’arte del corteggiamento, che ci racconta come ogni specie, grazie alla selezione naturale, nel tempo ha declinato al meglio delle proprie possibilità un “talento”, ad es. il canto o una propria dote estetica, come il colore del piumaggio, potenziandone sempre più una sola però, spesso a discapito dell’altra. Pensiamo all’usignolo o viceversa al pavone. Come a dire che la Natura è generosa, ma giusta nell’elargire i proprio doni. Pensiamo all’usignolo e al pavone: sviluppare entrambe le caratteristiche, un canto raffinato o un piumaggio iridescente, non è dato. Esibirsi in passi di danza leggiadri o mostrare generosità verso la femmina portandole dei doni? Ogni uccello sceglie le migliori strategie di conquista, mostrando un gusto per la bellezza e il farsi belli, davvero sorprendenti e affascinanti in questi piccoli animali.

Bellissimo il capitolo su come contribuire alla bellezza nel mondo (pag. 69) che descrive la tattica del Giardiniere satinato, un uccello australiano con un piumaggio blu notte: l’uccello maschio, per invogliare la femmina a sceglierlo crea un nido molto elaborato, che forma una specie di pergola, disposto a terra e lo dipinge di blu! Eccone un breve estratto:

Il giardiniere satinato australiano

Sì, pare incredibile, ma questo uccello che vive in Australia dipinge il nido con una specie di pittura blu, ricavata da bacche (violette, blu e nere), mescolate alla sua saliva e a del carbone di legna, proveniente dagli incendi delle foreste (pag. 70). Sul bordo, poi, dispone una “costellazione” di oggetti blu: tappi di bottiglia, penne, pezzi di plastica di ogni genere, anche sassi, facendo bene attenzione a sistemare i più grossi davanti ed i più piccoli dietro, creando così un’illusione ottica che fa apparire alla femmina il nido più grande di quanto sia in realtà. Se questa non è arte della bellezza, si chiedono gli autori…io concordo con loro.

Che tristezza, osservazione del tutto mia personale, che il Giardiniere Satinato ad oggi usi la plastica (!) e non solo materiale naturale, per decorare il nido! Ma questa è un’altra storia che in questo testo non si affronta. Forse una riflessione a riguardo i nostri autori avrebbero potuto metterla, magari come nota… invece nel testo non compaiono mai accenni di tipo ecologista, probabilmente per scelta, per non appesantire i lettori, facendoli “volare bassi”, dopo aver letto cose così poetiche, lancio a chi leggerà il testo o questo articolo un interrogativo a riguardo…

Altri estratti interessanti possono essere (pag. 122) quello in cui ci si chiede cosa sia l’intelligenza e se, nel mondo degli uccelli, ci sia una sorta di trasmissione del sapere. Mitici i corvidi (cornacchie, etc.) che possono ricorrere a delle strategie per procacciarsi il cibo, utilizzando degli “utensili”, bastoncini, ramoscelli o altro, per aiutarsi nella ricerca. Alcune cornacchie (pag. 121) della Nuova Caledonia hanno addirittura costruito un “amo” torcendo un filo sottile per impadronirsi di qualcosa (dei vermi in un barattolo)!

Un video molto carino a questo proposito, dal titolo La sorprendente intelligenza dei corvi, si trova in rete ed è un esperimento volto a studiare l’intelligenza dei corvidi.

Anche i corvi cittadini sanno trarre vantaggio dalla vita urbana: hanno imparato a gettare delle noci sulla strada ad un incrocio, al semaforo verde, e ad attendere il semaforo verde successivo per recuperare i pezzi di noce, estraendoli dai gusci schiacciati dalle auto, il tutto con maggiore facilità, servendosi di questo escamotage e riuscendo a calcolare esattamente i tempi dei semaforo.

La ghiandaia poi, nel capitolo L’intelligenza è davvero quella che crediamo (pag. 120), dà prova di chiaroveggenza: in autunno nasconde semi e noci sottoterra, ma, se si accorge di essere “spiata” da un suo simile, finge solamente! Usa la simulazione, quindi, come gli esseri umani.

Infine, sempre riguardo l’intelligenza, va citata l’esperienza della gazza ladra, che davanti a uno specchio (pag. 122) si riconosce. Per capirlo, alcuni scienziati ne hanno tinto le penne della testa di rosso e questi uccelli, guardandosi riflessi, tentano di togliersi la macchia esattamente nel punto di colorazione differente.

Bellissimo anche il capitolo (pag. 47) Dove sta il vero coraggio, che spiega come l’uomo abbia scelto alcuni uccelli come simboli di forza, volatili come l’aquila ad es., quando invece, a ben guardare, sarebbe il piccolo pettirosso l’uccellino da scegliere per rappresentare questo sentimento. Il pettirosso, infatti, difende strenuamente il proprio territorio, è un guerriero appassionato e si proclama tale attraverso il canto (pag. 49), per quanto melodioso e malinconico. È chiaro però che un pettirosso, di massino 14 cm, sulla bandiera o su un’elsa di una spada avrebbe senz’altro meno “stile” di un’aquila reale con un’apertura alare di due metri e più. Ricordo, a questo proposito, per chi volesse saperne di più su questo stupefacente volatile,  il meraviglioso film Abel, il figlio del vento – storia di un’amicizia tra un’aquila e un bambino. Parlando di coraggio potremmo anche soffermarci sul gallo, emblema della Francia. Il maschio dell’oca, se c’è da dar battaglia, è molto più incisivo nel beccarci il polpaccio e né un gallo né una gallina superano la vigilanza di un’oca: quest’ultima è un vero cane da guardia! Il fatto è che spesso si confonde la forza con il coraggio.

Infine, per concludere questi brevi estratti, che spero invoglino alla lettura, posso citare il capitolo in cui si descrive il concetto di filosofia di vita serena: La gallina al bagno. O sull’arte di vivere intensamente (pag. 63). Qui abbiamo la descrizione della abluzioni di terra della gallina comune, che le usa per liberarsi dai parassiti e pulire il piumaggio; vive momento per momento, godendosi il suo rituale. Il messaggio è chiaro: godiamo con intensità delle piccole cose di ogni giorno, liberando la mente e gustandoci ogni attimo. Carpe diem è un invito ad essere presenti, qui ed ora. Anche quando noi stessi ci laviamo, provare un genuino piacere per l’atto stesso della pulizia. La gallina, se è stressata non si cura, non si lava senza gioia, piuttosto se ne sta immobile, muta, oppure si agita gridando. Questo uccello ci insegna la felicità del momento.

Meta osservazioni tecniche

Tutti questi meravigliosi esempi di natura ci fanno riflettere, per questo la Piccola filosofia volative è un libro che accompagna in modo lieve, anche chi sta male, ed è adatto anche ad essere ripreso più e più volte in mano, come un testo filosofico, quasi zen, che solleciti il pensiero sereno e le buone prassi, che possa essere usato anche per iniziare una piccola conversazione o un laboratorio di arte terapia.

Il paziente che me lo ha suggerito, un giovane ragazzo intelligente, si è illuminato quando mi ha consigliato questo testo, perché esso ne ha alleviato la sofferenza del vivere nei momenti di sconforto.

Credo che quando un paziente ci racconta un’esperienza personale che lo entusiasma vada assolutamente ascoltato, accolto, anche dal punto di vista terapeutico, perché davvero le persone (non solo i pazienti) andrebbero maggiormente valorizzate nei loro contributi relazionali, ma, soprattutto, perché ognuno ha qualcosa di bello da poter condividere: un pensiero, un’esperienza, etc.,

Questo “donare”, ha un valore terapeutico sicuramente maggiore che non il “ricevere”. Noi psicoterapeuti e arteterapeuti, come tutte le figure professionali che lavorano per il benessere del prossimo, siamo sempre portati verso il “dare”, ma altrettanto importante è sapere valorizzare conversazioni, suggerimenti, atti, modi di porsi, che possono far sentire una persona degna di valore, non per retorica, o solamente per “strategia tecnica”, ma per reale atto di umiltà e apertura verso l’altro. E’ una questione di sensibilità e curiosità verso il sapere e l’essere umano che chi lavora “bene” in questo campo dovrebbe possedere. Un po’ come gli uccelli, anche noi uomini e donne, (e terapeuti), dovremmo dapprima riconoscere e selezionare il nostro talento e poi lavorare per valorizzarlo sempre più, affinandolo con amore, studio e passione.

All’incontro successivo, io e il mio paziente abbiamo discusso del testo in questione su un terreno comune di condivisione: sapere che ho fatto mio un suoi consiglio di lettura, lo ha dapprima stupito (spiazzato sarebbe più corretto), poi rassicurato e infine gli ha regalato la gioia di poter essere utile, un altro concetto molto importante per l’essere umano dal punto di vista empatico, anche in terapia.

La fiducia, capitale umano sempre più raro, si basa anche su piccoli atti di gentilezza: a mia volta io ora, parlando di questo libro, creo una catena di rimando che può trovare eco nei lettori più sensibili o interessati alla Natura, perlomeno posso dire di aver regalato qualche piccolo spunto inedito costituito da esempi di comportamento animale preso da un “piccolo libro di filosofia volatile”.

Una volta una persona mi ha detto che c’è sempre da imparare dagli altri. Io credo che sia assolutamente vero. Il segreto è aprirsi all’altro senza pregiudizi e non essere presuntuosi. Il professionista che fa la differenza è quello umile, ma che fa della ricerca costante il suo strumento, mettendola poi “al servizio” come sapere. Lo scambio è valore, soprattutto se il lavoro è passione, come dovrebbe essere.

Critiche

Un piccolo appunto a questo testo però lo devo presentare: gli autori avrebbero potuto inserire alcune immagini, almeno degli uccelli meno conosciuti che citano. Io ho cercato in rete delle immagini, ad es. dell’uccello australiano Giardiniere (ricordate, quello che raccoglie oggetti blu per la femmina) e sono rimasta incantata da cotanta bellezza, forse perchè sono molto “visiva” occupandomi anche di arte e arte terapia creativa, ma ho avvertito fortemente, nel testo, questa mancanza. Inoltre, leggere e osservare, un po’ come i bambini con le fiabe o i fumetti, è un piacere maggiore, anche perché in molti casi, oltre a quello del Giardiniere australiano, la Natura supera in bellezza l’immaginazione.

Spunti creativi

Il libro è comunque bellissimo, Lancio uno spunto creativo a chi leggerà questo articolo, si potrebbe personalizzarlo con dei disegni ad acquerello (o collage, etc.), magari proprio degli uccelli in questione citati nel testo a fianco o sotto: immaginate un disegno “trasparente” al di sopra della parte stampata, realizzato da voi, che ne consenta comunque la lettura, o negli spazi dove non ci sono scritte, come per esempio accanto al titolo o lungo i margini. Questa modalità artistica può rendere un libro un dono personalizzato da regalare o arricchire in modo terapeutico il testo, anche per noi stessi.

Lavorare in arte terapia (e non solo), con questo piccolo testo sarà un buon modo per trarre spunto da una “suggestione” evocativa dalla quale partire e regalare agli ascoltatori, anche bambini, piccoli sogni di filosofia volatile.

 

La sorprendente intelligenza dei corvi – VIDEO:

 

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