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‘Disintermediare’ gli amici: come gli appuntamenti online negli Stati Uniti sostituiscono altre modalità di incontro

L’incontro del partner tramite applicazioni specifiche di dating è una modalità sempre più diffusa, si riflette quindi sugli aspetti positivi e negativi

Di Walter Sapuppo

Pubblicato il 28 Gen. 2020

‘Disintermediare’ gli amici: come gli appuntamenti online negli Stati Uniti sostituiscono altre modalità di incontro. Ovvero: ti presento una persona? ‘No, grazie’ (Cyrano de Bergerac, atto II).

 

Conoscere persone disposte a condividere con noi un’avventura romantica – a breve, medio o lungo termine – è diventato apparentemente facile. Non che prima fosse difficile, intendiamoci: è che, stando a quello che si può intercettare nelle conversazioni con amici, partner e conoscenti, negli ultimi anni pare che le applicazioni di dating on-line abbiano facilitato, e forse profondamente modificato, questa esperienza. L’incontro tramite applicazioni specifiche di dating e piattaforme dedicate, come evidenzia un articolo del 2019 ad opera di Michael Rosenfeld, Reuben Thomas e Sonia Hausen del Dipartmento di Sociologia della Stanford University, rappresenta per le coppie eterosessuali statunitensi la modalità privilegiata di conoscere un partner romantico.

Rosenfeld, come principal investigator del progetto How Couples Meet and Stay Together-HCMST (In che modo si conoscono e stanno insieme le coppie), è impegnato da più di un decennio nello studio su come gli americani conoscono i loro partner romantici. I dati relativi ai vari step di campionatura (in totale quattro, con un campione di circa 6000 persone) sono disponibili on-line sul sito dell’Università di Stanford nella sezione Social Science Data Collection e fanno riferimento al periodo che va dall’immediato dopoguerra al 2017.

Appuntamenti online le nuove modalita di ricerca del partner Psicologia Fig 1

Fig. 1 Modalità di incontro del partner in coppie eterosessuali dal 2009 al 2017

Osservandoli, appare chiaro come il ruolo che fino a qualche tempo fa era ad appannaggio degli amici (ora al 20%), della famiglia (ora al 7%) e dei contesti didattici (i.e., scuola e Università; circa 9% del totale) venga esautorato a favore di nuovi paraninfi virtuali come Tinder, eHarmony, match.com et similia (39%).

Un altro dato interessante è che, una volta che le coppie sono in una relazione stabile, il modo in cui si sono conosciute non influenza la qualità o la durata della relazione stessa; l’unica differenza appare quella relativa alla velocità con la quale convolano a nozze (chi si conosce on-line è tendenzialmente più precoce nel farlo). Nelle brevi conclusioni gli autori riflettono su come, sebbene la riduzione del ricorso a ‘intermediari’ (non solo per quanto concerne gli incontri romantici, ma in generale in tutti i settori socioeconomici) sia la risultante inevitabile dell’avvento di internet, l’aspetto umano relativo alla famiglia e agli amici può continuare ad assolvere a tutta una serie di importanti funzioni nella vita dei soggetti.

Insomma, questo modo di entrare in una relazione romantica è un segno ineluttabile della distanza interpersonale che internet ha accentuato nella società occidentale o rappresenta una possibilità? Scegliere un potenziale partner da una più ampia rete di persone è un male? Incontrare un perfetto sconosciuto dopo una sorta di ‘selezione virtuale’ è una modalità più o meno legittima dell’uscire con un amico della zia del quale, personalmente, non si sa nulla e la cui selezione è basata sull’idea che qualcun altro ha di noi e di quello che può piacerci? Domande interessanti e, come al solito, con delle risposte che forse fanno capo a criteri decisionali difficilmente generalizzabili. Fino a circa una quindicina di anni fa, conoscere qualcuno tramite il proprio contesto sociale era più o meno la norma: gli amici e la famiglia si occupavano di favorire il legame con un partner dal pedigree accettabile, verificato e garantito personalmente dai membri del proprio enviroment. Un sistema che appare un po’ endogamico, ma che ha sempre fornito una sorta di rassicurante parvenza di controllo. In effetti, termini come romance scamming (adescare qualcuno con il fine di truffarlo), catfishing (creare una falsa identità online) o ghosting (troncare bruscamente una relazione interrompendo ogni forma di comunicazione e di contatto, virtuale e non) erano relativamente sconosciuti fino alla fine del secolo scorso e hanno prepotentemente fatto breccia nella nostra cultura con tutto il carico di paura e caccia alle streghe (mediatiche) annesso. La sensazione è che, nel parlare di relazioni amorose, il rischio di attraversare un ginepraio fatto di ideologie e moralismi più o meno spiccioli sia incombente; forse, stando ai dati, la riflessione su quello che si desidera per sé e per l’altro in un rapporto romantico può ancora avere la precedenza sulla modalità con la quale il rapporto stesso ha inizio.

 

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