Attualmente le stimolazioni transcraninche più utilizzate sono la stimolazione magnetica transcranica (TMS) e la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS). Ultimamente si inizia a parlare anche di stimolazine cerebrale a rumore casuale (tRNS).
Le differenze tra le tre metodologie sono le seguenti:
TMS: La stimolazione magnetica transcranica è una tecnica non invasiva di stimolazione elettromagnetica, consiste in una bobina che viene posizionata in prossimità della cute del cranio della persona. La bobina è in grado di generare un campo magnetico che va a modulare l’attività elettrica dei neuroni delle zone più superficiali del cervello (Palm et al., 2016).tDCS: La stimolazione transcranica a corrente diretta è anch’essa una metodologia di stimolazione non invasiva e consiste in due elettrodi applicati sullo scalpo della persona che fanno passare una corrente elettrica costante di 1-2 mA. E’ possibile fare una stimolazione anodica quindi che eccita i neuroni, oppure una stimolazione catodica che inibisce i neuroni.
tRNS: La stimolazione a rumore casuale, è la tecnica di stimolazione non invasiva più recente e ciò che la rende peculiare è che la frequenza della corrente che attraversa i neuroni è casuale, varia cioè tra i 100 e i 650 Hz. Anch’essa consiste in due elettrodi che vengono applicato sullo scalpo della persona (Palm et al., 2016).
Stando a recenti ricerche, la tRNS sembrerebbe produrre effetti più significativi, rispetto alle altre tecniche di stimolazione cerebrale, tra i vari effetti positivi che sono stati riscontrati, si delineano in particolare benefici per quel che riguarda: abilità cognitive, in particolare il calcolo matematico; diminuzione del dolore cronico in pazienti con sclerosi multipla (Palm et al., 2016); decremento dell’attività della corteccia motoria in soggetti con il morbo di Parkinson (Stephani et al., 2011); diminuzione dei sintomi depressivi (Chan et al., 2012); miglioramento dei sintomi negativi della schizofrenia (Palm et al., 2013).A livello neuronale, la tRNS opera sull’attivazione/de-attivazione dei canali del sodio Na+, depolarizzando o iperpolarizzando il neurone; inoltre, la sua frequenza casuale, non permetterebbe alla zona stimolata di prevedere e abituarsi alla stimolazione, mantenendo così stabili i benefici dati dalla sollecitazione elettrica.
I ricercatori stanno ancora cercando di capire quale sia il range di frequenza ottimale in grado di massimizzare i benefici; attualmente la più promettente sembra essere una stimolazione con frequenza che continua a variare tra i 100 e i 700 Hz (Moret et al., 2019).