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L’astrologia non funziona, ma ci crediamo. Un’analisi dei processi psicologici

Cosa porta le persone a credere nell'oroscopo e nell'astrologia, nonostate sia stata dimostrata l'infondatezza e l'arbitrarietà delle sue previsioni?

Di Sebastiano Costa

Pubblicato il 06 Nov. 2019

Nella quotidianità si è spesso interrogati da amici, parenti o semplici conoscenti sul proprio segno zodiacale, ed allo stesso modo è molto comune trovare oroscopi su quotidiani, giornali, tv e internet. Tutto questo rientra nelle pratiche tipiche dell’Astrologia, una pseudoscienza particolarmente antica, che ancora oggi ha numerosi seguaci.

 

L’astrologia si basa sulla credenza che la posizione e i movimenti dei pianeti influenzino la personalità, i comportamenti e le azioni delle persone e che attraverso la ricognizione e l’interpretazione della posizione degli astri sia possibile prevedere il futuro individuale e collettivo (Zarka, 2009). Allo stesso modo, l’astrologia ritiene che in base alla posizione delle stelle e dei pianeti al momento della nascita sia possibile identificare un tema astrale (o tema natale) che permette di leggere e individuare le caratteristiche, attitudini e tendenze personali (Zarka, 2009).

Innumerevoli ricerche hanno dimostrato che l’Astrologia è una pseudoscienza basata su credenze e convinzioni prive di alcuna validità scientifica (Ben-Shakhar, & Barr, 2018; Smith, 2011; Zarka, 2009). Nonostante questo, dati della European Commission (2005) hanno evidenziato come il 13% dei cittadini europei considerino l’oroscopo una disciplina scientifica, mentre un’indagine della Doxa (1998) indica che circa il 30% degli italiani afferma di credere nell’astrologia, mentre il 40% circa afferma di credere che gli astri influenzino il carattere delle persone. Ad oggi le stime sul numero di persone che si affidano agli astrologi sono limitate, ma i rapporti Eurispes (2002; 2010) valutano tra i 10 e gli 11 milioni il numero di Italiani (intorno al 18%) che si rivolgono a consulti pseudoscientifici, con una media di 33.000 persone al giorno che chiedono consulti magici. Eurispes (2010) ha anche quantificato il numero di maghi e astrologi intorno alle 155.000 unità nel territorio italiano, inoltre “l’economia dell’occulto” è stata quantificata su cifre superiori ai cinque milioni di euro l’anno con tassi di evasione molto alti (Alibrandi, & Centorrino, 2014; Eurispes, 2002; 2010).

La psicologia si è occupata in diverse occasioni dell’astrologia, dimostrando da un lato l’infondatezza delle previsioni e dei profili caratteriali definiti attraverso l’oroscopo, dall’altro occupandosi della comprensione dei processi che portano le persone a crederci (Allum, 2011; Dean, & Kelly, 2003; Hamilton, 2001). In due larghi studi su un campione totale di oltre 15000 partecipanti, Hartmann, Reuter, e Nyborg (2006) hanno, infatti, verificato l’assenza di relazioni sia della data di nascita che del segno zodiacale con differenze nella personalità, e nei punteggi ai test di intelligenza, concludendo l’assenza di correlazioni fra caratteristiche psicologiche e le configurazioni zodiacali. In una grossa revisione di studi, Dean e Kelly (2003) hanno verificato il funzionamento delle pratiche astrologiche in situazioni controllate. Nello specifico, attraverso il confronto di quaranta studi che hanno testato l’affidabilità di circa 700 astrologi nell’associare i temi astrali di circa 1150 partecipanti ai corrispettivi profili personali e storie di vita, è emerso che gli astrologi tendono ad indovinare un numero di associazioni simile a quello che darebbe a caso un non astrologo. Altri test raccolti da Dean e Kelly (2003) hanno mostrato che chiedendo a dei partecipanti di scegliere l’interpretazione del proprio tema astrale tra un gruppo di profili resi anonimi, la percentuale di risposte corrette era assolutamente casuale, portando alla conclusione che non ci sono prove che la descrizione dell’oroscopo sia discriminante di una persona piuttosto che un’altra e che le descrizioni specifiche dei temi astrali possano in realtà adattarsi a tutti. Un’altra meta-analisi, riportata da Dean e Kelly (2003) su 25 studi che hanno coinvolto un totale di circa 5000 astrologi, ha approfondito il grado di accordo tra astrologi diversi nell’interpretare lo stesso tema astrale, con risultati di accordo simili a zero che enfatizzano l’arbitrarietà dell’oroscopo.

Risulta quindi paradossale come ci possa essere tutto questo interesse per l’astrologia nonostante non ci sia alcun fondamento scientifico a supporto di questa pratica. La psicologia ha quindi cercato di approfondire anche i meccanismi che portano le persone a crederci, notando come spesso chi utilizza l’oroscopo abbia la percezione che il profilo descritto si adatti perfettamente alla propria persona. Questo processo può essere facilmente spiegato attraverso l’effetto Barnum (Glick, Gottesman, & Jolton, 1989) o Effetto Forer (chiamato anche effetto di convalida soggettiva), che consiste in un fenomeno psicologico per cui le persone tendono a riconoscersi in affermazioni ed interpretazioni di personalità generali, molto comuni e vaghe, se sono convinti che siano state preparate appositamente per loro (Dickson, & Kelly, 1985). Uno studio classico su questa tematica è quello di Forer (1949) che ha condotto un esperimento con alcuni studenti del suo corso, chiedendo loro di compilare un test di personalità e di valutare quanto ritenessero che il profilo fornito individualmente dopo qualche giorno, fosse in linea con la loro personalità. Gli studenti fornirono punteggi molti alti di concordanza, nonostante, a loro insaputa, il professor Forer avesse fornito a tutti lo stesso profilo di personalità, creato con affermazioni generiche ed approssimative prese da un libretto di oroscopi acquistato in edicola (per maggiori dettagli sull’esperimento di Forer consulta l’articolo di State of Mind). Studi successivi (Dickson, & Kelly, 1985) hanno dimostrato che questo effetto è più forte se la persona che riceve la descrizione ritiene che l’analisi sia personalizzata ed esclusiva di sé e se chi effettua la descrizione viene percepito come “autorevole”. Allo stesso modo, le descrizioni ed interpretazioni costituite principalmente da tratti e caratteristiche positive tendono anche ad essere considerate maggiormente veritiere rispetto a quelle caratterizzate da aspetti negativi (Dickson, & Kelly, 1985), per questo motivo generalmente le previsioni astrologiche sono favorevoli e forniscono speranze che le rendono particolarmente attrattive riuscendo ad incuriosire anche alcuni scettici (Glick, et al., 1989).

Oltre l’uso di affermazioni generiche nelle quali è semplice riconoscersi, l’astrologia si fa forza della tendenza a verificare la vaga previsione astrologica a posteriori da parte degli utenti. Una frase generica come: “l’incontro con una persona cambierà la tua giornata”, potrebbe essere applicata a tantissimi contesti, persone e situazioni, ed è così vaga che è altamente probabile che si avveri, ma indipendentemente se l’incontro sia con un amico, parente, conoscente o collega si potrebbe poi giungere a confermare che quello che era stato predetto si è effettivamente avverato. Questo significa che chi va dall’astrologo o legge l’oroscopo potrebbe applicare inconsapevolmente un “bias di conferma” alle numerose dichiarazioni ambigue che riceve, trovando agganci a eventi accaduti nella propria vita che possano confermare previsioni astrologiche (Lindeman, 1998). Il bias di conferma, infatti, è un errore cognitivo che porta inconsapevolmente a ricercare, interpretare e attribuire maggiore credibilità alle informazioni che confermano le proprie idee, aspettative, ipotesi e credenze (Nickerson, 1998; Oswald, & Grosjean, 2004). Applicando questa forma di pensiero selettivo, è molto probabile che il cliente/lettore cercherà inconsapevolmente di adattare alla propria condizione le vaghe informazioni plausibili fornite dall’astrologo, ma dimenticando o trascurando quelle incompatibili. Allo stesso modo, in linea con gli studi sulla profezia che si auto-avvera (Jussim, 1986), chi crede all’astrologia e all’oroscopo, inconsapevolmente si comporterà in modo da far avverare le previsioni ricevute (Snyder, & Glick, 1986). Continuando con l’esempio precedente, se un ragazzo legge nel suo oroscopo che “l’incontro con una persona cambierà la tua giornata”, probabilmente in modo inconsapevole farà più attenzione alle relazioni con gli altri, cercherà di essere più socievole ed estroverso, aumentando le probabilità che l’oroscopo abbia ragione (per maggiori dettagli sulla profezia che si auto-avvera consulta l’articolo di State of Mind)!

L’astrologia condivide con le altre pseudoscienze la tendenza a fornire soluzioni facili alle difficoltà della vita, alimentando false speranze con ricette affascinanti e semplici da mettere in pratica (Ben-Shakhar, & Barr, 2018). Anche la promessa di sapere in anticipo il futuro riduce la paura e l’incertezza per quello che potrà accadere, e l’astrologia fornisce una serie di affermazioni piacevoli e lusinghiere in grado di offuscare la realtà dei fatti, specialmente in situazioni di particolare stress o difficoltà. Risulta quindi chiaro come l’astrologia basi il suo successo sullo sfruttamento a proprio favore di un insieme meccanismi psicologici che involontariamente fanno credere all’esistenza di qualcosa che non esiste (Lillqvist, & Lindeman, 1998). Alla luce di queste considerazioni, risulta fondamentale promuovere una cultura scientifica che permetta di discriminare le pratiche scientifiche da quelle pseudoscientifiche come l’astrologia, nonostante la popolarità ed il fascino illusorio che possano avere.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Alibrandi, R. & Centorrino, M. (2014). L'economia dell'occulto ieri e oggi. Il Ponte, 70 (4), 72-78.
  • Allum, N. (2011). What makes some people think astrology is scientific?. Science communication, 33(3), 341-366.
  • Ben-Shakhar, G., & Barr, M. (2018). Science, Pseudo-science, Non-sense, and Critical Thinking: Why the Differences Matter. Routledge.
  • Dean, G., & Kelly, I. W. (2003). Is astrology relevant to consciousness and psi?. Journal of Consciousness Studies, 10(6-7), 175-198.
  • Dickson, D. H., & Kelly, I. W. (1985). The ‘Barnum Effect’in personality assessment: A review of the literature. Psychological Reports, 57(2), 367-382.
  • Doxa (1998). Astrologia e oroscopi, chiromanzia e cartomanzia. Bollettino della Doxa, 52 (15-18), 80-105.
  • Eurispes (2002). Rapporto Italia 2002. Roma: Eurispes - Istituto di Studi Politici Economici e Sociali.
  • Eurispes (2010). Rapporto Italia 2010. Roma: Eurispes - Istituto di Studi Politici Economici e Sociali.
  • European Commission (2005). Europeans, Science and Technology. Special Eurobarometer, 224 (63), 1-292.
  • Forer, B. R. (1949). The fallacy of personal validation: a classroom demonstration of gullibility. Journal of Abnormal and Social Psychology, 44, 118-123.
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  • Hamilton, M. (2001). Who believes in astrology?: Effect of favorableness of astrologically derived personality descriptions on acceptance of astrology. Personality and Individual differences, 31(6), 895-902.
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  • Lillqvist, O., & Lindeman, M. (1998). Belief in astrology as a strategy for self-verification and coping with negative life-events. European Psychologist, 3(3), 202-208.
  • Lindeman, M. (1998). Motivation, cognition and pseudoscience. Scandinavian Journal of Psychology, 39(4), 257-265.
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  • Oswald, M. E., & Grosjean, S. (2004). Confirmation bias. Cognitive illusions: A handbook on fallacies and biases in thinking, judgement and memory, 79.
  • Smith, J. C. (2011). Pseudoscience and extraordinary claims of the paranormal: a critical thinker's toolkit. Malden, MA: Wiley-Blackwell.
  • Snyder, M., & Glick, P. (1986). Self-fulfilling prophecy: The psychology of belief in astrology. The Humanist, 46, 20-25.
  • Zarka, P. (2009). Astronomy and astrology. Proceedings of the International Astronomical Union, 5(S260), 420-425.
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