La falsa credenza della relazione tra stagione di nascita e disturbi del comportamento alimentare

Gli studi sulla possibile relazione tra la stagione di nascita e lo sviluppo di un disturbo alimentare risultano contrastanti e non generalizzabili.

ID Articolo: 116562 - Pubblicato il: 26 settembre 2016
La falsa credenza della relazione tra stagione di nascita e disturbi del comportamento alimentare
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Benedetta Frascaroli, Maddalena De Matteis OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI MODENA

 

Non si può generalizzare affermando che la stagione di nascita sia correlata e tanto meno predittiva di un disturbo alimentare.
Alla luce di questi studi, è pertanto, possibile affermare che le conclusioni a cui giungono sono contrastanti e non permettono di approdare ad un risultato generale e univoco.

C’è chi progetta nei minimi dettagli la nascita del proprio bebè, calcolando perfino quando rimanere incinta, e chi, invece, affronta il parto con più fatalismo. Meglio nascere in primavera oppure durante la stagione autunnale? O ancora, meglio il tepore estivo o il fresco invernale per far venire al mondo il pargolo? Se è vero che la data di nascita non determina il destino degli individui, sembra, però, che possa avere un’influenza sulle malattie che li colpiranno.

Un vasto studio della Columbia University di New York (M. R. Boland, Z. Shahn , D. Madigan, G. Hripcsak, N. P. Tatonetti, 2005) ha identificato notevoli coincidenze tra il mese dell’anno in cui si nasce e la predisposizione a una serie di malattie. Pubblicato sul Journal of American Medical Informatics Association, lo studio ha usato un algoritmo che ha calcolato le coincidenze tra le nascite di 1.7 milioni di persone in un arco di 28 anni e la presenza di quasi 1.700 malattie.

Nicholas Tatonetti, ricercatore presso il Columbia University Medical Center, afferma che non si tratta di astrologia:

la stagionalità veicola i fattori ambientali variabili presenti al momento della nascita.

Dai risultati dello studio, le notizie più confortanti vengono appunto per i nati nei mesi da maggio ad agosto: costoro avrebbero la più bassa tendenza ad ogni tipo di patologia. Mentre ben meno fortunati sono coloro i quali hanno compleanni ottobrini: i nati in ottobre soffrirebbero la salute più fragile di tutto il calendario, con una marcata tendenza a patologie mentali come la sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Per i nati a marzo invece i rischi appaiono legati soprattutto a malattie cardiovascolari, mentre chi ha il compleanno a dicembre sarebbe colpito da disturbi respiratori con più frequenza.

Certo, i meccanismi alla base di questo fenomeno sono poco conosciuti. Cambiamenti nella dieta e ondate annuali di infezioni potrebbero influenzare la crescita dello sviluppo del bambino, con un effetto persistente sulla sua salute lungo i decenni successivi. Inoltre, c’è la vitamina D, che viene prodotta quando la pelle è esposta al sole. In particolare, sembra che giochi un ruolo importante quanto sole la mamma prenda durante la gravidanza. Il sole innesca la produzione di vitamina D, e se preso nei primi mesi di gravidanza, avrebbe effetti positivi sulla salute fisica e mentale del nascituro.

Ma queste ipotesi valgono anche per i disturbi alimentari? In realtà, per quanto banale possa essere la correlazione, molti ricercatori, fin dagli anni ’90 hanno cercato di trovare una spiegazione a questa curiosa correlazione.
Esistono, però, pochi studi che si sono occupati dell’argomento, utilizzando metodi e strumenti differenti, che hanno portato a diverse e, talvolta contrastanti, conclusioni. Alcuni sostengono l’ipotesi che le persone che nascono nei primi sei mesi dell’anno siano più soggette a sviluppare un disturbo del comportamento alimentare. Vediamo quali.

Uno studio condotto in Inghilterra (Rezaul et al., 1996) ha preso in esame la data di nascita di un campione di 1939 pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare, ottenuto dall’archivio dell’unità DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) del Maudsley Hospital, a Londra, dei precedenti 14 anni, senza distinguere le categorie diagnostiche in cui si suddividono i disturbi alimentari. Il campione clinico è stato analizzato insieme ad un gruppo di controllo, appartenente alla popolazione generale, ed ottenuto attraverso l’ufficio anagrafe del Regno Unito. L’analisi dei dati è stata condotta tramite il software statistico SPSS ed il test per la stagionalità di Edwards (Edwards, 1961). I risultati hanno evidenziato una variazione statisticamente significativa della stagione di nascita, con un picco in maggio, all’interno del campione clinico. Tuttavia non si sono evidenziate differenze statisticamente significative nella stagione di nascita tra i soggetti affetti da disturbi alimentari e la popolazione generale. Unica eccezione va fatta per i soggetti più giovani (nati dopo il 1963) che hanno un andamento opposto e con differenze significative tra i diversi gruppi: il campione clinico ha un picco di nascite in marzo ed un ciclo stagionale di nascite maggiore nei primi 4 mesi dell’anno, mentre nel gruppo di controllo avviene l’opposto, con picco di nascite raggiunto in luglio.

Uno studio, condotto sempre in Inghilterra nel 2000 (Morgan et al.), è arrivato ad una conclusione in parte contrastante a quella precedente. In questo caso il campione clinico (935 soggetti), con diagnosi di bulimia nervosa effettuata seguendo i criteri del DSM-IV, è stato ottenuto dall’archivio dell’unità per il trattamento della bulimia nervosa del St. George’s Hospital, a Londra. I soggetti sono stati suddivisi tra quelli nati prima del 1963 (389) e quelli nati successivamente (546), con l’intento di comparare lo studio a quello precedente. Sono stati inoltre individuati i soggetti con una precedente storia di anoressia nervosa, distinguendoli in uno nuovo gruppo ed assegnando loro il nominativo di bulimia di II tipo (227). Il gruppo di controllo è stato ottenuto grazie ai dati presenti nell’ufficio anagrafe del Regno Unito. L’analisi statistica è stata effettuata tramite il software statistico SPSS ed il test per la stagionalità di Edwards (Edwards, 1961). I risultati hanno evidenziato un andamento statisticamente significativo delle nascite nel secondo semestre dell’anno, all’interno del gruppo di pazienti più vecchi, nati prima del 1963, e del gruppo di controllo, con un picco in luglio. All’interno del gruppo bulimia di tipo II, invece, si rileva l’andamento opposto, simile a quello evidenziato dallo studio precedente, con picco di nascite a marzo. Non si sono, invece, evidenziate differenze statisticamente significative tra i pazienti più giovani e la popolazione generale.

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