L’ansia indotta da rilassamento è stata studiata per la prima volta da Heide e Borkovec (1983), ma le cause sottostanti tale fenomeno non sono ancora state pienamente chiarite. Newman e Llera (2011) hanno ipotizzato a tal proposito il modello dell’evitamento del contrasto
Il Disturbo d’Ansia Generalizzata (DAG) è un disturbo caratterizzato da preoccupazione e ansia incontrollabili ed eccessive relative a una quantità di eventi o di attività. La sintomatologia include irrequietezza, facile affaticamento, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare e alterazioni del sonno.
Il rilassamento applicato, inteso da Öst (1987) come una forma di rilassamento muscolare progressivo in forma abbreviata, ha la funzione di permettere il rapido raggiungimento di uno stato di rilassamento in risposta a stimoli ansiosi tramite la contrazione e il successivo rilassamento di distretti muscolari specifici, riducendo in tal modo l’entità delle risposte ansiose. Per questo motivo, questa e altre tecniche di rilassamento, quali la respirazione diaframmatica e i training basati sulla mindfulness, vengono spesso incluse come componenti centrali nel trattamento del DAG.
Nonostante l’usuale efficacia di queste tecniche nel ridurre ansia e tensione fisiologica, in alcuni individui possono indurre un peggioramento dello stato ansioso. Tale fenomeno paradossale viene definito come ansia indotta da rilassamento e consiste nel presentarsi di un picco d’ansia, di tensione muscolare e di pensieri e immagini ansiosi nel momento in cui una persona si appresta a raggiungere uno stato di rilassamento. Gli individui più soggetti a sperimentare questo tipo di condizione sono proprio coloro che dovrebbero trarre maggiore beneficio dalle tecniche di rilassamento, ovvero le persone con disturbi d’ansia.
L’ansia indotta da rilassamento è stata studiata per la prima volta da Heide e Borkovec (1983), ma le cause sottostanti tale fenomeno non sono ancora state pienamente chiarite. Newman e Llera (2011) hanno ipotizzato a tal proposito il modello dell’evitamento del contrasto, nel quale è stato postulato che per le persone ansiose risulterebbe preferibile un mantenimento continuo della preoccupazione rispetto alla possibilità di entrare in uno stato di rilassamento con il rischio di incorrere successivamente in un brusco passaggio a emozioni negative in caso di eventi stressanti inaspettati.
L’ansia indotta da rilassamento potrebbe quindi essere dovuta al timore di un possibile contrasto negativo dal punto di vista emotivo e, quindi, al desiderio di mantenere uno stato emotivo costantemente negativo come protezione rispetto a tale evenienza.
Con l’intento di comprendere meglio il rapporto tra ansia indotta da rilassamento, disturbo d’ansia generalizzata ed evitamento del contrasto, Kim e Newman (2019) hanno condotto uno studio che è stato recentemente pubblicato sul Journal of Affective Disorders. I ricercatori hanno reclutato per lo studio 96 studenti universitari, i quali sono stati a loro volta suddivisi in tre gruppi a seguito della compilazione di due questionari self-report, il Genaralized Anxiety Questionnaire-IV e il Beck Depression Inventory-II.
I partecipanti includevano 32 persone con disturbo d’ansia generalizzata, 34 persone con Disturbo Depressivo Maggiore (DDM) e 30 soggetti di controllo che non riportavano nessun disturbo. Nella prima fase dello studio i partecipanti sono stati guidati in un training di rilassamento, il quale comprendeva rilassamento applicato e respirazione diaframmatica, prima di essere esposti alla visione di video che potevano elicitare paura o tristezza. A questo punto ai partecipanti è stato chiesto di compilare una lista di domande strutturate per valutare il loro grado di sensibilità a bruschi cambiamenti nel loro stato emotivo.
Nella seconda fase i ricercatori hanno guidato nuovamente i partecipanti al rilassamento tramite il training precedente per poi sottoporgli un secondo questionario, strutturato invece per misurare l’ansia provata dai partecipanti durante la seconda sessione di rilassamento. Al termine dell’analisi dei dati è emerso che i partecipanti con disturbo d’ansia generalizzata risultavano maggiormente sensibili, rispetto ai partecipanti appartenenti agli altri due gruppi, a un brusco passaggio a stati emotivi negativi, quali paura e tristezza. Inoltre, la sensibilità al contrasto emotivo negativo è risultata mediare totalmente la relazione tra DAG e ansia indotta da rilassamento e parzialmente la relazione tra DDM e ansia indotta da rilassamento, andando a supporto del modello di Newman e Llera (2011).
I risultati dello studio di Kim e Newman (2019) si mostrano rilevanti in quanto permettono una migliore comprensione del fenomeno dell’ansia indotta da rilassamento, per la quale potrebbero essere implementate specifiche tecniche di esposizione che abbiano come obiettivo la desensibilizzazione rispetto al contrahesto emotivo negativo, aiutando i pazienti con disturbi d’ansia a poter usufruire pienamente degli effetti benefici delle tecniche di rilassamento e, in particolare, del rilassamento applicato.